Il pagellone della free agency NFL 2024 - NFC (seconda parte)
Concludiamo il nostro viaggio nei meandri della free agency con le pagelle delle squadre di NFC West e South
NFC WEST
Arizona Cardinals
Gli arrivi: Desmond Ridder (QB); DeeJay Dallas (RB); Chris Moore (WR); Jonah Williams (OT); Justin Jones (DT); Bilal Nichols (DT); Mack Wilson (LB); Sean Murphy-Bunting (CB).
Le partenze: Marquise Brown (WR); Rondale Moore (WR); D.J. Humphries (OT); Leki Fotu (DT); Antonio Hamilton (CB).
A primo acchito la free agency degli Arizona Cardinals è da mani nei capelli, ma penso fosse prevedibile: la loro offseason inizierà al draft di fine aprile.
Hanno tre scelte nelle prime 35, cinque nelle prime 71 e sette nelle prime 104, perciò va da sé che sarà la tre giorni (o notti?) di Detroit a definire il loro futuro.
Quello dei Cardinals è uno dei roster più lacunosi e senza filo logico della lega e per questo non possiamo che ringraziare l’ex GM Steve Keim, negli ultimi anni nel deserto comicamente incapace di azzeccarne una - salvo fossero coinvolti gli ancora inetti Texans.
Non era questo il momento di investire.
Un draft brillante restituirebbe loro un senso e, soprattutto, una direzione che adesso semplicemente non hanno. Non avevano motivo di andare a strapagare free agent potenzialmente condannati a predicare nel deserto - uffa - per almeno un paio d’anni, quindi hanno fatto bene a limitarsi ad affari minori ma ciò nonostante ricolmi di potenziale.
Jonah Williams, Bilal Nichols e Sean Murphy-Bunting possono ritagliarsi un ruolo da gregari di lusso all’interno di un ciclo tecnico che dovrà essere aperto proprio dal draft. Che poi per gregari di lusso si intende “titolari funzionali” che guadagnerebbero un senso solo se affiancati da stelle che sappiano rendere nuovamente competitiva una franchigia trascinata nell’irrilevanza dal vecchio regime.
Non ci sono perdite troppo dolorose da segnalare all’infuori di quella di Hollywood Brown, ricevitore per cui il buon Keim non ebbe problemi a sacrificare una scelta al primo round ma che purtroppo, fra infortuni e sfortune under center, non è mai riuscito a rendere come sono convinto possa fare.
Voto: 6. Free agency tranquilla e calcolata quella dei Cardinals - che stanno contando i secondi che li separano dal draft. La quarta scelta assoluta sarà una delle pick più pesanti nell’ultracentaria storia di questa franchigia: potranno assicurarsi Marvin Harrison Jr. o venderla a peso d’oro a squadre disperatamente bisognose di quarterback - ho un paio d’idee.
Los Angeles Rams
Gli arrivi: Jimmy Garoppolo (QB); Demarcus Robinson (WR, rinnovo); Colby Parkinson (TE); Kevin Dotson (G, rinnovo); Jonah Jackson (G); Tre’Davious White (CB); Darious Williams (CB); Kamren Curl (S).
Le partenze: Carson Wentz (QB); Royce Freeman (RB); Brian Allen (C); Coleman Shelton (C); Aaron Donald (DT, ritiro); Jonah Williams (DL); Ahkello Witherspoon (CB); Jordan Fuller (S).
Forse la sopravvaluto, ma tant’è: quella dei Rams è stata una delle migliori free agency in assoluto. Anzi, non fosse stato per l’annuncio di Aaron Donald sarei riuscito a trovarle un gradino sul podio senza ricorrere a chissà quale sofismo.
Dovevano continuare a investire sulla palesemente migliorata linea d’attacco e con precisione chirurgica si sono garantiti le due guardie del futuro rinnovando il contratto a Kevin Dotson e andando a strappare Jonah Jackson a Detroit. Ricevere una cinquantina di milioni di dollari per trasferirsi dal Michigan alla California deve essere una delle migliori esperienze che l’essere umano possa sperimentare su questo pianeta. Con queste mosse continueranno a correre spensierati cavalcando l’esaltante Kyren Williams, individuo che… vabbè, già che ci siamo lo dico: nel 2024 Williams contenderà lo scettro di miglior running back della lega a Christian McCaffrey.
Quelli del mestiere parlerebbero di bold prediction.
