La miglior decisione della offseason NFL 2024 di ogni squadra NFC
E oggi ci sforziamo a regalare un complimento a ogni singola squadra della NFC
NFC NORTH
Chicago Bears - Il supporto dato a Caleb Williams
“Mettere nella posizione di vincere” è purtroppo una delle mie locuzioni preferite, una di quelle a cui ricorro con maggior insistenza perché, sempre purtroppo, in questa lega non troppi quarterback sono messi nella posizione di vincere. Soprattutto quelli giovani che finiranno inevitabilmente per essere bruciati.
Un franchise quarterback che si rispetti è anche quello che eleva chiunque gli stia attorno - si pensi a quanto fatto da Brady quando ci ha convinti che i vari Edelman e Amendola non avessero molto da invidiare a Moss e Welker -, ma tante, troppe volte siamo testimoni di giovani quarterback mandati allo sbaraglio al comando di reparti offensivi dai quali nemmeno i migliori di sempre sarebbero riusciti a ricavare un ragno dal buco. Chicago si è attivata con largo anticipo per scongiurare questo pericolo.
Williams opererà alle spalle di una linea d’attacco che si preannuncia perlomeno decente e distribuirà il pallone ai vari D.J. Moore, Keenan Allen, Rome Odunze, Cole Kmet e, perché no, pure D’Andre Swift fuori dal backfield: è così che si dà il benvenuto al proprio nuovo salvatore della patria.
Detroit Lions - L’incetta di cornerback
Definire il bisogno di Detroit di cornerback come semplice bisogno sarebbe un eufemismo. Nel 2023 i netti miglioramenti del front seven sono stati puntualmente eclissati dai continui disastri di una secondaria che ha concluso la stagione penultima per passing yard concesse.
Urgevano rinforzi e il GM Brad Holmes si è caricato il piccone sulla spalla ed è andato a lavorare. Tramite una trade, prima ha portato in Michigan l’esperto e mai adeguatamente celebrato Carlton Davis, poi ha sbancato il draft - tenutosi fatalità proprio a Detroit - assicurandosi Terrion Arnold ed Ennis Rakestraw Jr., prospetti che nessuno si sarebbe mai aspettato ancora disponibili rispettivamente alla 24 e alla 61.
Sono riusciti a fare quello che dovevano fare andando ad aggiustare uno dei pochi ingranaggi difettosi di un meccanismo che potrebbe riuscire nell’impossibile impresa che non nominerò - anche se avete capito cosa intendo.
Green Bay Packers - Xavier McKinney
Se abbiamo imparato qualcosa dall’ultima stagione dei Packers è che questi probabilmente abbiano fra le mani l’ennesimo franchise quarterback destinato a lustri di dominio.
Ciò nonostante, come da tradizione il reparto difensivo ha lasciato intravedere enormi margini di miglioramento che se ignorati potrebbero costar loro intere stagioni. Con saggia determinazione il GM Brian Gutekunst ha concretizzato quello che deve essere visto a tutti gli effetti come un miracolo, ossia conferire competenza all’Internet concretizzando una delle sue più ricorrenti previsioni, quella in cui il front office dei Packers andava a rompere il salvadanaio per Xavier McKinney, esattamente il giocatore di cui questo reparto necessitava.
McKinney ha ricevuto un gran bel contratto grazie al raro dono dell’ubiquità che gli permette di eccellere letteralmente ovunque, sia che si parli di copertura che di run defense. La sua presenza dovrebbe dare coerenza a un reparto che negli ultimi anni non è mai riuscito a concretizzare il proprio enorme potenziale.
Minnesota Vikings - Non aver perso la testa dopo l’addio di Cousins
L’imprevedibilità è l’ingrediente che rende irresistibile il draft, anche se a volte questa viene a mancare a scapito del buonsenso: chiunque sapeva che i Vikings avrebbero selezionato un quarterback. Quasi chiunque era certo che quel quarterback rispondeva al nome di J.J. McCarthy.
In barba all’intrinseca pazzia di un draft in cui i Falcons sono andati a spendere una scelta nella top ten per Michael Penix Jr. proprio dopo aver soffiato Cousins ai Vikings, Minnesota è rimasta tranquilla, razionale e paziente evitando di concedersi al panico improvvisando goffe scalate di tabellone.
