In questo paragrafo non parlerò di football americano.
Siete assolutamente liberi di saltarlo a piè pari, mi sembrava giusto avvertirvi prima che poggiaste gli occhi su qualcosa di cui magari non vi interessa assolutamente nulla in quanto, beh, non è football americano.
Sto digitando queste parole il 10 ottobre, il dieci del dieci, ossia la giornata mondiale della salute mentale. Mettiamo subito in chiaro l’ovvio: a me questo americanissimo vizio di proclamare arbitrariamente giornate nazionali/mondiali annoia, ma gli americani sono così, prendere o lasciare - lascerei, ma restano pur sempre quelli che ci hanno donato il football americano.
Vista l’occasione, oggi vi vorrei parlare di salute mentale. Odio parlarne “in quanto oggi è la giornata della salute mentale”, ma vi invito a comprendere - e a perdonare - l’imbarazzo di una persona che da anni vorrebbe scrivere d’altro ma che, per motivi noti nemmeno a lui, si sente legittimato a scrivere solo di football americano.
Quello della salute mentale è un tema che mi sta a cuore non tanto in quanto Mattia, ma in quanto essere umano. Una delle poche cose che mi rende orgoglioso della persona che sono è aver sempre dato priorità a un “come stai?” piuttosto che a un “cosa fai?”, perché il “come stai?” sa spesso essere il tavolo attorno al quale si siedono due anime, il fertilizzante per una relazione in un mondo diventato così invivibile che sono sempre più convinto che le relazioni umane diventeranno l’unica valuta capace di tenerci in vita - non di sopravvivere, sono due verbi e concetti profondamente diversi fra loro.
Quello che sta volgendo al termine è probabilmente stato l’anno più complicato della mia vita. Ho mollato un lavoro che mi ha fatto ammalare ma che, in quanto figlio sano del capitalismo, dava (la parvenza di) un senso a delle giornate ora insopportabilmente vuote e prive di significato - ehi tu possibile datore di lavoro che leggi: scrivimi, so fare cose anche io -, in un paio di mesi ho iniziato a faticare tremendamente a riconoscermi dopo aver perso la barba e parte dei capelli - tranquilli, quasi tutto recuperato, per fortuna - e, in generale, sono stato così male da rendermi finalmente conto di non essere in grado di gestirlo da solo il mio dolore.
In tutto questo mare di letame, mosso più dal bisogno di poter dire al prossimo «toh, vedi che le ho provate tutte?» ho preso forse la miglior decisione della mia vita, quella di rivolgermi a una psicoterapeuta.
Mesi dopo, tentando di tirare le prime somme su quello che è e sarà un percorso lungo e davvero doloroso, l’unica parola a cui riesco a pensare è “fortunato”.
Sono innanzitutto fortunato perché al primo tentativo non solo ho trovato una professionista spettacolare, ma pure una persona stupenda che per me non ha percorso il proverbiale miglio extra - se avete guardato Scrubs siete miei amici a prescindere -, ma un’intera maratona: avrei tanti esempi da farvi, ma condividendoli violerei una relazione che merita tutto l’impegno che posso umanamente metterci.
Non sono fortunato per quello, però. Sono fortunato perché in terapia posso andarci, in questo momento della mia vita posso tranquillamente permettermi di spendere 250/300 euro al mese di terapia, non ho né affitto né famiglia, per ora posso essere egoista coi soldi.
Tante altre persone, sciaguratamente, non possono dire altrettanto: quando si ha famiglia 250/300 euro al mese non sono sicuramente i venti centesimi che lanci nella fontana di Trevi e si finisce per rinunciare senza pensarci troppo a un “bene secondario” come per alcuni può essere la salute mentale.
Questa cosa mi manda ai matti. Intendiamoci, per quanto brava possa essere la mia psicologa il lavoro da fare è ancora tanto e la paura di “non guarire mai” credo non evaporerà tanto in fretta, ma se non altro ogni settimana, per un’oretta, sono ascoltato, considerato, visto e, in tanti casi, pure capito.