Potrebbero aver strapagato Colby Parkinson, ma fatico a tenere alto il livello di fastidio se sposto l’attenzione su una secondaria che accoglierà il figliol prodigo Darious Williams e Kamren Curl, giocatore che come vi avevo già detto è stato per anni sabotato dalla disfunzionalità generale che attanaglia i Washington Commanders.
A proposito di secondaria, che dire di Tre’Davious White? I devastanti infortuni degli ultimi anni non devono farci dimenticare che si stia parlando di un due volte All-Pro che deve ancora compiere trent’anni: probabilmente i suoi giorni da All-Pro appartengono al passato, ma questo non gli preclude l’opportunità di riaffermarsi come titolare di qualità. Non credo gli abbiano dato un contratto convinti di essersi assicurati una superstar.
Possono essere davvero pericolosi nel 2024.
Voto: 8. Una delle valutazioni più soggettive di questa serie d’articoli: la speranza è di essere riuscito a esporvi il mio punto di vista in modo sufficientemente esaustivo per farvi comprendere la provenienza di questo pomposo otto.
San Francisco 49ers
Gli arrivi: Joshua Dobbs (QB); Jon Feliciano (OL, rinnovo); Colton McKivitz (OT, rinnovo); Leonard Floyd (EDGE); Yetur Gross-Matos (EDGE); Maliek Collins (DT); Jordan Elliott (DT); De’Vondre Campbell (LB); George Odum (S/ST, rinnovo).
Le partenze: Sam Darnold (QB); Ray-Ray McCloud (WR); Charlie Woerner (TE); Clelin Ferrell (EDGE); Randy Gregory (EDGE); Chase Young (EDGE); Arik Armstead (DT); Javon Kinlaw (DT); Isaiah Oliver (CB); Tashaun Gipson (S).
Le più grosse novità le intercettiamo lungo una defensive line dalle porte scorrevoli - Joey Bosa a parte: c’è tanto da digerire.
In un paio di settimane il front seven dei 'Niners ha cambiato faccia salutando i vari Ferrell, Young, Kinlaw e, a malincuore, Armstead: colmare lacune del genere è alquanto complicato, ma mi sento di dire che il front office abbia svolto un lavoro encomiabile, soprattutto se si tiene presente il contratto dato a Leonard Floyd. Sono passate settimane ma devo ancora metabolizzare come sia possibile che un pass rusher così produttivo e affidabile sia stato tolto dal mercato con un biennale da dieci milioni di dollari a stagione. Essersi garantiti nove-dieci sack a stagione con un contratto del genere resta a mio avviso uno dei capolavori assoluti di questa free agency.
Intelligente la scelta di affidarsi al navigato Campbell per sostituire il povero Greenlaw, buoni anche i rinnovi di Feliciano e McKivitz, non sicuramente fra i migliori nel ruolo ma almeno garanti di continuità in una O-line con ampi margini di miglioramento ma mai disastrosa.
Stiamo parlando di una squadra perennemente in lizza per il Super Bowl fermatasi a un Patrick Mahomes di distanza dal Lombardi, quindi appare chiaro che non fossero necessarie rivoluzioni ma perfezionamenti che arriveranno anche - e soprattutto - via draft. Per una squadra del genere è infatti fondamentale aggiungere il numero più alto possibile di giovani con contratti irrisori ché a breve saranno costretti a pagare Brock Purdy.
Voto: 6,5. Nulla di clamoroso, un paio di ottimi colpi e perdite ridotte al minimo. Come già detto, non avevano bisogno di chissà cosa e nella posizione in cui si trovano i bisogni primari devono indirizzarli al draft.
Seattle Seahawks
Gli arrivi: Sam Howell (QB); Noah Fant (TE, rinnovo); George Fant (OT); Nick Harris (C); Leonard Williams (DL, rinnovo); Johnathan Hankins (DT); Jerome Baker (LB); Tyler Dodson (LB); Artie Burns (CB); K’Von Wallace (CB); Rayshawn Jenkins (S).
Le partenze: Drew Lock (QB); DeeJay Dallas (RB); Will Dissly (TE); Colby Parkinson (TE); Jason Peters (OT); Damien Lewis (G); Mario Edwards (DT); Jordyn Brooks (LB); Devin Bush (LB); Bobby Wagner (LB); Jamal Adams (S); Quandre Diggs (S).
