La preview della NFC West del 2024
Il 2024 potrebbe essere l'anno in cui la NFC West si riscopre essere la division più competitiva della NFL
Non troppo tempo fa avevo eletto la AFC North come la division più competitiva della NFL, un vero e proprio girone di ferro apparentemente incapace di produrre record perdenti. Il giudizio dei freddi numeri è inappellabile e, al momento, mettere in dubbio la più che guadagnata supremazia della AFC North sarebbe folle, ma non dobbiamo dimenticare che fino a non molti anni fa questo titolo fosse saldamente in mano alla NFC West che fra San Francisco, Seattle, Los Angeles e a tratti Arizona ci ha messo davanti a un numero sproporzionato di contender: quattro degli ultimi sei Super Bowl hanno visto scendere in campo proprio una rappresentante di questa division.
Vorrà pur dire qualcosa.
Le cose ora sono cambiate, ma non troppo.
San Francisco pure quest’anno è condannata all’ingrato ruolo di protagonista-vittima-sacrificale, l’ostacolo finale nel cammino di coloro che si garantiranno l’annuale “e vissero felice e contenti”, Los Angeles dopo essersi riscoperta grande a seguito la mini-ricostruzione di dodici mesi fa vuole dare continuità a quanto di buono fattoci vedere nel 2023, mentre Arizona è arrivata al secondo anno del nuovo ciclo e, in teoria, con Kyler Murray pienamente sano e un roster ben più talentuoso di quello della scorsa stagione potrebbe fare bene.
Poi ci sono i Seattle Seahawks che, seppur simili nell’organico, hanno attuato una necessaria rivoluzione dando il benservito all’iconico Pete Carroll, rimpiazzato dal mio feticcio Mike Macdonald.
Sta diventando sempre più difficile parlare dei 49ers perché gli esigenti - e purtroppo sempre più spesso insopportabili - tifosi al posto di una normale preview di presentazione si aspettano una cura, un rimedio della nonna, una ricetta, una medicina che possa spiegare loro cosa serva per colmare la risibile distanza che li separa dal sempre più stregato Lombardi.
Cari tutti e care tutte, è molto più facile elencare ciò che non va in una squadra incapace di qualificarsi ai playoff che di una che anno dopo anno o arriva a giocarsi il Super Bowl o si ferma a un passo da esso.
Quindi, cosa non va nei San Francisco 49ers?
Niente, a parte che perdono sempre una partita nel peggior momento dell’anno. Non c’è niente di male a perdere ai supplementari del Super Bowl contro la nuova grande dinastia della NFL, così come non c’è assolutamente niente di male a perdere contro i Philadelphia Eagles una partita giocata senza un quarterback degno di nome.
Questo però non può necessariamente bastare alla parte più vocale della fanbase, serve un colpevole, qualcuno addosso a cui puntare il sempre ben dritto indice: la colpa deve essere di Kyle Shanahan.
Ebbene sì, è proprio sua la colpa, di quello che ha trascinato gente volenterosa ma visibilmente limitata da un punto di vista tecnico come Jimmy Garoppolo e Brock Purdy a tanto così dal vincere un Super Bowl.
Non sto in alcun modo attaccando Purdy che, dal canto suo, si è dimostrato estremamente diligente e affidabile eseguendo alla perfezione i gameplan di Shanahan, tuttavia fatico a pensare a un quarterback che stia ottenendo di più nonostante richieste tutt’altro che proibitive.
Non è colpa sua se è costretto a rivolgere il pallone alla batteria di skills player meglio assortita che esista, ma è indubbio che avere la possibilità di indirizzarla ad Aiyuk, Samuel, Kittle e McCaffrey aiuti e non poco, come testimoniato dal fatto che nel 2023 nessun giocatore abbia accumulato un maggior numero di yard after the catch per passaggio completato delle sue incredibili 6.7.
