Le migliori scelte di ogni draft NFL dello scorso decennio
Oggi proverò a convincervi a tenere alta l'attenzione anche durante le ultime ore del terzo giorno del draft NFL
Prima di iniziare permettetemi di fornirvi un paio di delucidazioni sui draft presi in esame.
Ho scelto di concentrarmi sullo scorso decennio - quindi dal 2010 al 2019 - principalmente per due ragioni. La prima, come già detto l’altro giorno, risiede nel fatto che tutti questi giocatori li abbia vissuti “sulla mia pelle”, mentre la seconda è ancora più intuitiva: come posso esprimermi sul draft del 2022? O anche solo del 2021? Per quello che ci è dato sapere, nei prossimi autunni un finora anonimo giocatore selezionato al quinto round potrebbe trasformarsi in All-Pro con potenziale da Hall of Fame. Così come un giovane di ottime speranze potrebbe completare la metamorfosi di Cenerentola al contrario e regredire a zucca dopo essersi annunciato al mondo come splendida carrozza: non sto assolutamente parlando di Mac Jones. Assolutamente.
Ovviamente in caso di finali al fotofinish tenderò a premiare il giocatore selezionato più tardi poiché a chi è che non piace uno steal?
Tenterò altresì di ignorare il primo round del draft, o almeno le prime venti chiamate.
Draft del 2010
La migliore scelta: Antonio Brown, WR, Pittsburgh Steelers (scelta numero 195).
Presi in considerazione: Rob Gronkowski, NaVorro Bowman, Geno Atkins e Kam Chancellor.
Rob Gronkowski è indubbiamente il miglior giocatore uscito da questo draft. Stiamo pur sempre parlando di un quattro volte campione del mondo che può pure fregiarsi dell’onore di essere stato inserito nella squadra celebrativa del centesimo anniversario NFL. Solamente altri 99 giocatori possono vantare tale riconoscimento, ma non me la sento di premiarlo in quanto entrato in NFL dalla porta principale con la 42esima scelta assoluta.
Prima di diventare il miglior account nella storia di Twitter, Antonio Brown è stato sinonimo di produzione e affidabilità. Fra 2013 e 2018, la sua stagione media recitava qualcosa come 114 ricezioni per 1524 yard e 11 touchdown: una produzione del genere garantisce quasi automaticamente un posto nel First Team All-Pro.
Per un giocatore selezionato nel bel mezzo del sesto round del draft ritagliarsi un posto a roster è già di per sé un’impresa, figuriamoci affermarsi come il miglior ricevitore della lega negli stessi anni di Julio Jones, Odell Beckham Jr., A.J. Green e Calvin Johnson.
Tutto questo senza nemmeno superare il metro e ottanta.
Draft del 2011
La migliore scelta: Jason Kelce, C, Philadelphia Eagles (scelta numero 191).
Presi in considerazione: Richard Sherman, Cameron Heyward e Justin Houston.
A proposito di uomini sottodimensionati presi al sesto round del draft.
Questa è probabilmente la scelta più facile dell’articolo perché non si sta parlando solamente di un futuro Hall of Famer che ha ridefinito il proprio ruolo in campo, ma di una persona della quale oramai celebriamo il culto della personalità.
Jason Kelce e famiglia hanno trasceso i limiti del football americano consegnandosi al mainstream senza neanche lontanamente snaturarsi. Il suo impatto va ben oltre la precisione con cui ha diretto una delle migliori linee d’attacco della NFL o l’intelligenza con cui ha reso inarrestabile Brotherly Shove, Jason Kelce è uno dei migliori sponsor immaginabili per questo sport, il punto d’incontro fra forza bruta, intelligenza tattica, empatia, carisma e umanità.
Draft del 2012
La migliore scelta: Bobby Wagner, LB, Seattle Seahawks (scelta numero 47).
Presi in considerazione: Russell Wilson, Kirk Cousins, T.Y. Hilton e Lavonte David.
Questa è una delle rare istanze in cui nessuno ha ragione e, al contempo, nessuno ha torto. Se per voi la miglior scelta del draft del 2012 è Russell Wilson non c’è alcun problema, questa è quasi una situazione da testa o croce.
Durante il draft del 2012 Seattle ha accumulato abbastanza talento da costruire una dinastia, impresa che hanno letteralmente sfiorato a causa di una delle chiamate più scellerate nella storia della NFL - che poi, occorre dirlo, la giocata in sé non era affatto stupida, resta invece incomprensibile la decisione di dimenticarsi di poter contare su Marshawn Lynch.
