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Le peggiori firme dell'inizio di free agency NFL 2025

Le peggiori firme dell'inizio di free agency NFL 2025

Ormai lo conoscete questo sito, ogni volta che nel titolo di un articolo c'è la parola "migliore" ne arriverà un altro con "peggiore"

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Mattia Righetti
Mar 27, 2025
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Le peggiori firme dell'inizio di free agency NFL 2025
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Eccoci qua con la seconda parte dell’articolo di lunedì, a cui potete accedere da qui per avere una spiegazione dettagliata sul significato di “migliore” e, intuitivamente, pure di “peggiore”.
Come sempre prima di iniziare vi chiedo cortesemente di iscrivervi e di diffondere il verbo e niente, oggi vi parlerò di contratti che mi hanno messo addosso il male di vivere - o meglio, che l’hanno esacerbato.
Partiamo.

è facile!


Dan Moore Jr. ai Tennessee Titans (quadriennale da 82 milioni)

Dal 2021, anno in cui il figlio di Dan Moore Sr. è approdato in NFL, nessun tackle ha concesso più pressioni (181) o sack (34): ciò nonostante ha ricevuto un contratto più oneroso del rinnovo firmato da Ronnie Stanley con i Baltimore Ravens che, con tutti i suoi limiti, è di un altro pianeta rispetto all’ex tackle degli Steelers.
Come avremo modo di vedere nel corso dell’articolo, quest’anno diversi front office - soprattutto lungo la linea d’attacco - hanno staccato assegni intrisi d’ottimismo poiché appare ovvio che l’unica ragione per cui Tennessee ha investito così massicciamente su di lui risiede nella più o meno ingenua speranza che, vista l’età, continuerà a migliorare.
Sperare in un miglioramento è sì legittimo, ma qui si sta parlando del tackle che durante lo scorso campionato ha concesso il maggior numero di sack in assoluto (12) titolare principalmente in luce dell’inesistente profondità della linea d’attacco di Pittsburgh, quindi va da sé che con una base di partenza del genere un generico miglioramento potrebbe comunque risultare insufficiente.
Il suo innesto permetterà a coach Callahan di spostare J.C. Latham a destra - il suo lato naturale - dove dovrebbe rendere meglio, ma non credo che una semplice reazione a catena possa davvero giustificare un contratto del genere a un giocatore che fino a questo punto della carriera ha enormemente faticato.


Javonte Williams ai Dallas Cowboys (annuale da 3 milioni di dollari)

Non troppo tempo fa, nel 2021, Javonte Williams appariva come uno dei running back più promettenti della NFL: dopo una stagione da più di 1200 yard dallo scrimmage e 7 touchdown nell’allora putrido attacco dei Denver Broncos, la comunità fantasy - o la fantacomunità? - era pronta ad abbracciarlo come nuovo padrone incontrastato di un backfield NFL, merce rara di questi tempi, ma purtroppo le nostre braccia hanno trovato solamente aria.
Dopo essersi spappolato il ginocchio durante Week 4 del 2022, Williams non è più stato capace di concludere una stagione valicando il muro della decenza delle 4.0 yard per portata: ciò nonostante i Dallas Cowboys hanno deciso di investirci circa la stessa cifra che i Carolina Panthers hanno destinato a Rico Dowdle - anche se il contratto di Dowlde è farcito di bonus che portano il valore massimo oltre i 6 milioni - che ha chiuso il 2024 con il botto guadagnando in media 98.5 rushing yard a partita con pregevole efficienza - 4.8 a portata.
La domanda sorge spontanea: perché? Perché non riconfermare un running back cresciuto con pazienza che, proprio nel momento della verità, aveva finalmente trovato efficienza ed efficacia? Perché rivolgersi a un giocatore la cui portata più fruttuosa negli ultimi due anni si è estesa per 21 misere yard?
Immagino che prima di settembre il backfield abbraccerà qualche giovanotto tramite il draft, ma continuo a restare perplesso dalla scelta di Jerry Jones di rivolgersi a un giocatore usurato e mai convincente piuttosto che premiare una delle poche note liete del funesto 2024.


Aaron Banks ai Green Bay Packers (quadriennale da 77 milioni di dollari)

La buona notizia è che nel corso della propria carriera Banks non ha mai flirtato con la più inappellabile incompetenza come un Dan Moore Jr. qualsiasi, però pure in questo caso mi risulta impossibile non ancelottare - alzare il sopracciglio a metà strada fra il disgustato e l’indifferente - dinanzi all’ennesimo esempio di contratto oltremodo ottimista ricevuto da un offensive lineman che in nessun caso può essere annoverato fra i dieci migliori interpreti del proprio ruolo.
Ripeto, la situazione non è in alcun modo paragonabile a quella di Dan Moore Jr., ma confesso di essere rimasto sbalordito dall’inedita aggressività di una delle squadre storicamente più conservative durante la free agency.
Nel quadriennio trascorso nella baia Banks non è mai stato in grado di scendere in campo per tutte e 17 le partite che compongono il calendario NFL e, sopratutto, non ha mai davvero impressionato; pure in questo caso la sua aggiunta innesca una reazione a catena che potrebbe portare uno fra Jenkins e Rhyan a dare gli snap a Jordan Love rimpiazzando così il dipartito Myers, ma ho come l’impressione che durante le prime settimane di marzo molti front office siano stati uccellati dall’inflazione di un mercato piuttosto scarno i cui prezzi sono stati stabiliti dalla penuria di alternative piuttosto che dal valore assoluto dei giocatori in questione.


Brandon Stephens ai New York Jets (triennale da 36 milioni di dollari)

Aneddoto inutile? Ma sì, perché no.
Il mio caro amico Milo - il primo indiziato in caso di morte violenta di John Harbaugh, nonché uno dei tifosi Ravens più disillusi che esistano - aveva sviluppato un’inspiegabile forma di apatia verso la propria squadra del cuore a causa principalmente della ricorsività degli epiloghi stagionali e, anche, a causa di Brandon Stephens: la firma con i New York Jets rappresenta una sorta di 25 aprile per lui e, in generale, per tutti noi condannati a tifare questa squadra.
Durante lo scorso autunno Stephens ha concesso più di 800 yard ai ricevitori da lui marcati, anche se non servono i numeri per compendiare l’unicità di Stephens in quanto è uno dei pochi giocatori interpretabile esclusivamente con l’ausilio degli occhi: apparentemente ogni big play concessa dalla secondaria dei Baltimore Ravens era messa a segno dal ricevitore allineato con Stephens, sempre al posto giusto nel momento sbagliato.
Una dozzina di milioni a stagione per lui sono a mio avviso un’esagerazione, soprattutto perché con ogni probabilità andrà a rimpiazzare quel D.J. Reed andato a Detroit per un paio di milioni a campionato in più: durante le ultime due stagioni Reed ha concesso complessivamente 906 yard. Numeri che fanno riflettere.

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