Il pagellone della free agency NFL 2024 - AFC (seconda parte)
Portiamo a termine il resoconto della free agency della AFC con la West e la South
AFC WEST
Denver Broncos
Gli arrivi: Josh Reynolds (WR); Cody Barton (LB); Brandon Jones (S); Will Lutz (K, rinnovo).
Le partenze: Russell Wilson (QB); Jerry Jeudy (WR); Lloyd Cushenberry (C); Jonathan Harris (DT); Josey Jewell (LB); Justin Simmons (S).
Non voglio tornare sul luogo del delitto e infierire sulle comicamente disgraziate scelte del front office, negli ultimi dodici mesi vi ho più che ammorbato con le mie critiche alla dirigenza dei Denver Broncos… ma che dolore.
Hanno perso il quarterback che doveva trascinarli fuori dalle sabbie mobili della mediocrità, un ricevitore su cui hanno investito massicciamente al draft non troppi anni fa, un centro che non ha mai smesso di migliorare, un linebacker affidabile e produttivo e, dulcis in fundo, l’anima di quello che fino a non troppo tempo fa era uno dei migliori reparti difensivi della lega.
Sul fronte entrate, invece, nulla da segnalare. Josh Reynolds è un buon WR3, ma non ho intenzione di sbeffeggiare un’intera fanbase sbavando per uno che in carriera non ha mai chiuso una stagione con più di 650 yard di ricezione.
Le voci su un possibile trade up si stanno intensificando con il passare dei giorni, ma va da sé che per scalare il tabellone si dovrebbero privare di - ulteriori - pick di cui hanno disperatamente bisogno per prestare immediato soccorso a uno dei roster meno talentuosi della lega.
Questa offseason potrebbe essere salvata dall’innesto del nuovo potenziale franchise quarterback, ma non riesco a nascondere inquietudine per le prospettive del poveretto che sarà calato all’interno di una squadra così disastrata: questo è sempre un buon modo per bruciare il futuro di un giovane signal caller.
Voto: 4. Immagino che tutto rientri nel piano elaborato da front office e allenatore, ma dovendo valutare quanto fatto in free agency l’insufficienza è d’obbligo. Più che depotenziati.
Kansas City Chiefs
Gli arrivi: Louis Rees-Zammit (ex-rugbista); Marquise Brown (WR); Irv Smith (TE); Chris Jones (DT, rinnovo); Drue Tranquill (LB, rinnovo); Matt Araiza (P).
Le partenze: Marquez Valdes-Scantling (WR); Donovan Smith (OT); Nick Allegretti (C); Willie Gay Jr. (LB); L’Jarius Sneed (CB); Mike Edwards (S); Tommy Townsend (P).
Questi procedono con il pilota automatico. Certo, resto perplesso per il cachet guadagnato con il sacrificio di L’Jarius Sneed, soprattutto perché sarebbe tornato davvero comodo per l’assalto al threepeat - e lasciandolo andare durante la prossima free agency avrebbero guadagnato una compensatory pick nel 2026, presumibilmente al terzo round: chi sono io per mettere in dubbio le scelte di Veach, il general manager della squadra che ha completato un back-to-back immediatamente dopo aver ceduto Tyreek Hill?
Ho amato alla follia la firma di Hollywood Brown che, seppur dubito fortemente rimpiazzerà la produzione di Hill, restituirà la terza dimensione a un attacco che nell’ultimo biennio ha operato quasi esclusivamente su corto e medio raggio.
Il vero obiettivo della loro offseason era quello di blindare Chris Jones e dal momento che ci sono riusciti - evitando pure fastidiosi drammi - il mese di marzo non può che essere celebrato come un successo. Intelligente pure il rinnovo di Tranquill, linebacker che nel primo anno in Missouri ha fatto veramente bene all’interno dello scacchiere di Spagnuolo. Fra poche settimane, al draft, completeranno il roster con un paio di giovani che in un modo o nell’altro riusciranno a contribuire fin da subito: tutto nella norma.
Poi ecco, la conversione del fenomenale Rees-Zammit al football americano non fa altro che aggiungere riflettori alla squadra che ha ormai monopolizzato la discussione pubblica sul football americano. Non ho alcuna voglia di sbilanciarmi, stiamo pur sempre parlando di un totale novizio di 23 anni, ma sono piuttosto convinto che Andy Reid riuscirà a confezionare un paio di giocate che gli permetteranno di sfruttare al massimo le sue spaventose abilità atletiche.
