Il pagellone della free agency NFL 2024 - AFC (prima parte)
Oggi valuteremo la free agency delle squadre di AFC North ed East
AFC NORTH
Baltimore Ravens
Gli arrivi: Derrick Henry (RB); Josh Jones (OT); Nelson Agholor (WR, rinnovo); Justin Madubuike (DT, rinnovo).
Le partenze: Gus Edwards (RB); Odell Beckham Jr. (WR); Morgan Moses (OT); John Simpson (G); Kevin Zeitler (G); Jadaveon Clowney (EDGE); Patrick Queen (LB); Ronald Darby (CB); Geno Stone (S).
Ero pronto, ma che sofferenza.
Baltimore si affacciava alla free agency con una ventina di giocatori in scadenza e pochissimo spazio salariale con cui operare: come prevedibile il roster ha subito un salasso.
Procediamo con ordine. In un paio di settimane Baltimore ha quietamente perso tre offensive lineman titolari, l’intero backfield, il ricevitore con il cognome più prestigioso, un numero importante di sack, ingranaggi fondamentali nel complesso meccanismo della secondaria e il Robin del Batman del reparto difensivo - che per di più ha firmato con gli Steelers.
Va altresì detto che il front office sia riuscito a indorare piuttosto bene la pillola rinnovando il contratto a Justin Madubuike e andandosi a prendere Derrick Henry, due firme che hanno decisamente giovato al morale collettivo nella fanbase.
Storicamente parlando i Ravens non sono mai stati troppo attivi nelle prime fasi della free agency, le fortune di questa squadra sono spesso state costruite con firme estive raramente celebrate - si pensi ai vari Clowney e Darby -, quindi all’occhio che nei prossimi mesi completeranno il roster spulciando fra gli oggetti smarriti. Tanti buchi potrebbero essere colmati da giocatori già a roster - soprattutto lungo la linea d’attacco -, ma appare evidente che il GM DeCosta quest’anno abbia a disposizione pochissimo margine d’errore al draft.
Hanno perso tantissima profondità ma, fortunatamente, nessun pilastro. Anche se vedere Patrick Queen dirigere il traffico a Pittsburgh sarà traumatico.
Voto: 6. Il risultato dell’equazione per il momento è negativo, ma l’insufficienza mi sembrerebbe immotivata dato che tutto ciò era ampiamente prevedibile. Non hanno perso l’unico giocatore che non si potevano permettere di perdere e hanno affiancato un re a Lamar.
Cincinnati Bengals
Gli arrivi: Zack Moss (RB); Tee Higgins (WR, franchise tag); Mike Gesicki (TE); Trent Brown (OT); Sheldon Rankins (DT); Vonn Bell (S); Geno Stone (S).
Le partenze: Joe Mixon (RB); Irv Smith (TE); Jonah Williams (OT); D.J. Reader (DT); Chidobe Awuzie (CB); Nick Scott (S).
Offseason più che positiva quella che stanno vivendo i Cincinnati Bengals che, purtroppo, non possono ricoprire di milioni di dollari l’unica cosa di cui avrebbero davvero bisogno, ovverosia la salute di Joe Burrow.
Le perdite fanno male più da un punto di vista sentimentale che pratico, in quanto Mixon, Boyd - ancora free agent -, Reader e Awuzie hanno tutti ricoperto ruoli di rilievo durante la cavalcata al Super Bowl di qualche anno fa.
La partenza più dolorosa dovrebbe essere quella di Reader, giocatore che se in campo ha sempre avuto un impatto determinante, ma che potrebbe essere sostituito più che dignitosamente dal sottovalutato Sheldon Rankins.
Il leitmotiv della loro free agency è stato proprio quello di andare a sopperire con precisione a ogni perdita e, a mio avviso, potrebbero aver seriamente migliorato il roster.
Moss, Gesicki, Brown e Stone non dovrebbero avere problemi a rimpiazzare la produzione dei vari Mixon, Smith, Williams e Scott. Ci terrei a mettere in evidenza quanto poco abbiano speso per ognuno di loro. Ciò che più mi ha convinto del loro marzo è stata infatti la razionalità dei contratti elargiti, si sono assicurati buonissimi giocatori a prezzi più che ragionevoli aderendo al modus operandi tipico di una grande squadra.
Il supporting cast di Burrow è a mio avviso migliorato, anche se dobbiamo tenere alta la guardia sul fronte Higgins che non me la sento di escludere aprioristicamente una trade.
Voto: 7,5. Free agency tranquilla e davvero intelligente dei Bengals che, sulla carta, hanno rafforzato un roster già molto competitivo.
Ora resta da vedere se gli dei del football decideranno di lasciare in pace Joe Burrow.