Per un’ora alla settimana mi prendo cura di me aiutando forse la parte più importante del mio essere, una parte immune che non puoi guarire con pomate o allenare quotidianamente con serie da venti piegamenti, una parte predisposta alla sofferenza più che alla gioia, una parte immune ai piaceri che può offrirci questa vita.
Per un’ora alla settimana posso lasciare nell’armadio tutte le maschere indossate negli anni per apparire come una persona funzionale e per lo più normale ed essere Mattia, quello con cui sono mio malgrado costretto a condividere la vita 24 ore al giorno.
Ci sono state intere settimane salvate da quell’ora di terapia.
Per quanto una parte di me creda infantilmente che non esista persona più iellata di chi vi sta scrivendo, sono fin troppo consapevole di essere fortunato perché posso concedermi il lusso di prendermi cura della mia salute mentale - per ora.
Il problema sta proprio nel fatto che quello che dovrebbe essere un diritto umano sia diventato un lusso - anche se mi rendo conto che il concetto di “diritto umano” sia stato violentemente svuotato di significato da un anno in cui pazzi sanguinari hanno quotidianamente bombardato civili inermi mentre dementi li difendevano a spada tratta perché sì, cosa vuoi che siano decine di migliaia di vittime e milioni di vite sventrate da traumi incurabili.
Sapete perfettamente di chi stia parlando.
Il mio cuore si accartoccia al solo pensiero di gente che vorrebbe davvero essere aiutata ma non può permetterselo e no, lo psicologo del consultorio è una lotteria che in quanto tale implica basse percentuali di successo: poche cose mortificano un animo umano più di aprirsi totalmente - e mettersi nelle mani - di una persona non sintonizzata sulle nostre stesse frequenze.
Intendiamoci, non cambierà mai niente, sta diventando sempre più un privilegio per pochi curare il corpo, figuriamoci la mente, ma questo disastro non può bastare a farci dimenticare che prima che esseri siamo umani e, in quanto tali, abbiamo il dovere morale di esserci l’uno per l’altro.
Un “come stai?” non guarisce nulla, ma aiuta una persona a sentirsi meno sola. Nemmeno il semplice essere ascoltati lo può fare, ma se non altro per qualche minuto la nostra intrinseca solitudine viene rotta dalla presenza di qualcuno a cui abbiamo deciso di aprire le porte del nostro animo: non è necessario avere una risposta, davvero, basta solamente ascoltare, essere empatici, mostrare interesse.
Una chiacchierata al bar non può essere in alcun caso paragonata a una seduta dalla psicologa, ma se fatta a cuore aperto può salvare una giornata - se non una settimana: la parola chiave è “interesse”.
Nel 2024, purtroppo o per fortuna, non è più possibile ignorare la propria salute mentale. Ignorarsi, guardarsi allo specchio e ripetersi «è quello che è» può aiutarci a portare a termine una cena a cui non avremmo voluto prendere parte, non a nascondere a noi stessi quello che sentiamo veramente.
La vita che al momento odio così tanto è un esempio lampante di quanto rimandare l’inevitabile, imporsi la convinzione che andrà meglio alle medie, che andrà meglio alle superiori, che andrà meglio all’università, che andrà meglio in magistrale e, infine, che andrà meglio a lavoro mi ha trasformato in qualcuno di cui non vado minimamente fiero e che, a mio avviso, merita la miseria che vive quotidianamente: dovevo farmi venire l’alopecia per convincermi a rivolgermi a qualcuno?
Dovevo essere toccato sull’estetica per capire che così non potevo andare avanti?
In un mondo in cui la salute mentale è diventata la strategia comunicativa del mese per le grandi aziende - al pari dell’omosessualità, che bello l’occidente che tanto viene romanticizzato in tivù - leggendo ciò che sto scrivendo qualcuno parlerebbe di “coraggio”: andate a cagare, di cuore.
Non sono coraggioso per essermi affidato a una professionista, sono semplicemente un privilegiato perché posso permettermi di farlo - per ora.
Finiamola di parlare di “lavorare su sé stessi”, perché sembra che una persona si rivolga a qualcuno per migliorare ed essere più adatto a un mondo esterno sempre più apatico nei confronti della nostra dimensione umana: cercare un po’ di pace interiore e serenità non è un tentativo di lavorare su sé stessi, è a mio avviso più simile a bere un’aspirina quando si ha la febbre.