Voto: 7. Mezzo voto in meno per il magro bottino portato a casa dalla trade di Sneed. Hanno fatto esattamente quello che dovevano fare e si sono tolti pure lo sfizio di convertire un rugbista allo sferoide prolato - un saluto ai fratelli di Huddle - dandoci un motivo più per parlare di loro.
Las Vegas Raiders
Gli arrivi: Gardner Minshew (QB); Alexander Mattison (RB); Andre James (C, rinnovo); John Jenkins (DT); Christian Wilkins (DT).
Le partenze: Jimmy Garoppolo (QB); Josh Jacobs (RB); Hunter Renfrow (WR); Austin Hooper (TE); Jermaine Eluemunor (OT/G); Jerry Tillery (DT); Bilal Nichols (DT).
Compendiare l’intera free agency con una sola firma sarebbe pigro, inappropriato e dimostrerebbe una scarsa comprensione dello sport di squadra per eccellenza, tuttavia non ho scelta, sono costretto a soffermarmi su Christian Wilkins.
Nella seconda metà di campionato, quella in cui il direttore d’orchestra è stato Antonio Pierce, Las Vegas ha concesso poco più di 16 punti a partita e, in generale, l’intero reparto difensivo ha come d’incanto smesso di essere l’anello debole che negli anni ha precluso ai Raiders - soprattutto durante l’era di Derek Carr - la competitività.
Ad alimentare questa resurrezione ci ha pensato principalmente la D-line guidata dal solito Maxx Crosby che ha trovato in Malcolm Koonce una più che rispettabile spalla - come testimoniato dagli 8.0 sack nelle ultime 9 partite: tutto questo con la settima scelta assoluta all’ultimo draft Tyree Wilson ancora in rodaggio.
Ecco, calare Christian Wilkins all’interno di questa linea non può che evocare dolorosi brividi che righeranno le schiene dei tifosi di Chiefs, Broncos e Chargers: il front seven dei Raiders nel 2024 potrebbe affermarsi come uno dei più dominanti della lega.
Wilkins è un giocatore che sposta gli equilibri, uno dei più pregiati esemplari dei sempre più preziosi interior lineman in grado di portare pressione al quarterback avversario - 9.0 sack nel 2023. Figuratevi cosa potrebbero combinare con Tyree Wilson a pieno regime.
Intelligente la decisione di togliere dal mercato Gardner Minshew, perfetto quarterback-ponte per una franchigia che a breve potrebbe stravolgere il tabellone del draft scalandolo. I limiti di Minshew sono sotto gli occhi di tutti, ma è innegabile che di quarterback-ponte migliori di lui al momento ne esistano davvero pochi.
C’è di nuovo entusiasmo attorno ai Raiders e già questa è una grandissima notizia.
Voto: 7+. La firma di Wilkins è una di quelle che potrebbe veramente spostare gli equilibri: dopo anni di mediocrità i Raiders sembrano perlomeno avere un’idea di quale direzione prendere per il futuro. Ora resta da colmare quel cratere under center.
Los Angeles Chargers
Gli arrivi: Gus Edwards (RB); Will Dissly (TE); Hayden Hurst (TE); Bradley Bozeman (C); Poona Ford (DT); Denzel Perryman (LB); Kristian Fulton (CB).
Le partenze: Austin Ekeler (RB); Keenan Allen (WR); Mike Williams (WR); Gerald Everett (TE); Will Clapp (C); Austin Johnson (DT); Eric Kendricks (LB); Kenneth Murray (LB); Michael Davis (CB); Jaylinn Hawkins (S).
Jim Harbaugh e il GM Joe Hortiz hanno ereditato una squadra in una posizione davvero peculiare. A primo acchito avevano già fra le mani buona parte del necessario per tornare a competere sul serio, ma zoomando un po’ ci si accorgeva piuttosto in fretta che il margine di manovra era semplicemente inesistente a causa di una manciata di contrattoni: figuratevi che 140 milioni di dollari erano allocati solamente su su Mike Williams, Keenan Allen, Joey Bosa e Khalil Mack. Quattro giocatori.
Appariva evidente che fossero necessari dei sacrifici esclusivamente per tornare sotto il tetto salariale e, immagino a malincuore, il nuovo front office ha messo alla porta Mike Williams e spedito Keenan Allen a Chicago.