Cleveland Browns
Gli arrivi: Tyler Huntley (QB); Jameis Winston (QB); D’Onta Foreman (RB); Jerry Jeudy (WR); Za’Darius Smith (EDGE, rinnovo); Jordan Hicks (LB).
Le partenze: Joe Flacco (QB); Nick Harris (C); Jordan Elliott (DT); Sione Takitaki (LB); Anthony Walker (LB).
La mossa più rumorosa è stata la trade con cui si sono garantiti l’enigmatico Jerry Jeudy, al quale hanno pure garantito un rinnovo contrattuale che mi ha lasciato piuttosto perplesso. Non posso in alcun caso negare il talento di un ricevitore selezionato al primo round del draft, ma è alquanto inquietante che in quattro anni fra i professionisti non sia mai riuscito a concludere una stagione oltre quota mille.
Ammetto senza alcuna vergogna di aver reagito in modo simile pure alla trade che portò Amari Cooper in Ohio, quindi direi che il front office si sia meritato il beneficio del dubbio.
Forse la firma più importante è stata quella che ha prolungato la permanenza di Za’Darius Smith a Cleveland, la spalla perfetta per un Myles Garrett che casualmente ha vinto il primo Defensive Player of the Year proprio nell’anno in cui gli è stato affiancato l’ex Vikings.
Ritengo saggio aver investito massicciamente sui - plurale curioso ma dovuto - backup quarterback in modo da minimizzare il rischio di ritrovarsi con l’acqua alla gola in caso di un nuovo infortunio di Watson. Winston e Huntley danno profondità ed esperienza alla posizione che lo scorso anno li ha fatti più penare, anche se immagino che nessuno si auguri di vedere anche solo uno dei due in campo dato che il 2024 sarà l’anno della verità per Deshaun Watson - non dicevo lo stesso pure del 2023? Vabbè, era su un altro sito.
La cavalcata guidata da Flacco ci ha insegnato che questo roster sia sufficientemente talentuoso da poter sgattaiolare ai playoff pure senza Watson, ma non possiamo perdere di vista l’immorale prezzo pagato per garantirsi l’ex franchise quarterback dei Texans: l’investimento di Jeudy va valutato anche in questo senso, ossia fare il possibile per mettere Watson nella posizione di tornare a essere uno dei migliori quarterback della lega. Ovvero ciò di cui hanno veramente bisogno.
Voto: 7-. Pure in questo caso nessuna perdita insormontabile e profondità migliorata. Cleveland ha puntellato un roster solidissimo al quale, come visto più volte, manca un quarterback per compiere il definitivo salto di qualità. Il problema è che suddetto quarterback dovrebbe essere a roster già da due anni.
Pittsburgh Steelers
Gli arrivi: Russell Wilson (QB); Justin Fields (QB); Van Jefferson (WR); Cordarrelle Patterson (WR/RB); Patrick Queen (LB); Donte Jackson (CB); DeShon Elliott (S).
Le partenze: Kenny Pickett (QB); Mason Rudolph (QB); Mitch Trubisky (QB); Diontae Johnson (WR); Allen Robinson (WR); Chukwuma Okorafor (OT); Patrick Peterson (CB); Levi Wallace (CB).
Ora constaterò un fatto che mi strugge: in questo primo mese d’offseason gli Steelers sono stati la squadra di cui ho parlato più in assoluto. Essendo mio malgrado inquilino nel mondo dei quarterback è naturale che abbia speso diverse migliaia di parole su una franchigia che da marzo in poi ha visto ben cinque quarterback entrare o uscire dalla porta principale del quartier generale.
Sulla bontà dell’idea di sostituire Pickett e Rudolph con Wilson e Fields vi ho già detto tutto quello che potevo dire qua, perciò cari tifosi gialloneri non me ne vogliate se quest’analisi sarà più asciutta delle altre.
Il colpo più importante potrebbe però essere quello di Patrick Queen, la probabile risposta a un interrogativo sorto quello sciagurato giorno in cui Ryan Shazier è stato estromesso dal football americano a causa di un infortunio al collo. Resta da vedere se senza l’aiuto di Roquan Smith riuscirà a replicare quanto fatto nel 2023, tuttavia in luce dell’età, del potenziale atletico e dell’esperienza maturata in questi anni mi sento tutto sommato sereno ad affermare che non dovrebbe aver problemi a confermarsi perlomeno Pro Bowler.
Resto amareggiato per la decisione di spedire il mio feticcio Diontae Johnson nel gulag Panthers, ma se la sua presenza era davvero così tossica hanno fatto bene ad allontanarlo da uno spogliatoio che ha bisogno di tutta la serenità di questo mondo.
