Il pagellone della free agency NFL 2024 - NFC (prima parte)
Come da tradizione - e ordine alfabetico - la NFC deve sempre pazientare: iniziamo riassumendo la free agency della NFC North ed East
NFC NORTH
Chicago Bears
Gli arrivi: D’Andre Swift (RB); Keenan Allen (WR); Ryan Bates (OL); Gerald Everett (TE); Jaylon Johnson (CB, rinnovo); Kevin Byard (S); Jonathan Owens (S).
Le partenze: Justin Fields (QB); D’Onta Foreman (RB); Darnell Mooney (WR); Cody Whitehair (C); Dan Feeney (G); Yannick Ngakoue (EDGE); Justin Jones (DT); Eddie Jackson (S).
Ottimo inizio d’offseason per coloro che erano chiamati a esserne i protagonisti.
L’obiettivo principale della loro free agency era quello di togliere dal mercato Jaylon Johnson, probabilmente il miglior cornerback della lega durante lo scorso autunno: direi che ci siano riusciti piuttosto agevolmente raggiungendo l’intesa per il rinnovo evitando drammi inutili.
Non sono sicuro che il volubile Swift costituisse la miglior opzione nel florido bacino dei running back free agent, ma immagino che se calato all’interno di un committee con Herbert e Johnson potrà giocare snap di qualità, soprattutto come ricevitore.
La mossa che in assoluto ho più amato è naturalmente quella tramite la quale si sono assicurati Keenan Allen, aumentando così la potenza di fuoco di un reparto offensivo che promette scintille. Affiancarlo a Moore costituisce un’idea così brillante che fatico ad associarla ai Chicago Bears, squadra che negli ultimi anni si è spesso mossa come un dodicenne bendato che tenta di frantumare la piñata.
Moore e Allen sono due ricevitori affidabili e dalle mani sicure, due profili ideali da mettere a disposizione di un quarterback rookie che necessiterà di certezze: nel 2023 entrambi hanno concluso la stagione con una percentuale di ricezioni sulle contested catch superiore al 70%. Certo, l’icona dei Chargers al termine della prossima stagione sarà già free agent, ma visto che agevolare l’ingresso di Williams in NFL deve essere la loro priorità assoluta dubito crollerebbe il cielo qualora fra una decina abbondante di mesi lo dovessero perdere in free agency.
Fossi in loro continuerei a investire a testa bassa sulla linea d’attacco, ma immagino che questo sarà un bisogno che indirizzeranno al draft di fine aprile.
Offseason finora intelligente da parte di una franchigia che vuole disperatamente voltare pagina.
Voto: 7+. Hanno apparecchiato la tavola a Caleb Williams e, a mio avviso, ci sono riusciti piuttosto bene. Non voglio soffiare sul fuoco dell’hype, ma è come se il front office volesse immediatamente mettere Williams nella posizione di diventare il primo quarterback nella storia dei Bears a lanciare per più di 4000 yard in una stagione.
Detroit Lions
Gli arrivi: Graham Glasgow (G, rinnovo); Kevin Zeitler (G); Marcus Davenport (EDGE); D.J. Reader (DT); Jalen Reeves-Maybin (LB, rinnovo); Carlton Davis (CB); Emmanuel Moseley (CB, rinnovo); Amik Robertson (CB).
Le partenze: Teddy Bridgewater (QB, ritirato); Josh Reynolds (WR); Jonah Jackson (G); Halapoulivaati Vaitai (G); Romeo Okwara (EDGE, ritirato); Benito Jones (DT); Cameron Sutton (CB); C.J. Gardner-Johnson (S); Tracy Walker (S).
I Detroit Lions non sbagliano più una mossa. Seriamente, dall’addio di Matthew Stafford in avanti chi di dovere ha azzeccato ogni possibile decisione - a partire dal lasciar svernare Stafford in California a dare finalmente un senso alla propria carriera. Questo combinato a quanto appena detto sui Chicago Bears mi obbliga a proporre la NFC North come location per il film tratto dal libro in cui un mondo imprecisato viene definito “al contrario”.
Bene, davvero bene. Nel 2023 abbiamo avuto modo di constatare la completezza di un roster assemblato senza mai scendere a compromessi, un roster che incarna in tutto e per tutto la personalità del proprio allenatore e che ci testimonia una rara sinergia fra front office e coaching staff. Non avevano bisogno di troppe cose, la loro missione principale era quella di minimizzare le perdite e colmare ogni possibile cratere aperto dagli addii: missione compiuta.