Che amarezza, mi sarebbe piaciuto vederlo concludere la carriera in California al primo posto per yard ricevute nella storia dei Chargers, Antonio Gates non era affatto distante.
Potrebbe esservi sfuggito, perciò lo ripeto: il fine ultimo degli addii di Williams e Allen era quello di far quadrare i conti e riportarsi al di sotto del limite massimo prima dell’inizio del nuovo anno della lega. Non per crearsi margine di manovra per mettere sotto contratto chicchessia free agent.
Va da sé che non abbiano potuto spendere e spandere, basti pensare che il valore totale del contratto più oneroso da loro dato in questa finestra di mercato è di 14 milioni - il fortunato è Will Dissly.
Hanno sopperito ad alcune perdite con intelligenti colpi low-cost come Edwards, Bozeman e Ford, onesti mestieranti che però difficilmente riempiranno di trepidazione il cuore del tifoso medio. A rinfrancare una delle fanbase più bistrattate dell’intero panorama sportivo ci dovrebbe pensare la consapevolezza di essere in possesso della preziosissima quinta scelta assoluta in un draft in cui appare sempre più probabile che un paio di squadre tentino il trade up per garantirsi un quarterback: ne stessi parlando su WhatsApp inserirei un numero spropositato di faccine ammiccanti. O che fanno l’occhiolino.
L’imprescindibile, ossia un franchise quarterback, è comunque già a roster.
Voto: 5. A Jim Harbaugh concederò sempre il beneficio del dubbio, ma ritengo cristallino che il loro mese di marzo sia stato alquanto traumatico. In pochi giorni Justin Herbert ha perso tutto il suo supporting cast. Stanno però per arrivare tempi migliori.
AFC SOUTH
Houston Texans
Gli arrivi: Joe Mixon (RB); Dalton Schultz (TE, rinnovo); Denico Autry (DL); Tim Settle (DT); Foley Fatukasi (DT); Danielle Hunter (EDGE); Azeez Al-Shaair (LB); C.J. Henderson (CB); Jeff Okudah (CB); Desmond King (CB); Ka’imi Fairbairn (K, rinnovo), Stefon Diggs (WR).
Le partenze: Devin Singletary (RB); George Fant (OT); Josh Jones (OT); Jonathan Greenard (EDGE); Maliek Collins (DT); Sheldon Rankins (DT); Blake Cashman (LB); Denzel Perryman (LB); Tavierre Thomas (CB); Kareem Jackson (S); Cameron Johnston (P).
Dopo averne cantato le lodi per quasi un mese, per pura coerenza non posso esimermi dal dovere morale di assegnare ai Texans uno dei voti più alti in assoluto di questa serie d’articoli.
Vi ho parlato di loro come di una delle squadre uscite meglio dall’inizio - che poi sia coinciso con la fine è un altro discorso - della free agency e vi ho pure raccontato di quanto abbia apprezzato nello specifico tre loro firme, insomma, se frequentate assiduamente questo sito c’è una buona possibilità che la lettura della parola “Texans” vi induca la nausea.
Si stanno attenendo agli insegnamenti del nuovo manuale per il successo, ossia investire massicciamente fintantoché il proprio (franchise) quarterback è sotto contratto come rookie in modo da massimizzare le possibilità di vincere il prima possibile, ché si sa che assemblare un roster competitivo poi diventa dannatamente complicato quando chi sta under center mangia da solo più del 15% della torta salariale.
Il loro roster mi piace davvero. Non è il più talentuoso della lega, ma se consideriamo in che condizione si trovasse solamente 24 mesi fa faremo fatica a non spellarci le mani a suon di applausi indirizzati al GM Nick Caserio.
Un po’ di profondità qua e là non guasterebbe, ma immagino che per questo faranno affidamento al draft.
Temo vivamente il loro pass rush, la rotazione Anderson Jr., Hunter e Autry potrebbe fare stragi.
Avevo già programmato la pubblicazione dell’articolo e dal nulla boom, Stefon Diggs è un nuovo giocatore dei Texans. Penso che analizzerò questa trade in un pezzo a parte, ma ecco, una mossa del genere non fa che corroborare l’ovvio, ossia che Houston voglia vincere ora, oggi, immediatamente. Subito.