Concedetemi un po’ di sdegnato fastidio, non ne posso più di leggere critiche a destra e a sinistra su Kyle Shanahan come fosse la causa di tutti i mali di questa squadra. Immagino che negli anni abbia commesso i suoi errori e che, forse, il suo carattere abrasivo possa rendere irrespirabile l’aria - si pensi a quanto successo con Steve Wilks -, ma non ne posso più di leggere gente lamentarsi della ragione principale per cui San Francisco è annualmente fra le favorite per il Super Bowl.
Ho come l’impressione che troppi stiano dando per scontato il suo lavoro, che un numero inaccettabile di tifosi e addetti ai lavori sia seriamente convinto che rimpiazzandolo con il primo che passa l’attacco dei ‘Niners continui a esprimersi sui livelli a cui siamo stati abituati. Sarebbe irrispettoso dimenticarsi di come sia stato capace di tenerli rispettabili con Beathard e Mullens under center.
Il roster pure quest’anno è di ottima qualità, le aggiunte dei rookie Pearsall e Puni potrebbero rendere il reparto offensivo ancora più pericoloso e letale, tuttavia restano da risolvere - e pure in fretta - le grane contrattuali riguardanti Williams e Aiyuk, due fra gli ingranaggi più importanti di questa magnifica macchina da guerra.
La speranza è che la difesa sotto la guida del nuovo defensive coordinator Nick Sorensen ritrovi lo smalto dei giorni migliori, anche se occorre mettere in chiaro che per un reparto così talentuoso non dovrebbe essere poi così difficile fare meglio rispetto allo scorso anno quando, per un motivo o per l’altro, ha enormemente deluso. Ho adorato l’idea - e pure il prezzo - di affiancare Leonard Floyd a Nick Bosa, un pass rusher da 9-10 sack all’anno nella stessa D-line di un ex Defensive Player of the Year dovrebbe togliere pressione dalle spalle di una secondaria che, pur potendo riabbracciare Talanoa Hufanga, lo scorso anno ha spesso arrancato.
Potete stare tranquilli, pure questo gennaio parleremo di loro come dei protagonisti assoluti della NFC, anche se questa volta c’è un po’ più pressione del solito dato che presumibilmente questo sarà l’ultimo anno in cui Purdy giocherà di fatto gratis. Fra non troppo tempo, infatti, l’ex Mr. Irrelevant diventerà l’ennesimo quarterback a guadagnare più di 50 milioni di dollari a stagione e, a quel punto, tenere insieme la banda diventerà pressoché impossibile.
Vi inviterei comunque alla calma, intanto in caso di necessità si potrà sempre imputare ogni colpa a Kyle Shanahan che, a questo punto, non mi stupirebbe fosse sotto indagine pure per gli omicidi del killer dello zodiaco.
Riabbracciati un paio di titolari chiave, nella seconda metà del 2023 i Los Angeles Rams hanno letteralmente preso fuoco concludendo la stagione con un esaltante 7-1 nel quale l’unica sconfitta è arrivata per mano dei Baltimore Ravens ai tempi supplementari.
Eppure dopo il malinconico 2022 il castello di carte sembrava essere crollato, la rischiosa - ma nel loro caso efficace - strategia del win now ci aveva messo poco a presentare il conto, il roster dei Rams pullulava di difetti - ricordate la linea d’attacco? - e la grande svendita primaverile lungo il versante difensivo sembrava aver decretato la fine ufficiale della competitività di Los Angeles.
Prezzo da pagare piuttosto alto per un Super Bowl? Dipende dai punti di vista, ma sembrava che la finestra si fosse già chiusa e che i ragazzi di McVay fossero condannati a qualche anno di fisiologico riassestamento.
Fine della competitività? Nemmeno per sogno.
In tempo record - e con un pizzico di fortuna che non guasta mai - Los Angeles ha ristrutturato il proprio roster infondendoci massicce dosi di talento giovane ed economico e, come per magia, Stafford ha ritrovato lo smalto dei giorni migliori - anche grazie a una linea d’attacco che, finalmente, ha ripreso a fare il proprio dovere.