Non devo lavorare su me stesso per accettare col sorriso le-otto-ore-più-due-di-macchina-di-lavoro. Non devo lavorare su me stesso per essere più malleabile alle insensate logiche di una società a cui non frega nulla di me, te, noi e voi.
Devo invece rivolgermi a chi ha i mezzi per aiutarmi ad accettarmi nella speranza di imparare a vivere in modo sano il rapporto più importante che ho, quello con me stesso: sto usando la prima persona singolare ma sentitevi liberi di coniugare tutto alla prima persona plurale.
Non siamo mai stati così consapevoli di noi stessi e, anche per questo, non abbiamo mai sofferto così tanto le contraddizioni del nostro io e del mondo esterno e per questo motivo non mi sembra folle affermare che chiunque abbia bisogno di una mano: non voglio far passare il messaggio che chiunque non sia seguito da una professionista stia sbagliando, tutt’altro, voglio solo provare a dirvi che ignorarsi non ha più alcun senso.
Nel mio caso il corpo m’ha chiesto pietà facendomi perdere tutta la barba.
In altri casi questo urlo disperato della propria voce interiore è stato somatizzato/processato in modi ben più tragici e distruttivi.
Fa lo stesso se la realtà dei fatti ha trasformato la cura del proprio io in uno dei più inaccessibili lussi in assoluto, aiutiamoci, parliamoci e, soprattutto, smettiamola una volta per tutte di sottovalutare ciò che sentiamo: nella maggior parte dei casi non si tratta di giornata no, di luna storta o malessere, ma di pura e semplice depressione.
Malattie come depressione e ansia non si curano su YouTube, leggendo libri scritti da sedicenti guru della positività o provando a non pensarci, ma rivolgendosi a qualcuno che magari non riuscirà a sradicare dal nostro interno questi malanni del mondo moderno, ma che magari ci darà gli strumenti per conviverci più o meno pacificamente.
O che, semplicemente, ci insegnerà ad accettare noi stessi.
Accettare il nostro inevitabile fallimento, le nostre contraddizioni e, perché no, pure la nostra alienante inutilità in questo mondo.
Vi prego, non ignorate ciò che sentite perché coincide con ciò che siete ed è estenuante vivere contesi fra la versione che presentiamo al pubblico e quella con cui siamo costretti a dialogare nel nostro intimo ogni giorno.
Ok, ora possiamo parlare di football americano.
Le partite più interessanti della settimana
Washington Commanders vs Baltimore Ravens, domenica ore 19:00
Lamar Jackson contro Jayden Daniels, ossia quando il meme di pointing Spiderman diventa realtà - non ditelo a Daniels che, più o meno giustamente, ha rispedito al mittente ogni possibile confronto.
Sia quello che sia, questi due quarterback interpretano la posizione più importante del gioco in modo “originale” - chiamiamolo così - sfruttando un atletismo con pochi precedenti nella storia: questo, però, non li rende meno quarterback di altri. Anche perché continuare a sollevare dubbi su Lamar Jackson come passatore di palloni è abbastanza sciocco dopo che questo ha vinto due MVP - eh ma i Super Bowl: ok, quindi nemmeno Dan Marino era un quarterback?
Vediamo se questo inutile conservatorismo da social riuscirà a rovinare pure l’esperienza di Jayden Daniels.
L’aspetto più entusiasmante di questo testa a testa coincide con quello più scabroso, ossia l’incapacità dei reparti difensivi di svolgere adeguatamente il proprio lavoro.
Se da una parte dai Commanders qualcosa del genere potevamo pure aspettarcelo, dall’altra ritengo assolutamente inaccettabile che quella che lo scorso anno è stata la miglior difesa per punti concessi, turnover e sack ne stia incassando 25 a partita: non basta un cambio di defensive coordinator a giustificare scempi come quello di domenica scorsa contro i Bengals, non credo di aver mai visto Higgins e Chase faticare di meno per mettere a segno touchdown così tanti touchdown.
C’è la concreta possibilità di assistere a un botta e risposta fra attacchi capace di protrarsi per sessanta minuti e ciò, in quanto figli della generazione in cui viviamo, potrebbe restituirci una delle partite più memorabili di questa giovane stagione.