Ho qualche perplessità sulla decisione di investire su Diggs, assolutamente scomparso nella seconda metà della scorsa stagione, ma mi riservo il diritto di credere che il vero problema risiedesse nel deterioramento della relazione con i Buffalo Bills e, forse, con Josh Allen. Enfasi sul forse.
Houston diventa più forte con il passare delle ore.
Voto: 9-. In questo momento storico mi risulta difficile prendere sul serio la candidatura di chicchessia squadra vista l’egemonia dei Chiefs, ma quanto fatto dai Texans non può lasciarci indifferenti. Stanno facendo del proprio meglio per sfruttare il contratto da rookie di Stroud, e a ragione.
Indianapolis Colts
Gli arrivi: Joe Flacco (QB); Michael Pittman Jr. (WR, rinnovo); Tyquan Lewis (DT, rinnovo); Grover Stewart (DT, rinnovo); Zaire Franklin (LB, rinnovo); Kenny Moore (CB, rinnovo); Ronnie Harrison (S, rinnovo), Julian Blackmon (S, rinnovo).
Le partenze: Gardner Minshew (QB); Zack Moss (RB); Isaiah McKenzie (WR); Jake Martin (EDGE).
Annualmente il paragrafo più difficile in assoluto da scrivere.
Ho passato primavere a inveire contro il GM Ballard, colpevolmente titubante quando si tratta di offrire contratti a free agent, ma col tempo ho imparato ad accettare il suo modus operandi fino a comprenderlo - pur con qualche difficoltà. Per onestà intellettuale devo mettere in rilievo il fatto che questa volta non avessero a disposizione chissà quanto spazio salariale, quindi non potevamo certamente aspettarci i fuochi d’artificio.
Il loro marzo resta comunque positivo in quanto hanno limitato egregiamente le perdite rinnovando il contratto pressoché a qualsiasi free agent: fra i tanti rinnovi spiccano ovviamente quello di Michael Pittman Jr., Kenny Moore, Grover Stewart e Zaire Franklin, tutti giocatori che hanno trascorso l’intera carriera a Indianapolis.
L’anno scorso sono arrivati a tanto così dai playoff con - circa - lo stesso roster che nel 2022 aveva fallito miseramente sotto la guida di Matt Ryan, quindi a quanto pare il valore assoluto dell’organico dei Colts è più alto di quanto ci piaccia credere… ciò detto dubito che ampliare l’arsenale a disposizione di Richardson li avrebbe messi nei guai con la legge.
L’entrata più significativa - nonché sostanzialmente l’unica - è quella di Joe Flacco che andrà a sostituire Gardner Minshew, improbabile traghettatore nel 2023. In luce dei tanti infortuni rimediati da Richardson nel solo mese di settembre reputo più che saggia la decisione di “investire” su colui che nel 2023 è riuscito a tenere in vita l’apparentemente maledetta stagione dei Browns.
Mi sarebbe piaciuto avessero fatto qualcosina di più, ma se abbiamo imparato qualcosa da questo front office è proprio che le loro offseason entrino nel vivo durante l’ultimo weekend d’aprile.
Li conosciamo.
Voto: 6,5. Mezzo voto in più per aver prolungato almeno per un altro anno la carriera a Joe Flacco. Come tradizione vuole hanno dato priorità ai rinnovi contrattuali, anche se qualche rinforzino qua e là non avrebbe sicuramente fatto male.
Jacksonville Jaguars
Gli arrivi: Mac Jones (QB); Gabe Davis (WR); Devin Duvernary (WR); Mitch Morse (C); Ezra Cleveland (G); Josh Allen (EDGE, franchise tag); Arik Armstead (DT); Ronald Darby (CB); Darnell Savage (S).
Le partenze: Calvin Ridley (WR); K’Lavon Chaisson (EDGE); Foley Fatukasi (DT); Darious Williams (CB); Rayshawn Jenkins (S); Brandon McManus (K).
Penso che il “tradimento” di Calvin Ridley abbia spezzato molti cuori a Duval County, soprattutto se visualizziamo cosa avrebbe potuto fare dopo un’altra offseason insieme a Trevor Lawrence. Niente da fare, il giocatore su cui tanto avevano investito più di un anno e mezzo fa li ha scaricati - giustamente - per andare a farsi coprire d’oro a Nashville e ora il coaching staff dei Jaguars dovrà riuscire nell’impresa di regalare consistenza a Gabe Davis, uno degli individui più frustranti della lega.