Fuori Jonah Jackson? Dentro Kevin Zeitler. Okwara si ritira? Ma sì, scommettiamo sull’intrigante Davenport. E poi c’è quel D.J. Reader che se per puro caso riuscirà a eludere gli infortuni che ne hanno scandito gli ultimi anni a Cincinnati…
Recentemente Detroit ha dimostrato di essere una delle migliori squadre in assoluto in sede di draft, quindi mi viene naturale presumere che il front office saprà portare a termine la missione cornerback - questa missione percorre trasversalmente tutto il reparto difensivo. Lo scabroso addio di Sutton ha indubbiamente complicato i piani, ma confido nell’abilità di Holmes di individuare giovani brillanti pronti a contribuire fin da subito.
Assurdo, a Detroit ora essere ottimisti non è più prerogativa di folli e inconsapevoli.
Voto: 7,5. Sono riusciti a migliorare con precisione chirurgica un roster già di qualità. La scelta di rimpiazzare Jonah Jackson con il veteranissimo Kevin Zeitler ci dice tutto quello che dobbiamo sapere su di loro: non hanno alcuna voglia di aspettare. Principalmente perché hanno già aspettato abbastanza.
Green Bay Packers
Gli arrivi: A.J. Dillon (RB, rinnovo); Josh Jacobs (RB); Corey Ballentine (CB, rinnovo); Keisean Nixon (CB/ST, rinnovo); Xavier McKinney (S); Greg Joseph (K).
Le partenze: Aaron Jones (RB); David Bakhtiari (OT); Yosh Nijman (OT); Jon Runyan (OG); De’Vondre Campbell (LB); Jonathan Owens (S); Darnell Savage (S).
Dilaniata dal “dramma Rodgers”, negli ultimi anni la fanbase dei Green Bay Packers è diventata più radioattiva del piede d’elefante sotto il reattore 4 della centrale nucleare di Černobyl. L’unica figura che sapeva ricongiungere le due fazioni era quella di Aaron Jones, individuo universalmente amato e venerato come una vera e propria icona di una squadra con una storia che definirla ricca sarebbe un eufemismo.
In quanto più giovane - quattro anni per un running back fanno tutta la differenza di questo mondo - Jacobs è forse un’opzione preferibile a Jones, forse no, tuttavia ciò di cui sono certo è che nessun tifoso gialloverde si sarebbe mai immaginato di salutare in questo modo uno dei pochi punti di riferimento di una franchigia che aveva finalmente ritrovato la serenità dopo anni di turbolenza.
La sua avventura ai Packers è finita nel peggior modo possibile, con il rilascio arrivato in seguito al suo rifiuto di tagliarsi lo stipendio… e con l’inevitabile firma con i Minnesota Vikings.
Ahia.
Ciò detto, non ho nulla da rimproverare ai Packers. Hanno rinnovato chi dovevano rinnovare, hanno trovato il coraggio di prendere la tanto dolorosa quanto sacrosanta decisione di chiudere il rapporto con Bakhtiari - sorge spontaneo chiedersi quanti snap gli siano rimasti nel serbatoio -, hanno cacciato Joe Barry e messo sotto contratto il giocatore che ogni esperto o presunto tale aveva accostato a loro negli ultimi mesi, Xavier McKinney. Non è affatto banale che una squadra s’attenga al proprio gameplan.
McKinney dovrebbe essere il pezzo mancante che permetterà al reparto difensivo dei Packers di cominciare a giocare rispettando il proprio debordante potenziale.
Qualora la difesa dovesse definitivamente esplodere vi invito a sopprimere qualsiasi mio tentativo di giro d’onore ché saranno almeno quattro anni che in primavera ne pronostico ossessivamente l’esplosione.
Voto: 7+. L’unico grande rimpianto è costituito dall’addio amaro di Aaron Jones, uno che negli anni ha conquistato un posto privilegiato nel cuore di ogni tifoso.
L’investimento su McKinney potrebbe rivoluzionare un reparto difensivo che quest’anno non ha più scuse per procrastinare il definitivo salto di qualità.
Minnesota Vikings
Gli arrivi: Sam Darnold (QB); Aaron Jones (RB); David Quessenberry (OL, rinnovo); Jonathan Greenard (EDGE); Andrew Van Ginkel (EDGE); Jihad Ward (DT); Jonah Williams (DT); Blake Cashman (LB); Shaquill Griffin (CB).