È assolutamente impressionante che nonostante un Cooper Kupp mai davvero in forma a causa di infortuni Los Angeles abbia messo insieme una stagione del genere. Le folli esplosioni di Nacua e Williams hanno restituito brio a un attacco che, con Stafford nuovamente a proprio agio nella tasca, ha ricominciato a volare.
Ci sono buonissime possibilità che il rendimento dell’attacco migliori ulteriormente nel 2024. Per prima cosa hanno rinnovato il contratto alla rivelazione Kelvin Dotson, una delle migliori guardie dello scorso campionato, e poi per non accontentarsi hanno pure ricoperto d’oro il massiccio Jonah Jackson: fra poche settimane potremmo parlare della coppia di guardie dei Rams come della migliore in assoluto della NFL.
Con Kupp nuovamente a pieno regime e il promettente Corum a garantire un ricambio di qualità a Williams, questo reparto offensivo potrebbe concludere il campionato nella top five per punti segnati.
Il nostro viaggio lungo il versante difensivo non può che partire da chi non c’è più, ossia da Aaron Donald, il miglior giocatore - non chiamato Patrick Mahomes - dell’ultimo decennio. Visto che chiedere a un rookie di rimpiazzare la produzione di un futuro Hall of Famer è alquanto ingeneroso, il front office ha pensato bene di rivolgersi a due matricole, Jared Verse e Braden Fiske: vi resta sempre alla cautela, anche se mi rendo conto che dopo le ottime stagioni d’esordio di Kobie Turner e Byron Young esaltarsi potrebbe essere facile.
Con un po’ di pazienza Los Angeles potrebbe trovarsi fra le mani una delle migliori linee difensive della lega.
Interessanti pure i movimenti che hanno rivoluzionato una secondaria che ha riaccolto un paio di volti noti come quelli di John Johnson e Darious Williams mescolandoli a nuove leve come Camren Kurl e Tre'Davious White. Non so quanto - e se - White ne abbia ancora, ma qualora dovesse confermarsi essere anche solo il 75% del giocatore visto a Buffalo prima degli infortuni…
Mi aspetto tanto da Los Angeles, a partire da una stagione agevolmente sopra le dieci vittorie con una qualificazione ai playoff piuttosto comoda. Poi, una volta dentro, non fatico a immaginarli al Divisional Round ed è proprio a quel punto che a mio avviso diventerebbero estremamente pericolosi per chiunque in quanto squadra relativamente libera da pressioni e, soprattutto, esperta.
Stafford sa come vincere un Super Bowl e qualora dovessero trovare un modo per eludere gli infortuni che stavano per compromettere il loro 2023…
Tutte le cose belle finiscono, figuriamoci quelle che sarebbero potute essere stupende: Pete Carroll dopo una vita non è più l’allenatore dei Seahawks.
Seppur doloroso, un cambio era necessario. La squadra che una decina d’anni fa ci aveva convinti potesse diventare la nuova grande dinastia della NFL si era progressivamente smarrita, aveva perso la propria identità e uno dopo l’altro, come tessere del domino, tutti coloro che l’avevano resa grande sono caduti.
L’improbabile rinascita di Geno Smith ha solamente allungato il brodo, Seattle aveva davvero bisogno di iniziare un nuovo ciclo tecnico ed è a suo modo poetico che una squadra diventata grande grazie alla difesa abbia deciso di affidarsi Mike Macdonald, una delle più brillanti menti difensive della NFL.
A primo acchito il reparto offensivo resta sostanzialmente immutato rispetto al 2023, infatti oltre a Smith sono stati riconfermati sostanzialmente tutti i suoi skills player: ci sono grandissime aspettative su Jaxon Smith-Njigba che dovrebbe godere di un numero più corposo di target rispetto ai 93 della stagione da rookie - magari rubandone pure qualcuno a Tyler Lockett.