Chi si aspettava una free agency esplosiva e iperattiva sarà rimasto deluso da quanto - poco - combinato in questo mese da Seattle: non poteva essere altrimenti.
Mi preme rassicurare ogni tifoso con un paio di parole che vi invito a prendere per buone: Mike Macdonald sa quello che fa. Non a caso, Seattle si è sottoposta a un repulisti che ha attraversato tutto il reparto difensivo rinunciando a titolari come Brooks, Wagner, Adams e Diggs. In alcuni casi hanno voluto alleggerire la pressione sul monte ingaggi - vero Jamal Adams? - in altri, invece, la scelta è stata dettata da ragioni più pratico-filosofiche, in quanto evidentemente i profili di Wagner e Brooks non soddisfavano le necessità di Macdonald.
C’è molto lavoro da fare, ma vi invito a ricordare come le fortune della Legion of Boom siano state costruite al draft.
Sul fronte arrivi il più interessante è sicuramente quello di Sam Howell, quarterback dall’innegabile talento ma che deve essere sgrezzato con pazienza. Nel 2023, a Washington, ho visto sprazzi di grandezza fra un intercetto e l’altro, quindi credo che un anno in panchina a maturare alle spalle di Smith in un contesto sereno e funzionale come quello di Seattle potrebbe costituire tutto ciò di cui avrà bisogno per affermarsi eventualmente come valido titolare.
La chiusura del ciclo Carroll li pone davanti a un possibile anno zero, un anno zero che potevamo scorgere fra le righe in quanto Geno Smith non può essere la soluzione sul lungo termine. La sua è stata una stupenda storia di redenzione, ma Seattle necessita di un quarterback attorno al quale costruire gli eventuali successi di domani: Geno Smith a 34 anni e con una sola stagione e mezzo di livello nel curriculum non può essere il loro uomo.
Non mi stupirebbe vederli usare la scelta al primo round del draft proprio per un quarterback.
Voto: 5,5. Finora non è stata una offseason particolarmente gioiosa quella dai Seahawks. Dalla D-line in giù la difesa è diventata quasi irriconoscibile e le aggiunte molto difficilmente basteranno a compensare alle perdite. La buona notizia è che si siano assicurati un fenomeno in panchina che riuscirà a modellare la difesa a propria immagine e somiglianza.
NFC SOUTH
Atlanta Falcons
Gli arrivi: Kirk Cousins (QB); Ray-Ray McCloud (WR); Darnell Mooney (WR); Rondale Moore (WR); Charlie Woerner (TE); Kentavious Street (EDGE, rinnovo).
Le partenze: Desmond Ridder (QB); Mack Hollins (WR); Van Jefferson (WR); Cordarrelle Patterson (WR); MyCole Pruitt (TE); Jonnu Smith (TE); Matt Hennessy (G); Bud Dupree (EDGE); Calais Campbell (DT); Tre Flowers (CB); Jeff Okudah (CB).
Arrivati quasi a metà marzo non c’è più molto da dire sugli Atlanta Falcons, la squadra più analizzata dell’offseason in quanto autrice della mossa dell’offseason.
La decisione di affidare l’attacco a Kirk Cousins ha sconquassato i fragili equilibri della division, appare infatti chiaro che Atlanta si presenterà a settembre in qualità di assoluta favorita potendo finalmente contare su un quarterback di livello - penso che sia un qualcosa di oggettivamente innegabile - al comando di un roster intrigante e talentuoso.
Atlanta vuole vincere e, nel caso della NFC South, può vincere, resta però da capire se abbiano il materiale umano necessario per fare strada ai playoff. I precedenti stabiliti da Cousins nel corso della carriera ci costringono a rifugiarci dietro un muro di prudenza, ma resto convinto che con un parco ricevitori formato da London, Pitts, Mooney, Moore e Robinson possa tranquillamente continuare a sfornare stagioni da più di 4000 yard e 30 touchdown.
Immagino che puntelleranno la difesa al draft, i tangibili miglioramenti dello scorso anno non mi bastano a trovarle un posto fra le migliori dieci della lega. Anche se non mi scandalizzerebbe la scelta di rincarare la dose e ampliare ulteriormente l’arsenale offensivo aggiungendo un altro ricevitore.
Non me ne vogliate per la sinteticità, ma come già detto in precedenza di loro vi ho già detto tutto quello che potevo dirvi analizzando la firma di Kirk Cousins poiché la loro offseason è stata Kirk Cousins.
