Il riassunto della tredicesima domenica del 2024 NFL
Quella di cui siamo appena stati testimoni è stata una delle domeniche più combattute della stagione
Le aspettative per il testa a testa fra Steelers e Bengals erano davvero alte, soprattutto in luce del sorprendente scivolone di Pittsburgh contro Cleveland di una decina di giorni fa: queste aspettative non sono state solamente rispettate, ma pure doppiate - se non triplicate - dall’incredibile 44 a 38 con cui gli Steelers potrebbero aver inguaiato definitivamente i Cincinnati Bengals.
Le due squadre hanno dato vita a una prima metà di gioco esageratamente esplosiva conclusa sul 27 a 21 per gli Steelers che, dopo aver concluso il primo drive nel peggior modo possibile una pick six di Cam Taylor-Britt, hanno inanellato cinque scoring drive consecutivi - tre touchdown e due piazzati di Boswell.
Sopra di 10 dopo un touchdown di Freiermuth arrivato negli ultimi secondi del terzo quarto, Pittsburgh ha chiuso definitivamente i conti grazie al caratterizzante opportunismo del reparto difensivo che riportando in end zone un fumble di Joe Burrow ha esteso il vantaggio a un rassicurante +17.
Non sono serviti a nulla i due touchdown della disperazione realizzati da Cincinnati, una volta recuperato l’onside kick Pittsburgh ha guadagnato senza troppi problemi il primo down che le ha permesso di blindare la nona vittoria stagionale.
Prestazione superba di Russell Wilson che si è scrollato brillantemente di dosso la pick six iniziale lanciando per 414 yard e tre touchdown. Nulla da fare invece per i Bengals, pure ieri sono riusciti a vanificare l’ennesimo pomeriggio da MVP di Joe Burrow con una patetica prestazione difensiva.
Continua la marcia dei Philadelphia Eagles, passati in casa dei Baltimore Ravens 24 a 19. Guardando le statistiche si sarebbe portati a pensare a un comodo successo dei Ravens, invece niente da fare: contro squadre del genere è impensabile vincere se non si è efficienti in red zone, parte del campo in cui Baltimore ha convertito con una percentuale di successo del 40%.
Per domare i Ravens agli Eagles sono bastati due drive per metà di gioco: dopo un inizio da quattro punt e due soli primi down, gli Eagles hanno recuperato il 9 a 0 su cui Baltimore era scappata con un touchdown di Goedert e uno di Hurts.
Un piazzato di Tucker ha fissato il punteggio sul 14 a 12 Eagles, punteggio rimasto immutato nel terzo quarto a causa di due errori consecutivi del sempre più irriconoscibile Justin Tucker - che dopo il primo touchdown della giornata di Baltimore aveva pure sbagliato l’extra point: credo sia arrivato il momento di correre ai ripari, l’imprecisione del kicker sta compromettendo la stagione dei Ravens.
Portarsi a casa zero punti da due drive che hanno consumato 12 minuti di gioco difficilmente metterà qualsivoglia squadra nella posizione di battere gli Eagles che, infatti, di lì a breve l’avrebbero chiusa con un touchdown del solito Saquon Barkley: un turnover on downs dei Ravens ha permesso agli Eagles di rimpinguare il proprio bottino con altri tre punti e, soprattutto, di bruciare ben cinque minuti.
A nulla è servito il touchdown sulla sirena di Likely.
Con maggior freddezza e, purtroppo, un kicker affidabile l’esito sarebbe probabilmente stato ben diverso, ma kudos agli Eagles per aver sfruttato nel migliore dei modi ogni singola occasione avuta: credo sia necessaria maggiore consistenza, ma quando la propria avversaria è impegnata a battersi da sola per vincere possono anche bastare solamente quattro drive degni di nome.
Vittoria al cardiopalma degli inarrestabili Minnesota Vikings che si sono imposti di cortomuso sugli Arizona Cardinals con un letale 23 a 22.
