L'ennesima occasione persa dei San Francisco 49ers
Pure quest'anno il sogno di San Francisco è evaporato sul più bello
Viviamo in un momento storico in cui ci sgomenta più uno spoiler che la rassegna quotidiana di crimini contro l’umanità offertaci dai telegiornali.
Domenica - o lunedì mattina, se preferite - i San Francisco 49ers hanno aperto le danze con quello che, a mio avviso, può essere visto come un accurato spoiler di ciò che sarebbe stato il loro Super Bowl.
Le loro prime due serie ci hanno offerto un’anticipazione fastidiosamente accurata di una delle partite più frustranti di cui io abbia memoria.
Durante il primo drive stavano muovendo le catene senza alcuna difficoltà, tant’è che in una manciata di snap erano già alle porte della red zone.
Poi McCaffrey ha perso il controllo del pallone. Un errore possiamo concederlo pure a lui, anche se ha probabilmente scelto il peggior momento possibile per commetterne uno.
Prima occasione sprecata, ma non è la più dolorosa.
Dopo aver costretto Mahomes al three n’ out, Purdy ha immediatamente connesso con Aiyuk per 18 yard, un segnale incoraggiante che sembrava voler mettere seccamente in chiaro di aver già archiviato la gaffe di CMC.
Poi, il patatrac.
Una corsa da meno due yard di Samuel ha preceduto due penalità consecutive fischiate a Trent Williams che ha di fatto sabotato un drive partito sotto ottimi auspici.
In due serie offensive San Francisco ci ha dato un esaustivo assaggio di cosa ci avrebbero riservato le successive tre - quasi quattro - ore.
Guardando i ‘Niners tirarsi sistematicamente la zappa sui piedi ho provato sensazioni tetramente simili a quelle vissute durante l’AFC Championship Game di un paio di settimane fa.
La sconfitta di domenica è emblematica di ciò che è finora stata l’avventura di Kyle Shanahan ai 49ers.
Arrivare a giocarsi il Super Bowl è di per sé un’impresa annualmente fuori dalla portata di almeno venti squadre, quindi muovere chissà quale critica nei suoi confronti mi risulta difficile. Tuttavia, nel momento del massimo bisogno, questi 'Niners vengono puntualmente puniti da episodi che, dopo un attento controllo, non ci si può ostinare a pensare essere evocati dai capricci di una dea presumibilmente bendata.
Le penalità, però, non possono trovare uno spazio nella categoria ‘episodi’, sono errori autoinflitti - che guarda caso Kansas City non commette mai nei momenti più caldi della stagione.
Ci sono andati davvero vicini, un’altra volta.
Quello della beffarda vicinanza sta diventando il leitmotiv del regime Shanahan.
Se solo avessero fatto il loro dovere su quel 3&15.
Se solo Garoppolo non l’avesse sparata troppo lunga per Sanders.
Se solo Tartt fosse riuscito ad afferrare il pallone mettendo così a segno quello che sarebbe stato uno degli intercetti più semplici della propria carriera.
Se solo Purdy non si fosse fatto male contro Philadelphia.
Dopo domenica la collezione di rimpianti si è ulteriormente ampliata
Nel marasma di emozioni che è stato l’ultimo Super Bowl spiccano due giocate. Due giocate che se solo fossero andate come auspicato sulla lavagnetta magica di Shanahan avrebbero riconsegnato a San Francisco quel maledetto Lombardi.
La prima è il 3&5 sulle 35 di Kansas City in uscita dal two minute warning. Dopo averli visti rimontare i Bills in 13 secondi è alquanto saggio non dare mai nulla per scontato con i Chiefs, tuttavia è fuori questione che chiudendo il down San Francisco si sarebbe messa in un’ottima posizione per portare a termine la propria missione.
Spagnuolo lo conosciamo tutti, nel momento del massimo bisogno spedisce all’arrembaggio anche il magazziniere all’ultimo giorno di lavoro prima della pensione in uno dei suoi caratteristici blitz.
Shanahan questo lo sapeva e per neutralizzare l’offensiva avversaria ha tenuto Kittle - uno che sa bloccare come un offensive lineman - nel backfield… dalla parte opposta a Trent McDuffie, apparentemente schierato in marcatura a uomo su Brandon Aiyuk.
Nemmeno il tempo di ricevere lo snap che ecco McDuffie materializzarsi davanti a Purdy come fosse stato sparato da un cannone: il disperato tentativo di Purdy di far arrivare il pallone a un Aiyuk completamente libero si è mestamente spento sulle braccia alzate al cielo di McDuffie.
Pochi secondi dopo Moody ha convertito il piazzato del +3 a cui, però, Butker ha replicato un paio di minuti dopo portando la contesa ai supplementari
La seconda giocata è pressappoco la fotocopia della prima, sia per contesto, situazione e conseguenze.
Sto chiaramente parlando del 3&4 sulle 9 dei Chiefs che ha preceduto - ancora - il piazzato di Moody ai tempi supplementari.
In questo caso Spagnuolo ha optato per un coraggioso Cover 0 blitz, una scelta che ci dice tutto quello che dobbiamo sapere sulla fiducia che nutre verso i propri cornerback.
Sia Aiyuk che l’eroico Jennings erano riusciti a liberarsi per quello che sarebbe stato uno dei touchdown più semplici della loro vita, ma purtroppo per loro la genialità tattica di Spagnuolo ha fatto sì che Chris Jones, il miglior difensore dei Chiefs, non avesse nessuno a bloccarlo spianandogli così la strada che portava a Purdy, costretto a sbarazzarsi del pallone un paio di decimi di secondo prima del previsto.