Attraverso un convoluto giro di pick si è assicurata McCarthy alla 10 e Turner alla 17, fatto curioso se si pensa che a un certo punto chiunque desse per inevitabile il sacrificio della seconda scelta al primo round necessario a scivolare in top five - o lì attorno - per strappare McCarthy alla concorrenza.
Si sono mossi in modo tutto sommato razionale, fatto mai banale per una franchigia reduce dal divorzio col proprio quarterback.
NFC EAST
Dallas Cowboys - Mike Zimmer
Quella che stiamo commentando non è stata una offseason affatto gentile con i Dallas Cowboys. La promessa di all-in di Jerry Jones è stata seguita da una free agency di rara passività e dalla frustrazione suscitata dall’apparente stallo nelle negoziazioni contrattuali con Prescott e Lamb - i cui prezzi immagino stiano lievitando a fronte degli ultimi rinnovi in giro per la lega.
Per loro fortuna se la cavano davvero bene in sede di draft, ma siccome il draft è una scienza che si valuta col senno di poi al momento l’unico sorriso che ho in corpo lo so rivolgere solamente alla firma di Mike Zimmer, guru difensivo che non dovrebbe far rimpiangere l’addio di Dan Quinn.
New York Giants - Il furto di Brian Burns
La circonvenzione d’incapace è un crimine e, al momento, in NFL incapacità è sinonimo di Carolina Panthers: i New York Giants hanno davvero esagerato. Brian Burns per una scelta al secondo e una al quinto round del draft valica i limiti della circonvenzione d’incapace, sfociando piuttosto in quelli di furto con scasso.
Per carità, appena ha poggiato i piedi sul suolo newyorkese il front office di New York gli ha fatto firmare un impegnativo rinnovo da 141 milioni spalmati su cinque anni - 87.5 dei quali garantiti - ma sacrificare così poco per un giocatore del genere non dovrebbe essere legale.
La linea difensiva dei New York Giants ora fa davvero paura, pensare a Dexter Lawrence in mezzo a Kayvon Thibodeaux e Brian Burns incute terrore nel cuore di qualsiasi quarterback, ora resta solo da vedere se questo pass rush riuscirà a sopperire alla probabile inefficienza di un reparto offensivo guidato ancora una volta da Daniel Jones. O da Drew Lock?
Philadelphia Eagles - Quasi tutto
Qui non ho molto da dirvi, mi è piaciuta sostanzialmente ogni loro mossa.
In free agency sono stati piuttosto aggressivi andando a strappare Saquon Barkley ai New York Giants, riportando a casa C.J. Gardner-Johnson e dando una possibilità a giovani come Bryce Huff e Devin White di affermarsi come pilastri di un reparto difensivo ora allenato dall’onorevole Vic Fangio.
Hanno rinnovato il contratto ad A.J. Brown, DeVonta Smith, Jordan Mailata, Jake Elliott e Landon Dickerson e non saprei, a quanto pare il salary cap per alcuni è un’opinione - o stanno emulando la lungimirante strategia dei Saints?
Considerando che al draft hanno dominato come da tradizione, non ci resta che chiederci cosa debba fare il front office per aiutare ad arrivare fino in fondo quello che a mio avviso è il roster più talentuoso della lega.
Ah sì, hanno pure aggiunto al coaching staff l’enfant prodige Kellen Moore, ragazzo che vedrei bene come allenatore nel caso in cui Sirianni… no dai.
Washington Commanders - …tutto?
Sono consapevole che stia per arrivare una cantonata di dimensioni bibliche, con Washington la storia è un po’ più ciclica, tuttavia il bello dell’offseason NFL è proprio questo: abbiamo così tanto tempo fra le mani che per cercare riparo dalla noia andiamo a pensarle davvero tutte. Tipo che i Commanders abbiano finalmente trovato la tanto agognata rispettabilità.
Ve ne ho parlato a più riprese, ho amato una free agency nella quale senza svenarsi hanno aggiunto un mix di veterani e giovani di buone speranze per poi raddoppiare con un sensazionale draft nel quale oltre che al possibile franchise quarterback potrebbero aver messo le mani su diversi titolari-istantanei.