Ritengo anche necessario enfatizzare che una vittoria sui Ravens non solo permetterebbe a Washington di volare sull’inaspettato 5-1, ma manderebbe un messaggio piuttosto chiaro al resto della lega: questi Commanders, almeno quest’anno, vogliono fare sul serio.
Fantasy friendly: Terry McLaurin, WR, Washington Commanders. Al momento la secondaria dei Ravens non saprebbe rallentare nemmeno un lottatore di sumo.
La scelta di Mattia: Baltimore Ravens
Los Angeles Chargers vs Denver Broncos, domenica ore 22:05
Gli scontri divisionali sono automaticamente interessanti, figuriamoci quando implicano un faccia a faccia fra Sean Payton e Jim Harbaugh.
Vi ho appena parlato di una partita che potrebbe terminare tantissimo-a-tantissimo, quindi trovo a suo modo coerente che ora vi parli di una che, di contro, credo si concluderà con un punteggio cumulativo inferiore al 40.
Broncos e Chargers non segnano molto e difendono davvero bene come testimoniato dal fatto che occupino i due gradini più alti del podio per quanto concerne i punti concessi a partita - mentre non scollinano nemmeno quota venti per punti fatti.
Denver sta inanellando vittorie di qualità e, soprattutto, l’attacco guidato da Bo Nix sta cominciando a mostrarci qualcosa. Nulla di clamoroso, sia chiaro, ma il quarterback che durante le prime due settimane lanciava esclusivamente in orizzontale sta scoprendo pian pianino la verticalità - togliamo dall’equazione la partita coi Jets sotto il diluvio - anche grazie alla recente brillantezza del gioco di corse che nelle ultime tre partite - tre vittorie - ha guadagnato in media 123.7 robuste rushing yard: per rendere l’idea di quanto queste due squadre sembrino concepite per darsi fastidio, Los Angeles ne concede in media 94 tonde tonde.
Sono altresì curioso di constatare se il bye week abbia fatto bene o meno a Justin Herbert, criminalmente ammaccato nelle ultime uscite. Immagino che Los Angeles attaccherà prevalentemente via terra ché la secondaria dei Broncos è tornata a essere dominante come negli anni della No Fly Zone.
Partita davvero interessante, una di quelle che ogni volta che Scott Hanson si troverà costretto a parlarne ci sarà un kicker pronto a cercare i pali.
Fantasy friendly: J.K. Dobbins, RB, Los Angeles Chargers. Non me ne vengono in mente altri di giocatori fantautili.
La scelta di Mattia: Los Angeles Chargers
Detroit Lions vs Dallas Cowboys, domenica ore 22:25
Quello dei Lions potrebbe essere un raro caso di bye-week-nel-peggior-momento-possibile: quanto è ingiusto che Detroit sia stata tenuta fuori dal campo la settimana dopo che Jared Goff è stato perfetto completando ogni passaggio tentato - 18 su 18 - per 292 yard e un paio di touchdown? E vogliamo parlare del touchdown su ricezione?
Dopo un inizio buono ma non esaltante Detroit sembra essere definitivamente salita di marcia e, per quanto del sano riposo sia sempre apprezzabile in questo sport, immagino che Goff e soci scalpitino all’idea di tornare in campo.
Pure i Cowboys sembra abbiano finalmente cominciato a ingranare, anche se le vittorie consecutive contro Giants e Steelers sono arrivate sudando il proverbiale numero di camicie. La vittoria sugli Steelers, in particolare, è stata davvero inquietante in quanto anche a distanza di giorni fatico a trovare una ragione plausibile per cui i Cowboys abbiano dovuto vincerla all’ultimo - letteralmente - respiro: una squadra matura partite in cui guadagna il doppio di yard di total offense rispetto agli avversari le vince ben prima della sirena.
Possiamo vedere la visita dei Lions come il primo momento della verità della loro stagione: non sono sicuro siano pronti.
Fantasy friendly: Jalen Tolbert, WR, Dallas Cowboys. Ora che senza Cooks è stato promosso a WR2 vede un bel volume.