Sono curioso di vedere come sarà utilizzato Zach Charbonnet, se vedrà i propri tocchi aumentare o se dovrà accontentarsi pure quest’anno di fare da riserva a Ken Walker, cercando di consolidare il proprio ruolo su terzo down grazie alla propria abilità in pass blocking.
Le grandi novità arrivano dal cuore della linea d’attacco: dopo aver perso entrambe le guardie e il centro, Seattle proverà ad affidarsi a rookie come Chris Haynes - guardia - e veterani in cerca di riscatto come Laken Tomlinson e Connor Williams.
Ora che non può più contare sull’aiuto di ottimi strateghi come Dave Canales e Greg Olson, Geno Smith dovrà guardarsi le spalle da Sam Howell, intelligente investimento primaverile su cui Seattle, consapevole di non averci niente da perdere, ha deciso di scommettere. Nel breve tempo trascorso a Washington Howell si è rivelato essere la versione Temu di Brett Favre, un quarterback assolutamente privo di paure che, però, spesso può essere considerato un vero e proprio incosciente spedendo in orbita deliri che dovrebbero spegnersi mogi a bordocampo.
Qualora dovessero riuscire a disinstallare le giocate stupide o inutilmente rischiose dal suo sistema operativo i Seahawks potrebbero essersi regalati un futuro titolare.
È sicuramente simbolico investire la prima scelta assoluta dell’era Macdonald su un defensive tackle, o almeno, lo è per una squadra comicamente incapace di opporsi ai giochi di corsa avversari. Seattle ha bisogno di ritrovare ruvidità e massa in difesa, deve restaurare la reputazione dei giorni migliori di un reparto che, negli ultimi anni, è stato semplicemente irriconoscibile sedimentando puntualmente nei bassifondi di qualsivoglia classifica riguardante la run defense.
Si spera che affiancare il roccioso Byron Murphy a Leonard Williams e Johnathan Hankins possa fortificare la linea difensiva, anche se immagino non sdegnerebbero di un po’ d’aiuto lungo il pass rush visto che solamente Boye Mafe lo scorso anno ha messo a segno più di 5.5 sack - nove.
Fortunatamente di talento lungo la secondaria ce n’è in abbondanza - Woolen e Witherspoon hanno tutto il necessario per affermarsi come una delle migliori coppie di cornerback - ma appare chiaro anche al più ottimista dei tifosi che Macdonald avrà tanto su cui lavorare prima di poter dichiarare guarita la propria difesa.
La buona notizia, e ve lo dico col cuore in mano, è che Macdonald sia sul serio in grado di rivoluzionare un reparto difensivo: nel non remoto caso in cui la difesa dovesse trovare la quadra Seattle potrebbe davvero dire la sua per i playoff.
Dopo tutto questa era già una squadra quasi da playoff con Carroll.
Concludiamo questa gita con una capatina nel deserto dove, estirpato quel malanno mortale che risponde al nome di Steve Keim, gli Arizona Cardinals sembrano aver ritrovato perlomeno la coerenza necessaria per tornare sul radar NFL.
Per poche squadre l’offseason che sta per concludersi è stata più importante di quanto lo possa essere stata per Arizona che, grazie all’ottimo lavoro del GM Monti Ossenfort, aveva accumulato un numero assurdo di pick al draft per rifornire uno dei roster più poveri di talento di cui io abbia memoria.
Solo il campo potrà decretare la bontà di questa ricostruzione, ma se non altro il povero Kyler Murray avrà finalmente a disposizione qualcuno capace di rendergli davvero la vita più facile.
Marvin Harrison Jr. è un rookie e, in quanto tale, le aspettative sul suo conto dovrebbero essere stemperate dall’inesperienza e dal fatto che il draft non è e mai sarà una scienza esatta, ma in un mondo in cui annualmente un ricevitore rookie produce da All-Pro posso concedere sia l’entusiasmo che l’esaltazione. Non mi aspetto 1500 yard - anche se non le escludo - ma una stagione tranquillamente sopra le mille sì.