Ora che Snyder è solo un ricordo e il front office sembra avere un’idea concreta e coerente di come pianificare il futuro, questa franchigia potrebbe davvero voltare pagina. Finalmente.
NFC WEST
Arizona Cardinals - Marvin Harrison Jr.
Nelle settimane che hanno preceduto il draft si era cominciato a vociferare con sempre maggior insistenza che, sulla falsariga di quanto fatto l’anno prima, i Cardinals avrebbero sacrificato la quarta scelta assoluta per ampliare l’arsenale a disposizione di Ossenfort.
Fortunatamente il GM di Arizona non ha ceduto alla tentazione - era solo pretattica? Un modo per tastare il mercato? Immagino di sì - e ha fatto ciò che doveva fare portandosi a casa il miglior giocatore disponibile al draft, Marvin Harrison Jr., o se preferite ciò che il dottore aveva prescritto al povero Kyler Murray costretto a operare con un corpo ricevitori di rara anonimia.
L’impatto di Maserati Marv sulla NFL potrebbe essere comparabile a quello avuto da Jefferson, Chase o Nacua che già da rookie hanno flirtato con le 1500 yard erigendosi a incontrastati fari del proprio gioco aereo. Kyler Murray aveva bisogno di aiuto e con Harrison a sua disposizione immagino possa ritrovare la forma della prima metà di 2021.
Los Angeles Rams - Aver dichiarato amore alle guardie
Non in quel senso.
In questa offseason i più importanti investimenti dei Rams hanno sempre coinvolto le guardie, nello specifico Kevin Dotson e Jonah Jackson. In un paio di settimane il GM Snead ha investito circa 100 milioni di dollari su una delle posizioni meno glamour della NFL, puntellando una linea d’attacco che nel 2023 ci ha messo davanti a enormi miglioramenti sia in protezione che in run blocking.
L’età e la cartella clinica di Stafford rendono prioritaria una linea d’attacco brillante e, infatti, non credo sia un caso che il salto di qualità della O-line sia coinciso con la resurrezione di una squadra apparentemente destinata a un campionato anonimo ma che è arrivata a tanto così da prendere lo scalpo ai Lions durante i playoff.
San Francisco 49ers - Leonard Floyd
Che ci piaccia o meno i 49ers sono sempre lì, nei loro giorni peggiori perlomeno al Championship Game e in quelli un filo migliori a perdere il Super Bowl: va da sé che non avessero bisogno di chissà quante migliorie.
Lo spazio salariale dei ‘Niners è naturalmente ingolfato da una pletora di contrattoni - Bosa, Williams, Samuel, Ward, Kittle e Hargrave solo per citarne alcuni - quindi era impossibile chiedere a Lynch di allocare chissà quanti milioni su una degna spalla per Bosa: inserire Leonard Floyd.
Floyd è il compromesso perfetto fra qualità, prezzo e affidabilità in quanto ha concluso le ultime quattro stagioni con almeno 9.0 sack senza mai superare i 10.5: la consistenza fatta a persona. Un biennale da 20 milioni totali per un giocatore del genere è un affare sotto qualsiasi punto di vista.
Seattle Seahawks - Mike Macdonald
In un passato non troppo remoto i Seattle Seahawks avevano tutte le credenziali valide per erigersi a nuova grande dinastia della National Football League: l’ascesa al potere di Seattle è stata resa possibile in primo luogo da una difesa sicura di sé, fisica e incredibilmente talentuosa.
La Legion of Boom è stata costruita grazie a un paio di miracolose intuizioni al draft - come altro definireste Chancellor e Sherman al quinto round? - e sebbene non mi aspetto che il reparto difensivo si risvegli magicamente dal proprio sonno dogmatico e torni immediatamente a dominare, sono convinto che con Mike Macdonald muovere le catene contro di loro tornerà a essere molto complicato.
L’ho vissuto “sulla mia pelle” a Baltimore e, oltre a un acume tattico capace di mandare in cortocircuito anche il più esperto dei quarterback, ciò che maggiormente mi ha impressionato è la sua capacità nell’ottimizzare il rendimento di qualsiasi giocatore che si tratti di un gregario come Arthur Maulet o di un prospetto apparentemente smarrito come Patrick Queen.