La scelta di Mattia: Detroit Lions
Uno spunto - e un pronostico - per le altre partite della settimana
Jacksonville Jaguars vs Chicago Bears, domenica ore 15:30 (Londra)
Ci sono volute solamente cinque settimane per toglierci dai piedi l’ultima squadra senza vittorie - privandoci dell’opportunità di continuare a prenderla in giro, uffa: lo scorso anno i Carolina Panthers dovettero pazientare fino a Week 8 prima di celebrare la tanto agognata vittoria.
Ora sarà interessante constatare se la doppiavù di domenica scorsa fosse da attribuire al fattore Colts-a-Jacksonville o se può essere l’inizio di una lenta e difficile risalita verso la rispettabilità. Sfortunatamente per loro, Chicago sembra averci cominciato a capire qualcosa e, soprattutto, ad aver trovato della necessaria continuità offensiva.
Attenzione che con Trevor Lawrence under center hanno vinto tre delle quattro partite giocate a Londra.
Fantasy friendly: Tank Bigsby, RB, Jacksonville Jaguars. Mi hai ucciso ETN, maledetto.
La scelta di Mattia: Jacksonville Jaguars
Arizona Cardinals vs Green Bay Packers, domenica ore 19:00
Questa potrebbe davvero essere una delle partite più divertenti della domenica, anche se francamente gli Arizona Cardinals fatico a comprenderli in quanto (forse) squadra più inconsistente della NFL: quali vedremo domenica? Quelli esplosivi visti contro Los Angeles? Quelli maturi e solidi di qualche giorno fa? O quelli putridi che si sono fatti umiliare dai Commanders?
Il duello a distanza fra Jordan Love e Kyler Murray promette scintille, fatico anche solo a pensare a due quarterback che interpretino la posizione più difficile del gioco in modo altrettanto spettacolare… sebbene questa spettacolarità possa a volte tradursi in intercetti perseguibili legalmente come la pick six lanciata da Love contro i Rams.
Sarà bizzarro vedere i Cardinals giocare alle nostre sette di sera.
Fantasy friendly: Tucker Kraft, TE, Green Bay Packers. È arrivato il suo momento.
La scelta di Mattia: Green Bay Packers
Houston Texans vs New England Patriots, domenica ore 19:00
Eccoci qua: domenica il quarterback titolare dei New England Patriots sarà Drake Maye. Il mandato Brissett è già terminato e Mayo, presumibilmente e comprensibilmente già agitato per il proprio futuro sulla panchina dei Patriots, ha deciso di giocare l’all-in ancora prima di sedersi al tavolo.
Magari lunedì commenteremo insieme il suo memorabile esordio che ha spinto New England a un’improbabile vittoria contro una delle squadre più lanciate della AFC, ma resto perplesso al cospetto di una decisione scriteriata: come puoi affidare l’integrità fisica del futuro della tua franchigia a una linea d’attacco del genere?
A chi lancerà il pallone?
Tanti interrogativi, ma non solo per loro: sono davvero curioso di vedere come se la caveranno i Texans senza Nico Collins, di gran lunga il loro miglior giocatore finora - e anche della mia squadra fantasy: ti odio hamstring.
Fantasy friendly: Tank Dell, WR, Houston Texans. Con Collins fuori dai giochi immagino sia arrivato il momento di Dell.
La scelta di Mattia: Houston Texans
Tampa Bay Buccaneers vs New Orleans Saints, domenica ore 19:00
Citando un noto filosofo di Twitter, «Sic transit gloria mundi New Orleans. Sei nella polvere. La caduta. Der Untergang. O forse c'è un ultimo asso nella manica per ribaltare la situazione e stupire tutti di nuovo?».
Dopo il favoloso inizio di campionato i Saints sono tornati bruscamente coi piedi - e non solo - per terra rimediando non una, non due, non tre sconfitte consecutive, ma ben tre sconfitte consecutive e l’infortunio del quarterback titolare che sarà costretto ai box per almeno un paio di settimane da un infortunio al muscolo obliquo.
E se l’asso nella manica fosse Spencer Rattler?
