I giocatori NFL più sotto pressione nel 2024
Per alcuni giocatori NFL quella che sta per cominciare sarà la stagione della verità, un «ora o mai» più con diverse sfumature
Considerando che la durata media di una carriera in NFL supera a fatica i tre anni, credo che una stagione “senza pressione” debba ancora vedere la luce del sole: bastano un paio di partite sbagliate - o un infortunio - a vedere il proprio stato di “imprescindibile” decadere a “esubero”.
Chiunque è sotto pressione in qualsiasi momento dell’anno indipendentemente da palmares, status e posizione… tuttavia alcuni giocatori sono un po’ più sotto pressione.
Che si tratti di individui chiamati a giustificare un contratto finora esagerato o a salvare una carriera fino a non troppo tempo fa promettente, i signori che sto per sciorinarvi sono alcuni fra i giocatori obbligati a rispondere presente a quella che per alcuni di loro potrebbe essere l’ultima chiamata.
Deshaun Watson, QB, Cleveland Browns
Sono diversi i motivi per cui non sono mai stato un fan della decisione dei Cleveland Browns di barattare la propria anima per (quello che credevano essere) un franchise quarterback, ma non posso permettermi di sviare sciorinandoli.
Permettetemi solo di affermare che lanciare addosso un quinquennale totalmente garantito - dal valore totale di 230 milioni di dollari - a un individuo indagato per una serie impressionante di molestie sessuali non genererà chissà quanta simpatia nei suoi confronti. O nei confronti di una franchigia che ha gettato in mezzo alla strada il quarterback che l’anno precedente l’aveva condotta alla prima vittoria in postseason dopo ben 26 anni di digiuno.
Quasi dimenticavo: nel frattempo il quarterback diseredato è resuscitato portando a tanto così dall’NFC Championship Game gli improbabili Tampa Bay Buccaneers.
Nel 2022 c’era l’alibi della squalifica e, di conseguenza, quello della ruggine.
Nel 2023 quelli offerti dai residui di ruggine e da una serie di infortuni che ha finito per sabotargli la stagione.
Nel 2024, molto semplicemente, non dovranno esserci alibi. Watson dovrà trovare modo di metterci nuovamente davanti al quarterback - ripeto in maiuscolo, IL QUARTERBACK - che abbiamo imparato ad amare a Houston: sprecare l’operato di una difesa del genere sarebbe un vero e proprio crimine, soprattutto in luce di quanto fattoci vedere dal redivivo Joe Flacco nella seconda metà del 2023.
Bryce Young, QB, Carolina Panthers
In un certo senso mi vergogno di me stesso a sovraccaricare di pressione un quarterback con un solo anno d’esperienza NFL a curriculum, ma purtroppo il caso di Bryce Young è intorpidito da una serie impressionante di aggravanti - assolutamente fuori dal suo controllo.
Stiamo parlando di un’ex prima scelta assoluta al draft per cui Carolina si è letteralmente svenata finendo poi per essere ridicolizzata dall’abbondanza della cornucopia dorata regalata a Chicago che, un po’ a caso, si è trovata fra le mani un ricevitore fortissimo, Caleb Williams e una pletora di scelte al draft.
Poi, non secondario, Young è stato selezionato prima di quel C.J. Stroud che ha immediatamente trasformato Houston in contender. È una lettura alquanto superficiale, ma immagino che il proprietario Tepper stia schiumando dalla rabbia paragonando lo stato dell’arte dei Texans a quello dei suoi Panthers: una squadra in un paio di mesi s’è scoperta così grande da giocare immediatamente l’all-in, l’altra si è resa protagonista dell’ennesimo repulisti.
L’impazienza di Tepper è ben nota e, malgrado l’imbarazzo generale del primo anno di Young sia imputabile all’incompetenza da cui era circondato, un 2024 sulla falsariga della stagione da rookie potrebbe indurre il volubile Tepper a premere il bottone rosso.
Tua Tagovailoa, QB, Miami Dolphins
Sia messo agli atti che sono un grandissimo sostenitore di Tua Tagovailoa, quarterback che negli anni s’è trovato invischiato in alcune delle battaglie di percezione più ingenerose di cui io sia mai stato testimone.