Dopo una prima metà scandita da field goal - tre per Arizona e due per Minnesota -, la squadra del deserto aveva creato il vuoto grazie a un pregevole touchdown di Marvin Harrison Jr. che l’aveva fatta volare sul 19 a 6 a una ventina scarsa di minuti dal termine: a quel punto Minnesota ha dimostrato di essere una squadra vera, non un fuoco di paglia pronto a spegnersi in qualsiasi momento.
Un touchdown di Mundt seguito da field goal arrivato dopo un intercetto di Murray ha immediatamente riportato Minnesota sotto di tre lunghezze, diventate sei a seguito di un altro piazzato di Arizona che non è riuscita a regalarsi il touchdown che avrebbe di fatto messo in ghiaccio la doppiavù a domicilio.
Con poco più di tre minuti rimasti da giocare Darnold ha scolpito un fenomenale game winning drive concluso da un touchdown su ricezione di Aaron Jones che si è fatto perdonare nel migliore dei modi per un fumble a inizio partita: il drive della disperazione di Arizona si è concluso con un nulla di fatto, o meglio, con il secondo intercetto della giornata di Murray, quello che ha chiuso definitivamente i conti.
Sconfitta incredibilmente pesante quella patita dai Cardinals che hanno condotto per quasi 59 minuti: purtroppo per loro in questo sport vince chi è in vantaggio allo scoccare del sessantesimo minuto.
Una delle sorprese della settimana viene direttamente da Foxborough, dove Colts e Patriots hanno dato vita a una partita inaspettatamente vibrante e nevrotica: a imporsi alla fine sono stati i Colts che grazie a una conversione da due a una manciata di secondi dal fischio finale l’hanno spuntata 25 a 24.
Partita incredibilmente frustrante quella vissuta dai Patriots che, per una volta, sono riusciti a imporre la propria volontà sulla linea di scrimmage guadagnando ben 200 rushing yard che hanno permesso loro di controllare il cronometro per circa 34 minuti e di guadagnare 169 yard di total offense in più degli avversari.
Come però sappiamo troppo bene, non conta il numero di yard ma ciò che uno ne fa con queste: il disastroso 2 su 6 di New England in red zone li ha costretti ad accontentarsi troppo spesso dei tre punti, anche se immagino abbiano inciso maggiormente l’imperdonabile errore di Slye da 25 yard e l’intercetto sparacchiato da Maye nel cuore della red zone.
Sotto di sette punti a cinque minuti abbondanti dalla conclusione, Anthony Richardson ha messo insieme un magnifico drive da 19 giocate che lo ha visto convertire ben tre quarti down, fra cui quello decisivo con cui ha connesso con Alec Pierce in red zone per il touchdown del possibile pari: ‘possibile’ perché come anticipato coach Steichen si è giocato il tutto per tutto con una conversione da due punti realizzata dallo stesso Richardson.
Troppo corto il possibile piazzato del controsorpasso di Slye: ci sarà un motivo se nessuno nella storia della NFL ha realizzato un piazzato da 68 yard.
Se si parla di sconfitte frustranti è categorico fare un salto ad Atlanta per chiedere delucidazioni ai Falcons, beffati 17 a 13 da dei Chargers tanto spuntati quanto opportunisti.
Atlanta è riuscita nella tutt’altro che banale impresa di uscire a testa bassa dal campo a seguito di una partita in cui ha costretto la squadra avversaria ad accontentarsi di meno di 200 yard di total offense: a condannarla alla terza sconfitta consecutiva ci hanno pensato i quattro sciagurati intercetti di Kirk Cousins, fra cui una pick six realizzata dall’indemoniato Tarheeb Still.
La sterilità offensiva dei Chargers ha regalato ai Falcons ogni opportunità possibile per fare il colpo grosso e riscattare un pomeriggio di frustrazione e grossolanità, ma i due drive del possibile sorpasso si sono conclusi nel modo più disastroso possibile, ossia con un intercetto di Cousins nella metà campo dei Chargers. Questa sconfitta inguaia notevolmente Atlanta che è stata raggiunta sul 6-6 da Tampa Bay - la squadra di Raheem Morris ha però vinto entrambi gli scontri diretti: stanno davvero riuscendo nell’impresa di scialacquare un titolo divisionale che fino a un paio di settimane fa tenevano nel taschino?