Questa mossa trasuda un’apprezzabile coerenza, in quanto il giocatore più discontinuo della lega si è accasato nella squadra più discontinua della lega, quella che alterna metà stagione da contender a metà stagione da squadra in apparente ricostruzione.
Davis a parte, mi è piaciuto il mercato dei Jaguars.
Hanno rafforzato con oculatezza la linea d’attacco mettendo sotto contratto Mitch Morse ed Ezra Cleveland, mentre in difesa hanno stupito tutti andando togliere dal mercato con una certa aggressività Arik Armstead.
Approvo la decisione di puntellare le trincee, questa è una squadra che ha bisogno prima di tutto di durezza e ruvidità - vuoi mai che aggiungere chilogrammi irrobustisca pure la corazza mentale degli autori del più grande collasso dello scorso autunno.
Per una volta hanno messo da parte la spettacolarità a scapito della solidità, per una volta non hanno sperperato soldi strapagando giocatori - anche se Davis… - ma, a mio avviso, sono riusciti a inanellare una serie di firme intelligenti e di qualità che aiuteranno fin da subito.
Necessitano di ulteriori rinforzi via draft, ma credo abbiano svolto un ottimo lavoro soprattutto in luce della scarsa flessibilità salariale.
Voto: 7. Meno esosi del solito, anzi, oserei addirittura definirli concreti. Jacksonville ha puntellato il roster con innesti intelligenti aumentandone profondità ed esperienza. Resta però lo scotto di aver perso Calvin Ridley - e incrociarlo due volte all’anno.
Tennessee Titans
Gli arrivi: Mason Rudolph (QB); Tony Pollard (RB); Calvin Ridley (WR); Lloyd Cushenberry (C); Sebastian Joseph-Day (DT); Kenneth Murray (LB); Chidobe Awuzie (CB); L’Jarius Sneed (CB); Nick Folk (K, rinnovo).
Le partenze: Ryan Tannehill (QB); Derrick Henry (RB); Chris Moore (WR); Andre Dillard (OT); Aaron Brewer (C); Denico Autry (DL); Azeez Al-Shaair (LB); Kristian Fulton (CB); Sean Murphy-Bunting (CB).
Se il loro quarterback fosse C.J. Stroud credo che farei copia-incolla con il paragrafo dedicato ai Texans. Tennessee ha investito massicciamente su un roster che necessitava di rinforzi sostanzialmente ovunque e, a mio avviso, il front office ha svolto un ottimo lavoro andando a potenziare con decisione e precisione tutte le aree critiche.
A sprazzi, Levis ha dato prova di un talento ben al di sopra della media, anche se il reparto offensivo con cui era costretto a operare non gli semplificava sicuramente la vita. Ora, con una linea d’attacco sensibilmente migliorata e un corpo ricevitori profondo e ben assortito, abbiamo legittime ragioni per aspettarci un salto di qualità che si tradurrebbe prima di tutto in maggior consistenza.
Dirigere un attacco distribuendo il pallone a Pollard, Spears, Hopkins, Ridley e l’oggetto misterioso Burks mi costringe a sfoggiare un timido ottimismo per le prospettive sue e dei Titans.
I miglioramenti non si sono limitati al reparto offensivo, in quanto pure la difesa ha ricevuto importanti rinforzi, nello specifico Chidobe Awuzie e L’Jarius Sneed, giocatori di cui questa squadra aveva davvero bisogno - nel 2023 la secondaria dei Titans è stata fra le più generose in assoluto con i ricevitori avversari.
In pochissimo tempo il GM Ran Carthon ha infuso al roster un’apprezzabile dose di talento che teoricamente dovrebbe garantir loro competitività e competenza, due qualità che hanno scandito l’era Vrabel e che nel 2023 sono purtroppo venute a mancare.
Nel caso in cui Will Levis dovesse battere un colpo la situazione a Nashville potrebbe tornare interessante più velocemente di quanto potessimo immaginare.
Voto: 8,5. Possiamo vederla in due modi: o si fidano di Will Levis più di quanto ci sia dato sapere, o vogliono fare il possibile per metterlo a proprio agio. Sia quello che sia, Tennessee ha rafforzato enormemente un roster che sta cominciando ad assumere una forma piuttosto intrigante.
me lo ero perso ma i texans hanno anche preso townsend...direi gran bel mercato