Maserati Marv sarà fin da subito il go-to-guy di Murray e, malgrado l’ubicazione della squadra, non credo sarà costretto a predicare nel deserto in quanto nella seconda metà della scorsa stagione Trey McBride è stato oggettivamente il miglior tight end della NFL.
Quest’improvvisa abbondanza di playmaker - non dimentichiamoci del promettente sophomore Michael Wilson - unita ai segnali incoraggianti mandati dalla linea d’attacco da metà novembre in avanti potrebbe permettere a Murray di ritrovare la forma della prima metà del 2021, quando era fra i favoriti assoluti per l’MVP.
Il backfield formato da James Conner e dal rookie Trey Benson ha enormi potenzialità e pure quest’anno il gioco di corse di Arizona potrebbe essere fra i più potenti in assoluto - terzo per yard a partita nel 2023 -, soprattutto ora che Murray è pienamente recuperato dal terribile infortunio patito un paio d’anni fa.
In difesa, purtroppo, le cose non appaiono poi così rosee.
Draft e free agency hanno sì portato una ventata di freschezza, ma la difesa dei Cardinals era circa a 10 giocatori dalla decenza e, naturalmente, non poteva essere aggiustata in quattro-cinque mesi.
Bilal Nichols, Justin Jones e il rookie Darius Robinson - già infortunato - dovrebbero rinforzare il front seven anche se sono davvero preoccupato per il pass rush, reparto già anemico che dovrà pure rinunciare al promettente B.J. Ojulari.
La secondaria è già più intrigante, la coppia di safety formata da Baker e Taylor-Demerson induce una salivazione pavloviana ma appare evidente che con un pass rush così deficitario la pressione che dovrà reggere questa secondaria potrebbe essere insostenibile.
Questo è un altro anno in cui non mi aspetto molto dai Cardinals per quanto concerne il record, sarò troppo concentrato a cercare di rilevare miglioramenti un po’ ovunque, anche se come appena detto credo che sia altamente improbabile che la difesa compia chissà quale salto di qualità.
La cosa che più mi interessa è che Kyler Murray ritrovi la forma dei giorni migliori riaffermandosi come uno dei migliori quarterback della NFL: se ciò dovesse verificarsi potete stare sicuri che i Cardinals tornerebbero piuttosto velocemente a fare rumore in NFC.
Per quanto riguarda il consueto pronostico finale vi proporrei un pigro copia-incolla del 2023. 49ers e Rams al momento appaiono di un altro livello rispetto alla metà più umile della division - con i ‘Niners a loro volta un paio di gradini sopra i Rams - ma attenzione che pure le nuove versioni dei Seahawks e dei Cardinals potrebbero stupirci.
Si spera in positivo, naturalmente.
Purtroppo accade in tutti gli sport di squadra, ahimè!, che quando si anela ad un trofeo che manca da tanti, troppi, anni e lo si veda sfumare proprio nel momento in cui sembra di poterlo, afferrare scatti lo sclero più cattivo e deprimente. Certo, si sono affrontati sempre degli avversari di pari livello o più, però, onestamente, l'anno scorso l'occasione era veramente ghiotta e l'amaro della sconfitta è ancora più amaro.....
I fossi del senno di poi stanno vertiginosamente aumentando di volume ed è fisiologico.
Personalemente non posso avercela con K. Shanahan, ma con il DC dell'anno scorso sì! Il basso rendimento della difesa, che tu stesso hai sottolineato, rispetto al 2023 è da imputare a lui. In particolare proprio nella sera del gran ballo. E' stato defenestrato, giustamente, ma anche quest'anno si arriverà dove si arriverà con un DC nuovo. Spero che dia il suo contributo e finalmente si vinca all'ultimo assalto. Dal 2026 si rifonda......
Quando si dice che la vita è fatta di attimi: se solo avessero dato la palla a Lynch...