Tifosi dei Seahawks sorridete, ne avete fra le mani uno davvero capace.
NFC SOUTH
Atlanta Falcons - Nonostante tutto, Kirk Cousins
Odio la piega presa dalla discussione sportiva in cui sostanzialmente si è costretti a rimarcare fino allo sfinimento qualsiasi cosa andata male per discutere, arrabbiarsi e incazzarsi. Immagino si poggi su questo il concetto di rage clicking, ossia ciò che tiene in vita il giornalismo, tuttavia parlare di fallimento dei Cousins per l’apparentemente panzana scelta di investire l’ottava scelta assoluta su Michael Penix Jr. è alquanto ingeneroso.
Con Kirk Cousins Atlanta si è garantita il proprio miglior quarterback dai tempi di Ryan MVP, un giocatore che in una division debole come la NFC South non dovrebbe avere alcun problema a mettere insieme i soliti numeri lusinga-occhio, accumulare una decina di vittorie e riportarli ai playoff.
Ad alcuni quanto appena elencato sembrerà una banalità, tuttavia fidatevi di me che dopo un paio di anni sotto Ridder, Mariota e Heinicke Cousins guadagna automaticamente un certo appeal.
Carolina Panthers - Aver ricevuto Diontae Johnson in regalo
Non fatevi ingannare da numeri tutt’altro che esaltanti, Diontae Johnson è un ottimo ricevitore la cui recente produzione ha palesemente risentito della ben nota precarietà under center degli Steelers.
Johnson è un ricevitore dalle mani sicure che opera sul corto-medio raggio, una risorsa preziosa su terzo down a cui servirà davvero poco tempo per stabilire un rapporto con Bryce Young, quarterback che nell’annata da rookie ha dimostrato di necessitare di tutto l’aiuto del mondo.
Per assicurarsi un buon ricevitore come lui hanno dovuto solamente sacrificare Donte Jackson, cornerback chiaramente non più nei loro piani.
Non si può in alcun caso parlare della migliore batteria di ricevitori della lega, ma se non altro il front office ha dato a Young un paio di alternative valide a Thielen alle quali indirizzare il pallone.
New Orleans Saints - Taliese Fuaga
Come ben saprete non sono propriamente un fan delle recenti scelte New Orleans Saints, quindi non credo di aver modo di dilungarmi in complimenti così innaturali che alcuni di voi potrebbero pensare che siano stati digitati mentre qualcuno mi teneva premuta un’arma da fuoco alla tempia.
Vista l’enorme precarietà negli estremi della linea d’attacco, l’aggiunta di Fuaga è una vera e propria manna dal cielo, soprattutto con il futuro di Ryan Ramzczyk più incerto che mai.
La speranza è che Trevor Penning in qualche modo migliori quel tanto che basta da poter essere schierato titolare senza prima consumarsi fronte e petto a forza di segni della croce: in tal caso l’accoppiata Penning-Fuaga dovrebbe garantire a Carr - o chi per lui - una protezione perlomeno decente e, magari, aiutare il gioco di corse a ritrovare lo smalto dei giorni migliori.
Tampa Bay Buccaneers - Il rinnovo di Mike Evans
Concludiamo con i Tampa Bay Buccaneers, una delle squadre più concrete che esistano in sede di free agency - e anche draft.
Il GM Licht ha messo insieme una serie di rinnovi che garantiscono coerenza al progetto tecnico e, soprattutto, mettono il neo-milionario Baker Mayfield nella posizione di replicare la magia dello scorso anno. La regular season è stata così così - ehm ehm, NFC South - ma tutto sommato non si sono fermati poi così distanti da un clamoroso upset ai danni dei Lions che sarebbe valso loro il Championship Game.
Fra questi rinnovi spicca quello di Mike Evans, giocatore diventato non solo icona ma pure sinonimo di questa franchigia. Le cifre sono assolutamente accettabili - soprattutto in luce della sua immarcescibile produttività - e la relativamente breve durata del contratto lascia enorme margine di manovra sia al giocatore che alla società per concludere nel migliore dei modi - insieme! - un’avventura scandita da stagioni da 1000eppassa yard.
amici delle guardie non in quel senso 😂😂😂