Hanno fatto sufficiente rumore per mettersi nella posizione di fare rumore pure in regular season, vediamo se riusciranno a non deludere le aspettative.
Voto: 8,5. Con tutti i limiti che può avere Kirk Cousins, finalmente hanno il loro quarterback. Anzi, finalmente hanno un quarterback che in NFC South non dovrebbe aver problemi a dettare legge. Condizionale d’obbligo che con Cousins e i Falcons non si sa mai.
Carolina Panthers
Gli arrivi: Diontae Johnson (WR); David Moore (WR); Robert Hunt (G); Damien Lewis (G); A’Shawn Robinson (DT); K’Lavon Chaisson (EDGE); Jadaveon Clowney (EDGE); D.J. Wonnum (EDGE); Josey Jewell (LB); Troy Hill (CB, rinnovo); Jordan Fuller (S); Nick Scott (S).
Le partenze: D.J. Chark (WR); Laviska Shenault (WR); Hayden Hurst (TE); Gabe Jackson (G); Bradley Bozeman (CB); Yetur Gross-Matos (EDGE); Frankie Luvu (LB); Deion Jones (LB); Brian Burns (EDGE); Shaquill Griffin (CB); C.J. Henderson (CB); Donte Jackson (CB); Vonn Bell (S); Jeremy Chinn (S).
Avete presente la pesca con le bombe a mano?
Una cosa del genere. Avendo bisogno di tutto Carolina è andata a mettere mano pressoché ovunque investendo con particolare convinzione sulla linea d’attacco, idea tutto sommato saggia se si tengono presenti le enormi difficoltà del povero Bryce Young che, seppur a tratti inadeguato, non ha mai potuto contare su una protezione anche solo decente.
Hunt e Lewis dovrebbero immediatamente fortificare una delle peggiori linee d’attacco della lega, anche se una protezione eccellente potrebbe condannare il quarterback alla depressione visto che il corpo ricevitori resta molto sospetto. Diontae Johnson è uno dei miei giocatori feticcio, ma per quanto possa volergli bene non mi sento a mio agio ad affermare che basterà il suo innesto a riabilitare un reparto formato da Thielen a fine carriera, il sophomore Mingo e il deludente Marhsall.
Potessero almeno contare su un gioco di corse di livello…
In difesa non si sono mossi affatto male se fingiamo che Brian Burns non abbia mai giocato per loro. Ai tempi non fu il nuovo GM Dan Morgan a rifiutare le due pick al primo round gentilmente offerte dagli assatanati Rams, ma ciò nonostante resto convinto che potessero portarsi a casa molto più di una scelta al secondo e al quinto round per un giocatore del genere, uno che ha dimostrato di saper portare costante pressione al quarterback avversario anche senza alcun tipo di aiuto.
Soprattutto, perché non rinnovargli il contratto? Perché non renderlo protagonista del nuovo corso tecnico? Lo hanno selezionato al primo round, lo hanno visto trasformarsi in un Pro Bowler concludendo ogni stagione con almeno 7.5 sack per poi lasciarlo andare senza nemmeno ringraziarlo: perché non hanno voluto blindarlo?
Clowney e Wonnum daranno probabilmente vita a un tandem perlomeno rispettabile, ma mi risulta impossibile comprendere le decisioni dietro una scelta nella quale troviamo incapsulata la mancanza di programmazione di una franchigia che continua a muoversi a tentoni.
Voto: 6. Una sufficienza d’incoraggiamento. Avrei voluto punirli con una bel quattro solo per l’affaire Burns, ma non posso negare che se non altro ci abbiano provato.
New Orleans Saints
Gli arrivi: Cedrick Wilson (WR); Chase Young (EDGE); Demario Davis (LB, rinnovo); Willie Gay Jr. (LB); Tyrann Mathieu (S, rinnovo).
Le partenze: Jameis Winston (QB); Michael Thomas (WR); Jimmy Graham (TE); Andrus Peat (OT); Max Garcia (G); Malcolm Roach (DT); Zack Baun (LB); Isaac Yiadom (CB); Marcus Maye (S).
Impiccati da un punto di vista salariale, i Saints hanno vissuto l’ennesima offseason da Saints. Un paio di ristrutturazioni contrattuali di qua, un paio di bonus spostati di là, il tutto con una spruzzatina di void year ché ne vale sempre la pena compromettere la flessibilità salariale del futuro per collezionare annate da otto-massimo-nove vittorie.