Le partenze: Kirk Cousins (QB); Joshua Dobbs (QB); Alexander Mattison (RB); K.J. Osborn (WR); Dalton Risner (G); Marcus Davenport (EDGE); Danielle Hunter (EDGE); D.J. Wonnum (EDGE); Anthony Barr (LB); Jordan Hicks (LB); Greg Joseph (K).
Uhm. Che dire dei Vikings? Non ne ho idea, è come se avessero vissuto due offseason diametralmente opposte in una.
Da una parte la tragedia - dovevo mettere le virgolette? - scaturita dall’addio di Kirk Cousins, dall’altra una serie di mosse che indipendentemente da quanto accaduto under center non possono non essere celebrate. Andiamo con ordine.
Potete pensarla come volete sul suo tempo a Minneapolis, ma è indubbio che con lui a gestire le operazioni i Vikings abbiano potuto costantemente contare su uno dei quindici migliori quarterback della lega. E in alcune istanze addirittura in uno dei migliori dieci. È inutile nascondersi dietro statistiche individuali spesso accattivanti, lo avevano ricoperto d’oro con l’unico obiettivo di arrivare fino in fondo - non dimentichiamoci che con Keenum si erano fermati al Championship Game - e non ci è mai arrivato nemmeno vicino.
Ciò nonostante dava sufficienti garanzie nella posizione più importante del gioco e ora, senza di lui, Minnesota sarà probabilmente costretta a ipotecare il proprio futuro per scalare il tabellone e appropriarsi del quarterback del futuro.
Dall’altra parte troviamo una sfilza di ottime firme che vanno immediatamente a potenziare un reparto difensivo che lo scorso autunno ci ha stupiti. O almeno, considerando il materiale umano a disposizione, mi ha stupito.
Se abbiamo imparato qualcosa dall’ultimo decennio è proprio che Brian Flores sappia massimizzare il rendimento di qualsiasi difesa, quindi mi trovo costretto a credere che a settembre saremo testimoni di ulteriori miglioramenti che potrebbero permetterle di completare il salto da “adeguata” a “più che competente”.
Ho apprezzato la velocità d’esecuzione con cui sono andati a togliere dal mercato un Aaron Jones assetato di vendetta, era infatti imprescindibile che andassero a rafforzare un backfield che l’anno scorso è risultato settimanalmente fra i più sterili e mesti della lega - anche se in luce dell’età immagino che aggiungeranno qualcun altro al draft.
Come posso valutarla, quindi, questa free agency?
Voto: 7,5 e boh. La valutazione più difficile in assoluto in quanto, Kirk Cousins a parte, credo proprio che Minnesota abbia svolto un ottimo lavoro rimpolpando il reparto di Brian Flores con gente perfetta per il suo schema.
Il problema sta tutto nel fatto che quel “Kirk Cousins a parte” non sia affatto facile da mettere da parte. Vediamo come agiranno al draft.
NFC EAST
Dallas Cowboys
Gli arrivi: Eric Kendricks (LB); Rico Dowdle (RB, rinnovo); Jourdan Lewis (CB, rinnovo).
Le partenze: Tony Pollard (RB); Michael Gallup (WR); Tyron Smith (OT); Tyler Biadasz (C); Dorance Armstrong (EDGE); Dante Fowler Jr. (EDGE); Neville Gallimore (DT); Johnathan Hankins (DT); Leighton Vander-Esch (LB, ritirato); Stephon Gilmore (CB).
Fortunatamente posso nascondermi sotto la sottana di mamma-paywall ché i tifosi dei Cowboys tendono a essere permalosi.
Dallas drafta bene, quindi posso facilmente comprendere la decisione di attendere pazientemente maggio in modo da poter mettere sotto contratto giocatori che non costino loro preziose compensatory pick, ma sono convinto che in un mese potessero fare qualcosina in più che aggiungere solamente Eric Kendricks, linebacker che conosce perfettamente il sistema di gioco di Mike Zimmer ma che a 32 anni ha quasi sicuramente già giocato il proprio miglior football.
Pollard, Gallup, Smith, Biadasz, Armstrong, Fowler, Gallimore, Vander-Esch e Gilmore hanno tutti giocato snap importanti nel 2023 e dubito che il solo Kendricks possa sopperire a tutti questi addii.