Sia quello che sia, prevedo dei Buccaneers ancora incendiati dalla brutta sconfitta patita giovedì scorso contro Atlanta e New Orleans, legittimamente in difficoltà a causa dell’infortunio di Carr, potrebbe essere chiamata a scalare una montagna eccessivamente ripida.
Fantasy friendly: Cade Otton, TE, Tampa Bay Buccaneers. Con la crisi di tight end che sta mettendo in ginocchio la NFL Otton è oramai diventato must start.
La scelta di Mattia: Tampa Bay Buccaneers
Cleveland Browns vs Philadelphia Eagles, domenica ore 19:00
Qua si ride e si scherza, ma i Browns stanno consistentemente giocando come una delle peggiori squadre in assoluto, il che non sarebbe assolutamente inaccettabile se si stesse parlando di una squadra in totale ricostruzione… peccato che Cleveland sia costruita per vincere ora: ahia.
Il bye week non può che aver giovato a dei sempre più confusi Eagles che, in teoria, dovrebbero riabbracciare sia Smith che Brown e regalarsi nuovamente un gioco aereo degno di nome. Che la settimana di pausa li abbia aiutati a imparare a concludere un tackle?
Due squadre che hanno bisogno disperato di vincere, anche se una ne ha molto più bisogno dell’altra.
Fantasy friendly: Amari Cooper, WR, Cleveland Browns. Cosa volete che vi dica, perseverate.
La scelta di Mattia: Philadelphia Eagles
Indianapolis Colts vs Tennessee Titans, domenica ore 19:00
Situazione davvero peculiare quella dei Colts. Al momento sembrano ben più competitivi e stabili con Joe Flacco, tuttavia in quanto franchigia che pone una rinomata enfasi sullo sviluppo dei propri giocatori hanno il dovere morale di schierare Richardson - se sano - nella speranza che accumuli l’esperienza necessaria per diventare il loro franchise quarterback.
Flacco è il ponte più élite che esista, ma in nessun caso un’opzione sul lungo termine: curioso di vedere se daranno priorità allo sviluppo di quello che potrebbe essere il loro giocatore più importante o al successo immediato.
Mi dispiacerebbe perdermi un Richardson contro Levis, c’erano tutte le premesse per assistere a un botta e risposta di turnover mai visto prima: avete presente la sfilata a due fra Hansel e Zoolander? Una roba del genere.
Fantasy friendly: Calvin Ridley, WR, Tennessee Titans. La secondaria dei Colts non intimidisce poi così tanto e il buon Levis dovrà pur lanciare a qualcuno.
La scelta di Mattia: Indianapolis Colts
Pittsburgh Steelers vs Las Vegas Raiders, domenica ore 22:05
Pure quest’anno i Raiders sono allo sbando: oltre che a Davante Adams con un piede e tre quarti fuori dalla porta, saranno pure costretti - per infortunio, non mal di pancia - a fare a meno a lungo di Christian Wilkins, la punta di diamante della loro free agency.
Partita perfetta per permettere agli Steelers di riprendere confidenza con la vittoria dopo aver bruscamente smesso di vincere. Fatico a immaginare uno scenario in cui la difesa di Pittsburgh non cannibalizzi Minshew - o chi per lui - costringendolo a chissà quanti turnover.
Fantasy friendly: Pat Freiermuth, TE, Pittsburgh Steelers. Più lo vedo più penso a Heath Miller.
La scelta di Mattia: Pittsburgh Steelers
Atlanta Falcons vs Carolina Panthers, domenica ore 22:25
Siamo tornati alla realtà: l’effetto Andy Dalton sembra essere definitivamente evaporato, qualche giorno fa i Panthers visti contro i Bears sono tornati a essere i “nostri” Panthers, quelli che ti superano le 100 yard di total offense nel terzo quarto, quelli per cui muovere le catene è il più audace dei sogni, i mortificatori di talento e di speranze per eccellenza.
Pochi giorni prima, invece, Cousins ha messo insieme la prima prestazione da Cousins della sua stagione sfondando il muro delle 500 yard contro dei Buccaneers troppo infortunati per poter difendere con serietà. Non dovrebbe esserci partita, ma attenzione che gli scontri divisionali sono sempre strani: nel 2023 una sconfitta contro i Panthers costò i playoff ai Falcons.