Ringrazio Dio o chi per lui di non tifare questa squadra altrimenti avrei già perso da un pezzo quel briciolo di sanità mentale che sono riuscito a mettere da parte con tanta fatica.
Cosa diamine vogliono fare? Soprattutto, cosa pensano di fare con questo roster? Sono rimasti gli unici incapaci di constatare il valore assoluto di Derek Carr?
Non avendo a disposizione spazio salariale non hanno avuto modo di fare chissà quanto, Cedrick Wilson e Willie Gay sono indubbiamente buoni giocatori ma dubito che colmeranno il delta fra la mediocre illusione di competitività e la competitività funzionale, quella che li porterebbe a giocarsela alla pari con San Francisco, Philadelphia, Detroit o anche solo Dallas.
Lo ripeto disperatamente da anni, New Orleans ha bisogno di ripartire da capo, di individuare un quarterback al draft attorno a cui costruire i successi del futuro, di togliere pressione da un monte ingaggi perennemente ingolfato - per niente -, insomma, di un vitale rebuild. Se nemmeno gli esempi fortunati di Detroit e Houston sono stati in grado di convincerli a fare la cosa giusta iniziamo a temere che per loro non ci sia più speranza.
Un abbraccio sentito e sincero ai tifosi.
Voto: 5-. Ottime mosse per una squadra separata dall’élite della NFC da un Cedrick Wilson e Willie Gay. Non ho idea di cosa stiano provando a fare.
Tampa Bay Buccaneers
Gli arrivi: Baker Mayfield (QB, rinnovo); Mike Evans (WR, rinnovo); Ben Bredeson (G); Sua Opeta (G); Greg Gaines (DL, rinnovo); Lavonte David (LB, rinnovo); Bryce Hall (CB); Jordan Whitehead (S); Antoine Winfield Jr. (S, franchise tag); Chase McLaughlin (K, rinnovo).
Le partenze: David Moore (WR); Aaron Stinnie (G); Ryan Jensen (C, ritiro); Shaq Barrett (EDGE); Devin White (LB); Carlton Davis (CB); Ryan Neal (S).
Penso che questa sia la prima offseason in cui sono riuscito a sdoganare a me stesso il concetto di competitività disinteressata: provo a darle una definizione.
Avete presente i Falcons con Cousins? Ecco, immagino che l’obiettivo dichiarato sia quello di arrivare fino in fondo e vincere il maledetto Super Bowl, tuttavia con una piccola dose di onestà intellettuale ci si metterà poco a convenire che no, è molto improbabile che vincano il Super Bowl: non sono nemmeno sul podio della propria conference!
Il punto è proprio questo, quella che chiunque ad agosto creda di arrivare fino in fondo è una favoletta alla quale può cascare solamente il tifoso naïf o il neofita - assonanza mica casuale: concretamente, ogni anno sono sei massimo otto squadre quelle che possono ambire al trofeo bislungo da riempire di ditate.
Per le altre squadre una competitività disinteressata da dieci vittorie e una capatina al divisional round è tutto ciò che serve per definire la stagione appena vissuta come un successo.
Il 2023 dei Tampa Bay Buccaneers ci fornisce l’esempio perfetto di competitività disinteressata, in quanto per una squadra condannata a una stagione da meno di sei vittorie arrivare a giocarsi l’accesso al Championship Game contro i Lions era un qualcosa di così irrealistico da sfuggire al dominio del lemma “sogno” - anche perché dall’altra parte c’erano i Lions, partner di ballo prettamente onirico.
Hanno rinnovato tutti. No, con Baker Mayfield non saranno contender, ma dopo l’annata che ha fatto non avevano altra scelta. Hanno fatto la cosa giusta a prolungare il contratto a leggende come Evans e David, non sarei stato disposto a vederli sfoggiare un colore diverso dal rosso-Bucs. Molto bene pure con McLaughlin, silenziosamente fra i kicker più affidabili della scorsa stagione.
E ottima idea pure il franchise tag a quell’animale di Antoine Winfield Jr., anche se vorrei vederlo rinnovare il prima possibile.
Voto: 7+. Hanno fatto tutto quello che dovevano fare senza creare alcun tipo di dramma. E io ho finito con i pagelloni. Per ora.