In un modo o nell’altro i Tampa Bay Buccaneers sono riusciti - circa - a raddrizzare una stagione che, a un certo punto, sembrava essere stata irreparabilmente sabotata dai numerosi infortuni: seppur faticando molto più di quanto potessero aspettarsi, i Buccaneers sono sopravvissuti all’orgoglio dei Panthers scampandola con un convulso 26 a 23 dopo i tempi supplementari.
A tenere in vita degli atipicamente sciuponi Buccaneers ci hanno pensato anche due errori del solitamente affidabile Eddy Pineiro che hanno impedito a Carolina di prendere il largo sfruttando lo stato confusionale del reparto offensivo avversario: sotto 16 a 10 all’inizio dell’ultimo quarto, i Bucs hanno messo il musetto davanti grazie a una meta da 6 yard dello scatenato Bucky Irving - 152 yard per lui. Mayfield e compagni, irriconoscibili per tre quarti, avrebbero pure avuto l’opportunità di chiuderla, ma il loro viaggio nei meandri della red zone avversaria è stato concluso da un frustrante piazzato di McLaughlin che fissando il punteggio sul 20 a 16 a circa tre giri d’orologio dal triplo zero ha stabilito le premesse per un potenziale game winning drive di Bryce Young.
Che, infatti, è arrivato: la sempre più convincente ex prima scelta assoluta si è caricata la propria squadra sulle spalle e, complice anche un’ottima posizione di partenza regalatagli da una penalità sul kickoff, ha catapultato i suoi alle porte della red zone dove ha poi immediatamente connesso con l’immarcescibile Adam Thielen per il touchdown della probabile vittoria.
Purtroppo per loro, però, a Mayfield i trenta secondi rimasti da espiare sono bastati per mettere McLaughlin nella posizione di portarla ai supplementari con un piazzato da 51 yard convertito brillantemente.
La monetina ha sorriso ai Buccaneers che, però, hanno visto il possibile drive della vittoria essere stroncato da un sack che li ha costretti ad affidarsi nuovamente a McLaughlin che, però, da 55 yard non ha saputo trovare il centro dei pali.
Galvanizzati dall’ottima posizione di campo, ai Panthers sono bastati un paio di snap per fare breccia in zona field goal dove Hubbard stava guadagnando le ultime yard necessarie a mettere Pineiro nella miglior posizione possibile per… fumble, palla di nuovo ai Buccaneers.
Rinfrancati e lucidi come chiunque abbia appena fissato la morte negli occhi, una big play a testa di Evans e White ha regalato a McLaughlin l’opportunità di redimersi con un tutt’altro che proibitivo piazzato da 30 yard convertito senza alcun problema.
Che fatica!
A un certo punto diventa difficile individuare parole in grado di rendere giustizia alle partite dei Kansas City Chiefs. I Cardiac Chiefs continuano a vincere e possono vantare il miglior record della lega ma in vita mia non ho mai visto un 11-1 altrettanto fasullo: dubito fortemente che la giuria del web possa consegnarmi alla giustizia per hating, il delta fra il sopracitato 11-1 e un ben più anonimo 8-4 è costituito da una striminzita serie di episodi sempre e comunque favorevoli.
La loro fortuna ha oramai valicato i confini della realtà e sono convinto che fra non troppo tempo la locuzione «fortunato come i Chiefs» farà breccia nel mainstream.
Per sopravvivere a dei commoventi Las Vegas Raiders hanno necessitato di un 19 a 17 reso possibile da uno sciagurato snap non controllato da O’Connell a una dozzina di secondi dal fischio finale: mi pare inutile dirvi che Las Vegas si trovasse in piena zona field goal.