La peggior free agency in assoluto, anche se prevedo una necessaria iperattività a cavallo fra aprile e maggio.
Voto: 3. Fortunatamente mettono insieme ottimi draft.
Prima volta in vita che mi trovo d’accordo con una dichiarazione di Skip Bayless - prima di coricarvi non dimenticatevi di ringraziare le virgole per l’encomiabile e silenzioso da loro svolto.
New York Giants
Gli arrivi: Drew Lock (QB); Devin Singletary (RB); Jermaine Eluemunor (OT); Jon Runyan (OG); Aaron Stinnie (OG); Brian Burns (EDGE); Jalen Mills (CB).
Le partenze: Tyrod Taylor (QB); Saquon Barkley (RB); Parris Campbell (WR); Sterling Shepard (WR); Ben Bredeson (G); Jihad Ward (DT); A’Shawn Robinson (DT); Adoree’ Jackson (CB); Xavier McKinney (S).
Nel 2022 ci avevano illusi non solo di aver ritrovato la competenza, ma addirittura la competitività. Un anno e qualcosa dopo rieccoci qua, ogni possibile progresso cancellato con un colpo di spugna e un contrattaccio under center che per sbarazzarsene immagino non avrebbero problemi a scaricarlo nel fiume come faceva Mr. Burns con le scorie nucleari.
Proprio per questa ragione voglio applaudire l’innesto di Drew Lock, quarterback che teoricamente andrà a mettere in discussione il posto da titolare di Daniel Jones. Principalmente a causa dell’abnorme contratto, suppongo che a settembre il titolare sarà ancora Danny Dimes, tuttavia faticherei a fingere stupore se dopo un paio di uscite non esaltanti coach Daboll desse un’opportunità a Lock.
La speranza è che gli innesti low-cost dei vari Eluemunor, Runyan e Stinnie possano fortificare una linea d’attacco che non solo ha neutralizzato il povero Saquon Barkley, ma che ha condannato a morte sicura prima Jones, poi Taylor e infine DeVito.
Per ritrovare il sorriso - o anche solo accennarne uno - dobbiamo spostare la nostra attenzione sul reparto difensivo poiché la situazione si sta facendo davvero interessante. Una defensive line che può contare su Dexter Lawrence, Brian Burns e Kayvon Thibodeaux dovrebbe dominare contro chiunque e, magari, sopperire pure alla probabile inefficienza del reparto offensivo.
La trade con cui hanno salvato Brian Burns dai Carolina Panthers può definire la loro offseason, posso infatti affermare senza problemi che lo abbiano rubato a una squadra che non troppo tempo fa rifiutò due scelte al primo round per lui: certo, gli hanno già dato un contratto faraonico, ma appropriarsi di un giocatore del genere sacrificando solamente una scelta al secondo e al quinto giro alza la loro valutazione almeno di un voto.
Curioso di vedere come decideranno di utilizzare la pick al primo round del draft.
Voto: 7+. New York si trova in una posizione particolarmente scomoda a causa di Daniel Jones, il suo contratto e la sua avvilente incostanza: seppur con le mani legate dietro alla schiena il front office si è mosso piuttosto bene rafforzando entrambe le linee con intelligenza e opportunismo.
Philadelphia Eagles
Gli arrivi: Kenny Pickett (QB); Saquon Barkley (RB); Parris Campbell (WR); Landon Dickerson (G, rinnovo); Brandon Graham (EDGE); Bryce Huff (EDGE); Zack Baun (LB); Devin White (LB); C.J. Gardner-Johnson (S); Jake Elliott (K, rinnovo).
Le partenze: Marcus Mariota (QB); Rashaad Penny (RB); D’Andre Swift (RB); Jack Driscoll (OT); Sua Opeta (G); Jason Kelce (C, ritirato); Fletcher Cox (DT, ritirato); Haason Reddick (EDGE); Zach Cunningham (LB); Nicholas Morrow (LB); Bradley Roby (CB); Kevin Byard (S).
Ve ne ho già parlato così tanto un paio di settimane fa che non ho molto da aggiungere se non che più passano i giorni più mi chiedo come sia possibile: quando non aggiungono giocatori ne rinnovano altri - è notizia di un paio di giorni fa la firma di Jordan Mailata.