Fantasy friendly: Darnell Mooney, WR, Atlanta Falcons. Non saprei dirvi perché ma Mooney mi è sempre piaciuto più del dovuto.
La scelta di Mattia: Atlanta Falcons
Cincinnati Bengals vs New York Giants, lunedì ore 02:20
Nella vittoria sui Seahawks trovate racchiusa la motivazione per cui odio con tutto me stesso i New York Giants: com’è possibile che questi infami alternino impressionanti vittorie di qualità come quella di domenica a interi quarti del peggior football fecale che vedrete in vita?
Dexter Lawrence, uno dei miei nuovi giocatori preferiti indipendentemente dal ruolo, meriterebbe molto di più… così come meriterebbe di più il povero Joe Burrow che sta forse giocando il miglior football della carriera in una squadra patologicamente incapace di difendere - ne concedono ben 29 a partita: mi rifiuto di cantare il de profundis, ma la situazione dei Bengals sta diventando sempre più critica.
Il primo di una lunga serie di must win.
Fantasy friendly: Tyrone Tracy Jr., RB, New York Giants. Contro Seattle mi ha impressionato, vediamo cosa riuscirà a fare contro una run defense piena di problemi.
La scelta di Mattia: Cincinnati Bengals
Buffalo Bills vs New York Jets, martedì ore 02:15
Dunque, da una parte abbiamo dei Jets più Jets del solito al primo appuntamento del dopo-Saleh, dall’altra invece dei Bills che dopo un avvio stratosferico sono bruscamente tornati con i piedi per terra mettendoci davanti a sorprendenti - fino a un certo punto - limitazioni in attacco che hanno costretto il buon Josh Allen a un pomeriggio da 9 completi su 30 passaggi tentati: ripeto, 9 su 30. Abbiamo trasformato cristiani in meme per molto meno.
Comunque vada a finire ci sarà del sano drama: raro caso di partita nella quale l’unico esito accettabile è il pareggio.
Fantasy friendly: le difese. Non lo so, fatico a prevedere tanti punti al momento.
La scelta di Mattia: Buffalo Bills
Bye Week: Kansas City Chiefs, Los Angeles Rams, Miami Dolphins e Minnesota Vikings.
Le mie scelte la scorsa settimana: 10-3. Non mi sembra esagerato definirmi il miglior pronosticatore dell’etere… sì vabbè, non ci riesco nemmeno provando a scherzare. Ho avuto fortuna una settimana, immagino che fra sette giorni leggere di un 7-6 o qualcosa del genere.
Le mie scelte finora: 45-28. Siamo tornati sopra il 60%: bene!
Grazie per le tue bellissime parole. Sono appassionato di football americano e a tempo perso psicoterapeuta, e mi fa davvero piacere sentire qualcuno che parla in questo modo. Grazie davvero
Non mi ha spiazzato la tua intro... Ogni tanto parti di te estranee al football sono già esondate a fertilizzare queste pagine e le precedenti su cui scrivevi.
Perché non si può, a parer mio, metter davanti agli occhi di tutti la Passione di cui parlavo qualche commento fa senza prima o poi far trasparire la Persona che c'è dietro e la alimenta.
Semplicemente perché le due cose non si possono scindere.
Ed allora grazie, perché io credo che questa tua incursione tra le pieghe della tua mente sia stata un complimento per tutti noi che ti leggiamo e che siamo stati "degni" (ora senza esagerare eh...ma ci capiamo) di accoglierla.
Proprio come si fa con le persone a cui vuoi bene, quelle che cerchi nei momenti importanti, quelle con cui ti diverti spesso ma soprattutto che sanno ascoltare quando è il momento. Senza giudicare, e senza stancarsi di farlo.
Io su quella poltrona (tu poltrona o lettino?) mi ci sono seduto, avevo raggiunto il famoso punto di rottura. Mi è servito per rimettere nella giusta prospettiva alcune cose, non tutte... perché ho dovuto interrompere il percorso per gli stessi motivi che hai giustamente sottolineato tu. Riprenderò appena possibile, quando inizi a guardarti dentro poi è difficile, per fortuna, smettere di farlo.
Grazie
Ra