Credo sia però arrivato il momento di compiere il decisivo salto di qualità, quello che gli permetterà di affermarsi definitivamente come uno dei migliori nel ruolo.
Le statistiche ci mettono davanti a un quarterback accurato, affidabile e molto più esplosivo di quanto gli venga riconosciuto… che tuttavia si trasforma in funzione del mese dell’anno o della squadra avversaria.
Nel 2023, fra settembre e ottobre ha lanciato ben 18 touchdown a fronte di sette intercetti: nei mesi più freddi, invece, il numero di touchdown s’è abbassato fino a 11 mentre quello degli intercetti è rimasto immutato.
Ciò che più deprime è constatare che cinque delle sei sconfitte di Miami siano arrivate contro avversarie dirette come Baltimore, Kansas City, Philadelphia e Buffalo: immaginato che abbiate notato una tendenza. O sbaglio?
L’ultimo urrà dei Dolphins ai playoff risale al 30 dicembre del 2000 ed è inaccettabile non pretendere almeno una vittoria gennarina da una squadra così talentuosa.
Questo deve essere l’anno in cui i Miami Dolphins tornano a essere rilevanti quando conta davvero.
Najee Harris, RB, Pittsburgh Steelers
Malgrado l’aspettativa di vita di un running back non sia mai stata così bassa, non ho avuto particolari problemi a trovare un posticino pure a Najee Harris. Vuoi per la posizione in cui è stato selezionato al draft - ventiquattresimo nel 2021 - o per essere stato appuntato a salvatore di un attacco senza arte né parte, le aspettative deluse sono state l’unica grande costante della sua carriera fra i professionisti.
Occorre però precisare che non sia sempre stata colpa sua in quanto Matt Canada e una linea d’attacco perennemente deludente non gli hanno semplificato l’esistenza in alcun modo.
A primo acchito definirlo deludente appare inappropriato, stiamo pur sempre parlando di un giocatore che ha oltrepassato quota mille yard in ogni singola stagione giocata in NFL. Il problema, però, risiede in un’efficienza che lascia molto a desiderare in quanto, in carriera, ha guadagnato la miseria di 3.9 yard a portata, numero ben al di sotto del par della decenza.
Ciò che più deve preoccupare è l’esplosività esibita da Jaylen Warren che, nella seconda metà della scorsa stagione, si è dimostrato infinitamente più pericoloso del compagno di backfield - 5.1 yard a portata nel 2023.
Il front office degli Steelers non ha esercitato la fifth year option e con la free agency all’orizzonte ho la sensazione che saremo testimoni di un’annata simile al 2022 di Josh Jacobs. Con il guru delle corse Arthur Smith come offensive coordinator e una linea d’attacco sensibilmente migliorata Harris ha la seria opportunità di riabilitare la propria carriera e vincere il contratto della vita.
Evan Neal, OT, New York Giants
Sulla carta era tutto perfetto: con Andrew Thomas ed Evan Neal a sigillarne le estremità il futuro della linea d’attacco dei New York Giants non era roseo, di più.
Mentre Thomas s’è confermato come uno dei migliori left tackle della lega, Neal non è neanche lontanamente riuscito a riscattare la disastrosa stagione da rookie.
Anche se sembra impossibile, il 2023 è costretto a ripensare al 2022 con nostalgica invidia dato che se non altro era riuscito a prendere parte a quasi il doppio delle partite giocate lo scorso autunno - solamente sette.
Nei primi due anni fra i professionisti Neal è stato senza mezzi termini disastroso. Anzi, deleterio. Non solo non è riuscito a giustificare l’enorme investimento compiuto dai Giants che lo selezionarono settimo al draft del 2022, ma stando a quanto fattoci vedere finora non ci sta dando una legittima ragione per giustificarne lo status da titolare in NFL. Nelle venti partite giocate in NFL Neal ha concesso dieci sack e 81 pressure, numeri semplicemente inadeguati.
A un giocatore così talentuoso continueranno a essere offerte opportunità, ma è innegabile che l’ennesimo flop potrebbe costringere il coaching staff dei Giants a spostarlo all’interno della linea o, addirittura, farlo accomodare in panchina.
Il fatto che sia da tempo ai ferri corti con l’esigente fanbase newyorkese non depone sicuramente a suo favore.
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