Voto: 8. Questo è un voto all’esecuzione del valzer under center. Quanto diamine ho parlato di ‘sti Steelers.
AFC EAST
Buffalo Bills
Gli arrivi: Mitch Trubisky (QB); Curtis Samuel (WR); Dion Dawkins (OT, rinnovo); Will Clapp (C); A.J. Epenesa (EDGE, rinnovo); Austin Johnson (DT); DaQuan Jones (DT, rinnovo); Taron Johnson (CB, rinnovo); Taylor Rapp (S, rinnovo).
Le partenze: Gabe Davis (WR); Trent Sherfield (WR); Ryan Bates (OL); Mitch Morse (C); Leonard Floyd (EDGE); Poona Ford (DT); Tyrel Dodson (LB); Dane Jackson (CB); Tre’Davious White (CB); Jordan Poyer (S); Micah Hyde (S).
L’affetto è un’arma a doppio taglio. Da un lato ti permette di vivere le cose con una passione altrimenti inimmaginabile, dall’altro sa rendere traumatico pure il più parasociale degli addii: in un paio di settimane i calorosi tifosi dei Bills hanno dovuto salutare Tre’Davious White, Micah Hyde e Jordan Poyer, tre fra le principali ragioni per cui la loro difesa nell’ultimo lustro è stata consistentemente fra le più dominanti dell’intera NFL.
Ciò detto, quella vissuta finora è stata un’offseason tutto fuorché negativa, sono pur sempre riusciti a rinnovare contratti importanti come quelli di Dawkins, Epenesa, Jones e Johnson. Tante volte limitare le perdite è tutto quello di cui necessitiamo per parlare di offseason positiva.
Ho amato l’innesto di Curtis Samuel, alternativa più consistente e clamorosamente meno costosa di Gabe Davis. Le caratteristiche dei giocatori in questione sono così diverse da non poter nemmeno essere paragonate, tuttavia in un attacco esplosivo come quello dei Bills Samuel dovrebbe mettere assieme numeri ben superiori a quelli pretesi da un giocatore con un contratto del genere.
Restano in una posizione incoraggiante, ma appare chiaro che esattamente come Baltimore dovranno completare il roster con un draft brillante che dovrà regalare loro gente pronta a contribuire fin da subito.
Voto: 6+. Per quanto dolorosa, la demolizione in secondaria era a mio avviso necessaria. Non hanno messo a segno nessuna firma rivoluzionaria, ma non hanno nemmeno perso troppo.
Miami Dolphins
Gli arrivi: Jonnu Smith (TE); Isaiah Wynn (OT, rinnovo); Aaron Brewer (C); Shaq Barrett (EDGE); Jordyn Brooks (LB); Kendall Fuller (CB); Jordan Poyer (S).
Le partenze: Cedrick Wilson (WR); Robert Hunt (G); Andrew Van Ginkel (EDGE); Christian Wilkins (DT); Jerome Baker (LB); Xavien Howard (CB); DeShon Elliott (S); Brandon Jones (S).
Miami si affacciava alla free agency nella peggior posizione possibile, ossia con spazio salariale inesistente, una pletora di titolari in scadenza e un quarterback in aria di mega-rinnovo: per queste ragioni almeno un paio di dolorose perdite erano da mettere in preventivo.
A rimetterci è stata soprattutto la difesa che in un colpo solo ha perso uno dei suoi migliori giocatori in assoluto, un cornerback che fino a non troppo tempo fa trovava facilmente spazio all’interno di qualsivoglia top ten sulla posizione, uno dei pass rusher più sottovalutati e poliedrici degli ultimi anni e un linebacker di cui si continua a parlare troppo poco. Tutto questo senza parlare di quello che poteva essere considerato il loro miglior offensive lineman.
Fortunatamente Grier è andato a tappare i buchi - senza rompere il salvadanaio - rivolgendosi a veterani di qualità come Brooks, Fuller e Poyer, tutte scommesse piuttosto sicure a mio avviso.
Credo che prima dell’inizio del training camp raggiungeranno l’accordo con Tagovailoa per il tanto agognato rinnovo contrattuale che inevitabilmente finirà per mutare l’approccio all’offseason di un front office che negli ultimi anni, forte del contratto da rookie del proprio quarterback, non ha mai avuto problemi a investire con aggressività a tratti quasi scellerata.
Rinnovare il contratto a gente come Wilkins e Hunt era semplicemente impossibile viste le cifre percepite dai vari Hill, Chubb e Armstead - e a breve Tagovailoa -, quindi permettetemi di affermare che se ne siano usciti piuttosto bene da una situazione che si preannunciava intricata e dolorosa.