In questo caso l’impareggiabile acume tattico di Kyle Shanahan è stato schiacciato da quello di Steve Spagnuolo.
Un paio di decimi di secondo. A separare uno dei tripudi sportivi più soddisfacenti che io possa immaginare da una nuova condanna a settimane di autocontemplazione troviamo questo, un paio di decimi di secondo che rivivrà mentalmente per mesi.
Se non anni.
Elevare Shanahan a unico colpevole sarebbe però sbagliato, oltre che ingiusto.
Avrò letto le parole blown lead in almeno un centinaio di tweet e, permettetemi, che noia. San Francisco si è trovata sul 10 a 0 a 35 minuti dal fischio finale: se volete porre sullo stesso piano ontologico un 10 a 0 poco dopo la metà del secondo quarto al 28 a 3 a fine del terzo siete libero di farlo, ma sareste davvero pigri.
Non ha in alcun modo sperperato un vantaggio apparentemente irrecuperabile, è “semplicemente” stato battuto da un collega più preparato e pronto.
Ci si potrebbe poi concentrare sul fumble di CMC o sull’extra point sbagliato da Moody. O sulla sfortuna che ha fatto sì che uno sciagurato punt di Townsend sia, fatalità, atterrato giusto giusto sul tallone di Luter o sull’incredibile infortunio di Greenlaw a cui è esploso il tendine d’Achille mentre stava semplicemente entrando in campo.
O forse possiamo interpretarla per quello che è stata, un’archetipica sconfitta di squadra nel più grande sport di squadra che esista.
Chiunque, veramente chiunque poteva fare qualcosa di più - il che non implica che qualcuno sia stato osceno, non semplifichiamo il tutto obbligandoci a individuare un capro espiatorio
Shanahan si è fatto cogliere di sorpresa dalla geniale follia di Spagnuolo, Purdy non è purtroppo riuscito a fare la differenza nei momenti più delicati della partita, Kittle e Samuel sono stati pressoché annullati dagli appiccicosi difensori dei Chiefs, Williams con le sue penalità ha stroncato sul nascere un drive, McCaffrey ha commesso un fumble, Moody ha sbagliato un extra point, McCloud… avete capito.
Perciò non ha alcun senso scagliarsi contro Shanahan o Purdy - fino a qualche settimana fa candidato per l’MVP più popolare di quanto possa esserlo Amadeus per il Quirinale -, ma interpretarla per quello che è, ossia una sconfitta di squadra contro la nuova grande dinastia della NFL, diventata principalmente per l’impareggiabile freddezza in questo genere di partite.
Potete stare certi che pure l’anno prossimo i 49ers saranno fra i favoriti per rappresentare la NFC al Super Bowl, anche se sorge lecito chiedersi se riusciranno mai a portare a termine una missione che sta sempre più assumendo i contorni di una vera e propria maledizione.
Avete detto praticamente tutto quello che si poteva dire sulle macerie prodotte in questo 58° SB.
Dopo aver ingoiato gli highlights, mi sovviene solo questa considerazione (non so se condivisa da chi ha fatto le 4:30 di lunedì mattina): ho notato che Purdy, almeno nelle azioni viste, ha subito una pressione crescente ad ogni drive dal 10-0 in poi. Tanto da costringerlo a liberarsi del pallone troppo in fretta per le sue abitudini, fino a sparacchiare qua e là con poco o nulla risultato, fino all'episodio riportato da Mattia in cui McDuffie mura letteralmente il ns QB, manco fosse Andrea Lucchetta... Dall'altra parte, Mahomes è progressivamente riuscito a schivare i ns blitz, dopo 2 sacks, correndo sempre con efficacia. Queste due differenze hanno fatto capire che KC stava crescendo in fiducia e noi ci stavamo spegnendo progressivamente, tenuti a galla, questa volta dal buon Moody, che ho bacchettato nei playoff ma che è stato performante nella gara decisiva (aggiungerei anche sfigato visto che il record di 55 yarde gli è stato soffiato nella stessa partita).
Penso che il grosso del lavoro che dovranno fare QB e HC sarà proprio allenare la velocità di esecuzione dopo lo snap. Se Purdy riuscirà a gestire quel momento di grande pressione con più freddezza, allora potrà portarci (o provare a portarci) sul gradino più alto.
Un abbraccio, fratelli di Niners Faith, speriamo non diventi Niners Fate...
Mah non voglio tenerla sempre troppo lunga, ma secondo me tutta la squadra in generale, in questi ultimi tempi (diciamo dalla batosta con i Ravens) è sembrata complessivamente poco brillante. Sono riaffiorati i fantasmi di quelle famose tre partite perse. Ci sono state delle reazioni d'orgoglio apprezzabili, dei quarti giocati decentemente qua e là. Ma in generale partite dove siamo stati del tutto convincenti, boh. Abbiamo fatto una fatica dannata in tutti i tre turni di playoff. Sia chiaro nello sport quando l'avversario e molto forte, bisogna anche saper soffrire. Ma non è che questo sia un motivo per giocare così così e condannarsi a soffrire sempre. La difesa l'altra sera ha testimoniato che anche se vieni da due partite schifose, se la gara la prepari bene, puoi giocartela bene, altrochè. Secondo me, in generale dovremmo essere ben più brillanti, con quell'organico. I motivi, sta al frontoffice determinarli.