Bobby Wagner non è solamente uno dei giocatori più consistenti di tutti i tempi, ma un raro esempio di essere umano immune allo scorrere del tempo: a 33 anni suonati ha appena concluso la stagione come leader NFL per numero di tackle totali e, tanto per cambiare, s’è guadagnato un posto in una formazione All-Pro, la decima della propria carriera.
Il valore assoluto di un quarterback sovrasta quello di un linebacker, ma Wagner altro non è che una versione più mansueta di Ray Lewis.
Draft del 2013
La migliore scelta: Travis Kelce, TE, Kansas City Chiefs (scelta numero 63).
Presi in considerazione: Tyrann Mathieu, David Bakhtiari, Kyle Juszczyk, Jordan Poyer, Darius Slay e Keenan Allen.
Bello il giornalismo, il sito - che sito non è - proprio, la libertà di scrivere quello che si vuole, quando si vuole, come si vuole et cetera et cetera… ma qua è necessaria una spiegazione?
Non solo uno dei migliori di sempre nella sua posizione, non solo uno dei giocatori più clutch nella storia del gioco, non solo uno che ha ridefinito il campo delle possibilità per un tight end, ora addirittura certificata icona mainstream.
Sta andando più di Hansel.
Draft del 2014
La migliore scelta: Davante Adams, WR, Green Bay Packers (scelta numero 53).
Presi in considerazione: Joel Bitonio, Corey Linsley, Jarvis Landry e Trai Turner.
Il draft del 2014 è stato speciale per tanti motivi, non sicuramente - purtroppo - per la sua profondità.
Il 2014 è stato l’anno che ci ha regalato una delle migliori classi di ricevitori di tutti i tempi - OBJ, Mike Evans, Brandin Cooks, il signore di cui sto per parlarvi, Allen Robinson, Jarvis Landry, John Brown, Sammy Watkins e Martavis Bryant -, ma anche una streak di giocatori che hanno preso parte almeno a un Pro Bowl più leggendaria di quella di Undertaker a WrestleMania… non fosse per dei Browns più Marroni del solito che con l’ottava scelta assoluta si sono portati a casa Justin Gilbert.
In un mondo senza Gilbert saremmo stati testimoni di ben 13 Pro Bowler consecutivi in quanto chiunque dalla 5 alla 17 - Gilbert a parte - ha partecipato almeno una volta alla partita più inutile dell’anno.
Ciò detto, Adams è stato selezionato piuttosto presto ma la sua ineguagliabile brillantezza mi impedisce anche solo di prendere in considerazione qualsiasi altra candidatura. Adams è un futuro Hall of Famer.
Draft del 2015
La migliore scelta: Stefon Diggs, WR, Minnesota Vikings (scelta numero 146).
Presi in considerazione: Danielle Hunter, Za’Darius Smith, Quandre Diggs e Grady Jarrett.
Che noia, devo mettermi elmetto e imbracatura ché qua c’è bisogno della mia versione da restauratore: non lasciamoci fuorviare da tweet tediosamente criptici e insulti a mezza bocca rivolti a Josh Allen, Stefon Diggs resta un grandissimo ricevitore, uno dei più produttivi dei nostri tempi. Caratterialmente impegnativo? Sì, molto probabile, ma ne vale la pena. Immaginate la vostra insostenibilmente nevrotica migliore amica delle scuole superiori di cui eravate segretamente - circa - innamorati che vi esasperava con paranoie partorite dalla noia ma per la quale ne è sempre e comunque valsa la pena.
Dopo essersi annunciato al mondo a Minnesota, ha aiutato Allen a elevare il proprio gioco fino a trasformarlo in un perenne candidato all’MVP. Ha ricevuto una caterva di palloni e vinto tantissime partite, ora resta da vedere cosa sarà in grado di fare a Houston in una squadra giovane e affamata nella quale potrebbe essere condannato a un numero di target inferiore a quello a cui era abituato.
Hunter e Smith sono due ottimi pass rusher ma il loro impatto non può essere comparato a quello avuto da Diggs sui Buffalo Bills.
Draft del 2016
La migliore scelta: Tyreek Hill, WR, Kansas City Chiefs (scelta numero 165).
Presi in considerazione: Dak Prescott, Matt Judon e Joe Thuney.