Più passano i giorni, più sorrido visualizzando Saquon Barkley correre dietro una delle migliori linee d’attacco della lega. Sono pienamente consapevole che investire con convinzione su un running back rappresenti il peggior peccato di cui possa macchiarsi un GM in questo periodo storico, ma non prendiamoci in giro, cosa può fare un giocatore del genere dietro uno dei reparti più consistentemente dominanti dell’ultimo lustro?
Il roster degli Eagles è costruito davvero bene, è infatti da tempo che erano pronti per i ritiri di Kelce e Cox, quindi non posso permettermi di criticare la mancata aggiunta di un nuovo centro o di un D-tackle, Cam Jurgens e Jordan Davis - o Jalen Carter - dovrebbero rimpiazzare piuttosto bene le due leggende fresche di ritiro.
Hanno rimescolato le carte lungo tutto il reparto difensivo mettendo presumibilmente a disposizione di coach Fangio - il vero colpo della loro offseason - giocatori che possano concretizzare la sua idea di football americano e garantire costanza di rendimento a un reparto che nel 2023 si è inspiegabilmente sciolto.
Hanno sostanzialmente scambiato Reddick con Huff, sostituito Morrow con White e Byard con il cavallo di ritorno Gardner-Johnson: è troppo presto per dirlo, ma credo che il risultato dell’equazione non sia negativo.
Pure quest’anno si presentano ai nastri di partenza paurosamente talentuosi e profondi… e manca ancora il draft.
Voto: 8-. Classica free agency da Howie Roseman, forse leggermente più aggressiva del solito. Hanno sopperito a un paio di ritiri dolorosi con firme che non possono che dare morale alla fanbase più esigente della lega. L’innesto di Barkley, in particolare, potrebbe permettere al reparto offensivo di raggiungere un equilibrio potenzialmente devastante.
Washington Commanders
Gli arrivi: Marcus Mariota (QB); Austin Ekeler (RB); Jamison Crowder (WR, rinnovo); Zach Ertz (TE); Nick Allegretti (G); Tyler Biadasz (C); Dorance Armstrong (EDGE); Clelin Ferrell (EDGE); Dante Fowler Jr. (EDGE); Frankie Luvu (LB); Bobby Wagner (LB); Jeremy Chinn (S); Brandon McManus (K).
Le partenze: Jacoby Brissett (QB); Sam Howell (QB); Antonio Gibson (RB); Curtis Samuel (WR); Logan Thomas (TE); Charles Leno Jr. (OT); Nick Gates (C); Cody Barton (LB); Kendall Fuller (CB); Kamren Curl (S); Joey Slye (K).
Bisogna sempre andarci con i piedi di piombo quando si parla della squadra della capitale, perciò con tutta la cautela del mondo mi limiterò a dire questo: se non altro non sono andati a ingolfare di contrattoni il salary cap.
Oltre a questo, hanno pure fatto incetta di buonissimi giocatori come Luvu, Armstrong, Biadasz, Allegretti e Chinn: il tutto senza elargire pessimi contratti.
Molto bene.
Approvo anche aggiunte come quelle di Wagner ed Ekeler, due veterani che non avranno problemi ad alzare la voce in spogliatoio nei momenti più delicati.
Washington ha fatto quello che doveva fare, ossia aggiungere talento a uno dei roster più deprimenti della lega. Ci sono altissime probabilità che con la seconda scelta assoluta vadano ad aggiungere un quarterback e, teoricamente, con questa sfilza di movimenti dovrebbero aver scongiurato il rischio di condannare chicchessia giovane a replicare l’annata appena vissuta dal povero Bryce Young. Non posso in alcun caso parlarvi di roster completo e competitivo, ma se non altro c’è qualcosa su cui lavorare.
La strada per la competitività è ancora lunga e tortuosa, ma questo mix di veterani e giovani talenti rappresenta un’ottima base di partenza sulla quale costruire una squadra prima di tutto seria, perché sì, a Washington c’è bisogno principalmente di serietà.
Vediamo se Dan Quinn saprà risvegliare dal proprio sonno dogmatico una franchigia diventata sinonimo di mediocrità.
Voto: 8+. Non mi aspetto grandi cose da loro nel 2024, ma devo premiare la razionalità che ha permesso al front office di resistere alla tentazione di lanciare contratti da nove cifre a un paio di giocatori che probabilmente si sarebbe trovati a predicare nel deserto. Hanno optato per la quantità, l’esperienza e la prudenza: serve prima di tutto un cambio di cultura che deve obbligatoriamente partire dallo spogliatoio.