Voto: 6. Le perdite sul versante difensivo sono state indubbiamente dolorose, ma credo che seppur con mezzi limitati il GM Grier si sia assicurato una quantità di talento sufficiente a scongiurare il rischio di collassi. Il tutto attendendo l’imminente rinnovo di Tua.
New England Patriots
Gli arrivi: Jacoby Brissett (QB); Antonio Gibson (RB); Kendrick Bourne (WR, rinnovo); K.J. Osborn (WR); Hunter Henry (TE, rinnovo); Mike Onwenu (OT/G, rinnovo); Chukwuma Okorafor (OT); Josh Uche (EDGE, rinnovo); Sione Takitaki (LB); Kyle Dugger (S, transition tag).
Le partenze: Mac Jones (QB); DeVante Parker (WR); Mike Gesicki (TE); Trent Brown (OT); Mack Wilson (LB); J.C. Jackson (CB); Jalen Mills (S); Matthew Slater (ST).
È risaputo, le squadre serie costruiscono le loro fortune durante il draft, tuttavia New England poteva decisamente fare qualcosa in più.
Hanno messo a segno un paio di rinnovi brillanti - Onwenu, Henry e Uche -, ma mi risulta impossibile affermare che abbiano aggiunto chissà quanto talento a uno dei roster più insipidi della lega. Per quanto buone, le firme di Gibson, Osborn e Brissett difficilmente sposteranno gli equilibri.
Va detto che non è che il mercato debordasse di talento, ma nemmeno quest’anno sono riusciti a mettere a segno un colpo capace di rivoluzionare un reparto. Dopo essere stati battuti dai Titans per DeAndre Hopkins hanno dovuto pure ingoiare il rospo della beffa Ridley, forse pagato troppo da Tennessee, forse no, ma in ogni caso il potenziale franchise quarterback che potrebbero selezionare con la terza scelta assoluta non sarà calato all’interno di un contesto chissà quanto esaltante.
Ovviamente la loro primavera sarà definita da ciò che decideranno di fare con la terza pick - la possibilità di un trade down ora come ora non è affatto da sottovalutare -, ma per quanto mi piaccia predicare pazienza e razionalità non fatico a comprendere la delusione e il nervosismo della fanbase.
Trust the process, no?
Voto: 5,5. Non prendiamoci in giro, la data d’inizio della offseason sarà quel 25 aprile che potrebbe determinare il futuro di una franchigia che si trova a un bivio.
Potevano indubbiamente fare di più, questo roster ha molti più bisogni che certezze.
New York Jets
Gli arrivi: Tyrod Taylor (QB); Mike Williams (WR); John Simpson (G); Morgan Moses (OT); Tyron Smith (OT); Javon Kinlaw (DT); Haason Reddick (EDGE); Solomon Thomas (EDGE).
Le partenze: Mekhi Becton (OT); Duane Brown (OT); Billy Turner (OT); Connor McGovern (C); Bryce Huff (EDGE); Carl Lawson (EDGE); Quinton Jefferson (DT); Bryce Hall (CB); Jordan Whitehead (S).
Nel caso in cui non lo aveste capito, i New York Jets vogliono vincere ora. O meglio, vogliono provare a vincere ora.
Sebbene il 2023 sia stato ovviamente sabotato dall’infortunio di Rodgers, sorge naturale chiedersi cosa sarebbe riuscito a combinare alle spalle di una delle peggiori linee d’attacco della NFL. Il front office newyorkese ha optato per una soluzione piuttosto drastica andandosi a prendere non uno, non due ma ben tre offensive lineman, tutti palesi upgrade rispetto a chi li ha preceduti. Occorre però enfatizzare quanto rischioso possa essere affidare la protezione del lato cieco a Tyron Smith, giocatore incapace di completare una stagione dal lontanissimo 2015.
Sia quello che sia, New York si è assicurata un numero considerevole di giocatori che dovrebbero garantire una buona produzione. Nello specifico, il povero Garrett Wilson aveva disperatamente bisogno di supporto e credo che Mike Williams - se sano - dovrebbe riuscire a tenere ben distese le secondarie avversarie, mentre Haason Reddick molto probabilmente non farà sentire la mancanza di Bryce Huff - che giocava quasi esclusivamente in chiare situazioni di passaggio.
New York vuole, deve provarci e quanto fatto finora li mette in una posizione decisamente migliore rispetto a quella dello scorso settembre… anche se tutto dipenderà chiaramente dalla disponibilità di Aaron Rodgers.
Voto: 7+. Il loro obiettivo principale era quello di migliorare la protezione a disposizione di un quarterback quarantenne il cui 2023 si è protratto per quattro snap. Credo ci siano abbondantemente riusciti, tuttavia si sono presi decisamente troppi rischi. All-in in tutto e per tutto.