Tyreek Hill è scivolato fino al quinto round del draft per aver barbaramente malmenato la fidanzata incinta, quindi non sono sicuro si possa parlare di steal in quanto il talento nel suo caso non è mai stato in dubbio: è purtroppo comprovato che uno dei giocatori più brillanti della lega sia pure uno dei più grandi coglioni - termine tecnico - ad aver mai calcato questo pianeta - la sua cartella giudiziaria è più voluminosa di un palmares oggettivamente invidiabile.
Per quanto coglione, Hill si è affermato come uno dei ricevitori più dominanti di tutti i tempi, probabilmente il deep threat più letale di sempre, uno alla cui velocità la NFL non è mai riuscita a trovare una risposta.
Malgrado le ben documentate difficoltà ai playoff, Dak Prescott sta mettendo insieme una carriera impressionante come quarterback titolare nella squadra più sotto pressione dell’intero panorama sportivo americano.
Draft del 2017
La migliore scelta: T.J. Watt, EDGE, Pittsburgh Steelers (scelta numero 30).
Presi in considerazione: George Kittle, Alvin Kamara, Trey Hendrickson, Cooper Kupp, Matt Milano e Chris Godwin.
Lo so, lo so.
Vi avevo premesso che avrei fatto del mio meglio per lasciare fuori da questo articolo giocatori selezionati al primo round, ma dopo tutti questi anni devo ancora riuscire a trovare una spiegazione razionale allo scivolone di T.J. Watt fino alla 30. Tifando una squadra che condivide la division con Pittsburgh ho modo di toccare con mano - due volte all’anno, yuppi! - lo strapotere di un giocatore inesorabile che, prima o poi, metterà inevitabilmente a segno la giocata che spaccherà in due qualsivoglia partita.
T.J. Watt è un generatore di caos e turnover, il nemico pubblico numero uno di qualsiasi tasca NFL e boh, più ci penso più la questione assume i contorni di farsa: doveva essere selezionato almeno quindici chiamate prima esclusivamente per il cognome dato che ai tempi il fratello J.J. era ancora fra i giocatori più dominanti della lega.
96.5 sack in 104 partite, care lettrici e cari lettori.
Draft del 2018
La migliore scelta: Lamar Jackson, QB, Baltimore Ravens (scelta numero 32).
Presi in considerazione: Fred Warner, Mark Andrews, Orlando Brown Jr. e Wyatt Teller.
Un ragazzo capace di portarsi a casa due MVP in sei anni fra i professionisti non può aver dovuto aspettare l’ultima chiamata del primo round per sentire annunciare il proprio nome.
Ha salvato la carriera a John Harbaugh e trascinato fuori dalla mediocrità dei Ravens che dopo il Super Bowl avevano smesso di frequentare i playoff con l’assiduità a cui ci avevano abituati durante il primo contratto di Joe Flacco.
Da tifoso sono estremamente grato di potermi riferire a Lamar Jackson come “il mio quarterback”, con buona pace di quelli per cui non è un quarterback.
Draft del 2019
La migliore scelta: Maxx Crosby, EDGE, Las Vegas Raiders (scelta numero 106).
Presi in considerazione: A.J. Brown, D.K. Metcalf, Terry McLaurin e Gardner Minshew.
Sotto il lemma di “talento sprecato” sul vocabolario troverete immediatamente una foto di Maxx Crosby, poveruomo condannato letteralmente a predicare nel deserto.
La sua grandezza non è mai stata compendiata dal numero totale di sack, vederlo giocare mi fa provare le stesse sensazioni che mi pervadevano quando da piccolo guardavo i Looney Tunes alla tivù e arrivava il turno di Taz: come può un essere umano muoversi in quel modo? Da dove arriva tutta quell’energia? Sicuri non ci sia un aiuto sintetico? Perché è stato concesso proprio a lui il dono dell’ubiquità?
Las Vegas con un’anonima scelta al quarto round del draft si è garantita un ragazzo che con un po’ di salute e costanza potrebbe guadagnare l’immortalità sportiva con un busto dorato a Canton. Curioso di vedere se con Christian Wilkins a dargli manforte riuscirà a firmare una stagione da 17-18 sack.
Ottimo articolo, belle scelte, soprattutto impegnativi i nomi lasciati fuori... Mica semplice scegliere.
Io personalmente sceglierei Hunter al posto di Diggs, per il resto concordo.
Ora servirebbe un articolo con i burst più clamorosi..
Grazie per la compagnia che ci fai
Non posso pensare che nel draft 2014 Aaron Donald non abbia trovato un posticino nemmeno tra i "presi in considerazione"