Le migliori scelte al secondo giorno del Draft NFL 2024
Durante il draft NFL nulla è più soddisfacente che assicurarsi un talento da primo round durante il secondo giorno
Jer’Zhan Newton (DT) ai Washington Commanders con la scelta numero 36
Di primo acchito uno potrebbe chiedersi se una squadra nelle condizioni di Washington potesse davvero permettersi di sacrificare una scelta così alta per un defensive tackle, una delle poche posizioni in cui sono coperti e competenti, ma a volte il draft è davvero un gioco semplice: se hai l’opportunità, certi giocatori non te li lasci sfuggire dalle mani.
In nessun universo - tranne questo, a quanto pare - Jer’Zhan “Johnny” Newton doveva scivolare al secondo round. Sottodimensionato ed esplosivo Newton è il classico D-tackle che sa arrivare al quarterback senza alcuna difficoltà, quel genere di prospetto che associamo con un po’ troppa libertà al mostro sacro Aaron Donald.
Dopo un veloce controllo ho avuto modo di appurare che il contratto di Jonathan Allen scadrà al termine della stagione 2025, quindi non escludo che quella che partirà a settembre possa essere la sua ultima nella capitale, fatto che renderebbe Newton meno “ridondante”.
Sia quello che sia, questa è una lega in cui vince il talento, virtù di cui questi Commanders avevano disperatamente bisogno: se al secondo round un giocatore del genere è disponibile lo prendi, punto.
Avrei potuto fare un discorso molto simile su Mike Sainristil, ma avete capito l’andazzo, Washington sta draftando consistentemente ottimi giocatori.
Cooper DeJean (CB) ai Philadelphia Eagles (40), Kool-Aid McKinstry (CB) ai Saints (41) ed Ennis Rakestraw (CB) ai Detroit Lions (61)
Ho deciso di raggrupparli per un semplice motivo: nessuno di questi giocatori doveva essere selezionato così tardi. E anche perché sono tutti cornerback, ma vabbè, prima volevo sbattervi in faccia l’argomentazione più aggressiva.
Per mesi ho visto DeJean, McKinstry e Rakestraw orbitare attorno alla fine del primo round - o nel caso di DeJean addirittura nella parte centrale - di ogni mock draft: penso avreste faticato a trovare un tifoso di Eagles o Lions disposto a dichiararsi pubblicamente scontento per essere uscito dal primo round con in mano uno dei tre cornerback scritti in grassetto qui sopra.
Figuratevi che qualche giorno fa nel mio inutile mock draft avevo dato Rakestraw ai Lions alla 29… del primo giro.
L’irrazionale corsa all’oro per quarterback, offensive tackle e wide receiver ha fatto scivolare al secondo round talenti da primo e la cosa più divertente è che, in meno di ventiquattro ore, Eagles e Lions siano riuscite a creare un nuovo tandem di cornerback che fino a un paio di giorni fa definirlo utopico sarebbe stato un eufemismo.
Entrambe le squadre si sono accomodate sulla riva del fiume e, in egual misura pazienti e fortunate, hanno visto gli dei del football premiare la loro pazienza esaudendo desideri troppo audaci per essere espressi ad alta voce.
Mi rendo conto che a volte possa sembrare che dar contro il front office dei Saints sia il mio hobby preferito, tuttavia chapeau pure a loro ché McKinstry alla 41 è un affare clamoroso. Ora la secondaria dei Saints fa paura, soprattutto in luce dell’esplosione di Paulson Adebo.
Jackson Power-Johnson (IOL) ai Las Vegas Raiders con la scelta numero 44
È vero, i Las Vegas Raiders non sono riusciti a mettere le mani su un franchise quarterback, ma aggiungere così tanto talento al reparto offensivo mette chiunque si troverà under center a settembre in una posizione sempre più invidiabile.
Dopo aver aggiunto l’eccezionale Bowers, Las Vegas ha rincarato la dose portandosi a casa un giocatore che molto probabilmente non si sarebbero mai aspettati di trovare disponibile verso la metà del secondo round del draft, Jackson Power-Johnson, che con un cognome da studio legale ci mette immediatamente davanti alla sua enorme versatilità che, molto probabilmente, permetterà ad Antonio Pierce di utilizzarlo come guardia dato che Andre James si è più che meritato la conferma da centro.
Nel 2023 l’ex centro degli Oregon Ducks ha concesso una sola pressione su quasi 500 snap: immagino che Minshew e O’Connell stiano sorridendo a 64 denti.
Tyler Nubin (S) ai New York Giants con la scelta numero 47
Viviamo in un momento storico in cui apparentemente esistono posizioni più importanti d’altre che, come già ripetuto dalle sei alle settecento volte, in sede di draft danno vita a vere e proprie corse all’oro che permettono ad altri giocatori di ruoli “inferiori” di rendersi protagonisti di grotteschi scivoloni.
I safety, nel football di oggi, non vanno più chissà quanto di moda - poi uno si chiede come sia possibile che un giocatore del calibro di Kyle Hamilton sia finito ai Ravens che pescavano a metà del primo round: per questo motivo quello che da molti era visto come il migliore nel ruolo di questo draft, Tyler Nubin, ha dovuto ascoltare il nome di 46 giocatori prima di poter finalmente sentire il suo.
Nubin non è solamente un ottimo giocatore, ma il suo è pure un profilo di cui questi Giants avevano disperatamente bisogno in luce dell’addio di Xavier McKinney di cui sarà l’immediato sostituto. Veloce, sicuro nei tackle, versatile e con un notevole fiuto per il pallone, Nubin è uno dei giocatori più divertenti da vedere di questo draft.
E nel frattempo la difesa dei Giants continua imperterrita a migliorare. Strategia che approvo.
Adonai Mitchell (WR) agli Indianapolis Colts con la scelta numero 52
Mettiamola così: se i Colts avessero speso la quindicesima scelta assoluta per Adonai Mitchell non avrei avuto molto da contestare. Anzi, quasi sicuramente avrei elogiato il GM Ballard per aver finalmente investito una scelta al primo round su un ricevitore per mettere il più possibile a proprio agio Anthony Richardson - che di fatto resta un rookie.
Il motivo per cui Mitchell è scivolato fino alle 52 è piuttosto semplice ed è il leitmotiv di questo draft: corsa all’oro.
Se nel primo giorno i front office si sono scannati per quarterback, offensive tackle e ricevitori, durante le fasi iniziali della seconda serata a farla da padroni ci hanno pensato cornerback e defensive lineman.
Mitchell ha tutti i mezzi fisici e atletici per dominare, senza dimenticare un paio di mani così sicure che negli ultimi due anni si è macchiato di un solo drop.
I numeri racimolati durante la carriera universitaria non sono poi così esaltanti - 845 yard il suo career high -, ma quegli undici touchdown ricevuti nel 2023 ci mettono davanti a uno che in red zone non dovrebbe aver problemi a farsi trovare libero da Richardson. A forza di aggiungere un giocatore all’anno il receiving corp dei Colts sta cominciando finalmente a fare paura.
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