Durante la partita di venerdì i ragazzi di Antonio Pierce hanno giocato decisamente meglio dei Chiefs guadagnando più yard e sfoggiando un’esplosività che, al momento, Kansas City può solo sognare: tuttavia, come spesso accade a chi gioca contro i campioni in carica, non sono riusciti a tradurre l’ottimo lavoro offensivo in punti.
Daniel Carlson ha infatti sbagliato ben tre field goal - tutti da più di 50 yard - mentre Kansas City, seppur insopportabilmente inefficiente in red zone, continuava ad aggiungere tre punti al proprio esiguo bottino: i due touchdown consecutivi di Bowers e Tucker sono serviti solamente a illudere gli ospiti che in un batter d’occhio sono passati dal 3 a 16 al 17 a 16. Un piazzato di Wright ha restituito il vantaggio a Kansas City, vantaggio preservato grazie al terzo errore della giornata di Carlson e lo sciagurato fumble sopracitato.
Prestazione commovente di O’Connell che con 340 yard e due touchdown ha restituito esplosività a un attacco annacquato dalla democristiana presenza di Gardner Minshew under center. Impressionante pure Brock Bowers: 10 ricezioni per 140 yard e un touchdown per quello che a fine stagione avrà riscritto gran parte dei record riguardanti i tight end rookie.
Kansas City continua a vincere e ad avvicinarsi al fattore campo - e bye week - per tutti i playoff, ma l’impressione sempre più prevalente è che questo modello di successo sia insostenibile a gennaio.
Vittoria oltremodo sofferta pure quella dei Texans sui Jaguars, specialmente se si tiene presente che Trevor Lawrence è stato estromesso dalla contesa nel bel mezzo del secondo quarto a causa di un’infame colpo proibito di Azeez Al-Shaair che, di fatto, ha decapitato il quarterback dei Jaguars mentre questo stava scivolando inerme a terra.
Il sorprendente spettacolo dietro il 23 a 20 con cui Houston è sopravvissuta all’improbabile rimonta dei Jaguars è da attribuire all’improbabile Mac Jones che con un paio di touchdown lanciati a Washington e Thomas ha riaperto una partita che sembrava essere giunta da tempo ai titoli di coda.
Sfortunatamente per lui e per il resto del reparto offensivo di Jacksonville, una volta riottenuto il possesso a tre minuti abbondanti dal fischio finale Houston non lo ha più ceduto grazie a un paio di primi down guadagnati da Joe Mixon che hanno accompagnato il cronometro al triplo zero.
Ennesima prestazione ben lontana dalla sufficienza per i Texans che, però, avevano così disperato bisogno di vincere che immagino non si flagelleranno per le modalità con cui questa vittoria è arrivata: serve di più, molto di più.
Continua l’ottimo momento di forma dei Seattle Seahawks che allungano a tre la serie di successi consecutivi con un fondamentale 26 a 21 sui soliti New York Jets.
Dopo essere volati sul 21 a 7 grazie a un touchdown su kickoff return di Nwangwu, l’attacco di New York è completamente sparito dal campo… anzi, a dire il vero Aaron Rodgers avrebbe lanciato un altro touchdown, solo che a riceverlo ci ha pensato Leonard Williams che è sì stato selezionato al draft dai Jets, ma purtroppo per loro ora milita nei Seahawks: vi chiedo il favore di guardarvi questa galoppata da 92 yard di uno che sulla carta d’identità è registrato come defensive tackle.
La pick six di Williams è emblematica in quanto ha messo il punto a un drive nato sotto i migliori auspici, ovvero a seguito di un disastroso fumble su kickoff return dei Seahawks che avrebbe dato ai Jets l’opportunità di volare sul 28 a 7 - o perlomeno sul 24 a 7 con un field goal.
Malgrado l’immancabile turnover on downs sulla goal line oramai diventato topos letterario della loro stagione, Seattle è progressivamente riuscita a risalire la china grazie a un paio di piazzati di Myers per poi completare il sorpasso a cinque minuti dalla fine grazie a un touchdown di Charbonnet.
La risposta dei Jets è stata quella che potete immaginare, ossia l’ennesimo nulla di fatto - leggasi ‘turnover on downs’ - che vale loro la nona sconfitta stagionale: direi che questa partita può essere vista come l’emblema del 2024 di questa sciagurata squadra beffardamente truffata da un quarterback incapace di fare la differenza nei momenti che contano davvero.
Successo fondamentale invece per i Seahawks che consolidano il primato in NFC West.
Vittoria sofferta dal peso specifico incommensurabile quella dei Los Angeles Rams, che con un sudato 21 a 14 su dei commoventi New Orleans Saints restano in scia dei Seahawks.
Dopo aver concluso a bocca asciutta la prima metà di gioco, Los Angeles ha finalmente cominciato a muovere le catene affidandosi al solito travolgente Kyren Williams che ha concluso la propria giornata sfondando il muro delle 100 rushing yard e un touchdown.
La meta decisiva è stata messa a segno da Puka Nacua a poco meno di nove minuti dal fischio finale: New Orleans in tutta risposta ha cominciato a muovere le catene con metodicità portandosi in red zone, ma a poco più di un minuto dalla chiusura delle ostilità, su quarto down, Jared Verse ha messo a segno uno strip sack su Carr che ha suggellato la vittoria di Los Angeles.
Riprendono finalmente confidenza con la vittoria i Washington Commanders che dopo tre capitomboli consecutivi si regalano il pomeriggio di cui avevano disperato bisogno a spese dei poveri Tennessee Titans: il 42 a 19 finale lascia davvero poco spazio all’immaginazione.
Mi limiterò a dirvi che dopo meno di venti di gioco Washington era già volata sul 28 a 0: il timido rientro dei Titans, sotto 28 a 13 all’inizio dell’ultimo quarto, è stato represso da un touchdown di Zach Ertz che ha permesso a Washington di tirare i remi in barca e godersi l’ottava vittoria della propria fenomenale stagione.
Ottima la prestazione di Jayden Daniels che con più di 200 passing yard e quattro touchdown totali - uno su corsa - ci ha reso testimoni di una prestazione che non vedevamo da troppe settimane.
No contest a Orchard Park: sotto una nevicata che urlava a pieni polmoni «football» i Bills hanno triturato ciò che resta dei 49ers con un tremendo 35 a 10.
C’era molta preoccupazione circa le condizioni meteorologiche in quanto una caratteristica tempesta di neve aveva riempito di spirito natalizio lo stadio, ma se esiste una squadra a proprio agio in queste condizioni è proprio quella guidata da Josh Allen: di contro, se esiste una squadra i cui meccanismi possono essere inceppati dalla neve e dal gelo è proprio quella di Shanahan, purtroppo per lei - in una circostanza del genere, chiaramente - ubicata in California.
Non c’è stata partita, Buffalo ha dominato in lungo e in largo soffocando completamente il gioco aereo dei 49ers. Ottima prestazione di Josh Allen che ha messo a segno una rara tripletta segnando su passaggio, su corsa e addirittura su ricezione.
La stagione dei 49ers è stata forse compromessa definitivamente a causa dell’ennesimo infortunio di Christian McCaffrey che, questa volta, potrebbe essere costretto ai box fino al termine del campionato.
Kickers incredibilmente imprecisi questa week. Sarebbero cambiati diversi risultati.. dispiace davvero per CMC.. i 49rs devono sperare che l'anno prossimo un paio di partite gliele facciano giocare direttamente a Lourdes...
San Francisco nella bufera, in tutti i sensi. Quindi... no comment. Devo invece darti atto di aver avuto ragione sulla vittoria degli Eagles. Certo che a kicker siamo messi bene, sia noi che voi. Finirà pure il cu... pardon, la fortuna dei Chiefs. La pagheranno ai PO? Dispiace per i Raiders, ed anche per i Panthers. Franchigie così svantaggiate che combattono comunque per poi perdere agli ultimi secondi fanno tenerezza. Ripeto, dispiace.