Guida al Wild Card Weekend NFL del 2024
Ci sono voluti anni ma finalmente la NFL ha tolto l’insopportabile ‘super’ dal Wild Card Weekend
Ho scritto quasi tremila parole di presentazione per le sei partite che animeranno il nostro SUPER Weekend - che grazie al cielo ha silenziosamente smesso di essere SUPER -, quindi permettetemi di saltare a piè pari l’introduzione.
Anzi, voglio solo avvisarvi che quasi sicuramente coprirò le partite del sabato in un articolo che pubblicherò la domenica mattina, mentre quelle della domenica troveranno spazio nel solito riassunto del lunedì. Il SUPER posticipo del lunedì invece… non ne ho idea.
Buoni playoff a tutti e, dato che so che esistete, a tutte.
Los Angeles Chargers (5) vs Houston Texans (4), sabato ore 22:30
Dire che in questo 2024 Houston abbia deluso sarebbe l’eufemismo dell’anno (passato), ma il bello dei playoff è proprio questo: con un paio di vittorie ogni delusione stagionale diventa magicamente irrilevante.
Il problema, se così si può definire, è che durante la scorsa stagione ci hanno sorpresi al punto da rendere categorico un miglioramento che, pensandoci bene, è tanto impegnativo quanto ingeneroso: come si può pretendere la partecipazione al Championship Game da parte di una squadra che fino a un paio d’anni aveva piantato le tende nei sotterranei della NFL?
Houston non si affaccia ai playoff in uno stato di forma particolarmente esaltante, il successo sulla salma dei Titans - che con la sconfitta di domenica si sono garantiti la prima scelta assoluta al prossimo draft - difficilmente può bastare a riscattare le cocenti delusioni rimediate consecutivamente contro Chiefs e Ravens: quando si sono trovati di fronte squadre qualificate a questa edizione dei playoff i Texans hanno raccolto solamente una vittoria in sei partite giocate - contro i Bills a inizio ottobre.
Dai Chargers, invece, nessuno poteva aspettarsi niente. Anzi, riformulo: nessuno pretendeva niente.
Il primo anno di Jim Harbaugh e un paio di addii illustri in offseason - spiccano quelli di Ekeler, Allen e Williams - sembravano averli condannati a un anno di tediosa irrilevanza in vista di un futuro migliore: ma nemmeno per sogno.
Los Angeles si è brillantemente qualificata ai playoff esprimendo un football senza fronzoli, intelligente e tremendamente vincente. Non sono indubbiamente la squadra più esplosiva della lega, ma si prendono cura del pallone con commovente dedizione - solo 9 i turnover commessi nel corso del campionato - e difendono divinamente grazie alla miglior red zone defense della lega: non può essere un caso che nessuno abbia concesso meno punti in questo 2024.
Los Angeles è una squadra estremamente bilanciata che starà studiando un modo per mettere a disagio il confuso C.J. Stroud, inadeguatamente protetto per tutto il corso della stagione. La partita che inaugura i playoff è estremamente importante soprattutto per Justin Herbert che sta ancora cercando il primo urrà in postseason della propria carriera: una provvidenziale vittoria contro i Texans lo aiuterebbe a togliersi dalla bocca il rancido sapore lasciato dalla rimonta subita per mano dei Jacksonville Jaguars un paio di stagioni fa.
Houston è invece assetata di riscatto per raddrizzare una stagione che, in caso di sconfitta, sarà consegnata alla storia come l’ennesima prova di quanto sia fastidiosamente fine a sé stesso l’entusiasmo in offseason.
La scelta di Mattia: Los Angeles Chargers
Pittsburgh Steelers (6) vs Baltimore Ravens (3), domenica ore 02:00
Avrei sufficienti elementi per liquidare questa partita in un paio di righe: i Ravens sono reduci da quattro vittorie consecutive, gli Steelers da quattro sconfitte consecutive. Nel momento più importante della stagione Baltimore sta giocando il proprio miglior football, Pittsburgh invece il peggiore: game, set e match Ravens, passiamo quindi ai Bills contro i sorprendenti Broncos.
Ma nemmeno per sogno: le rivalità con la erre maiuscola come quella fra Ravens e Steelers non si interpretano sommando aritmeticamente i vari addendi davanti ai nostri occhi, è necessario andare oltre perché in partite del genere momento di forma, record di squadra e tutte queste sciccherie si svuotano di ogni significato.
Nel 2012, l’anno dell’ultimo Super Bowl di Baltimore, ho visto i Ravens essere battuti in casa dagli Steelers guidati da Charlie Batch.
Nel 2015, la peggior stagione dell’era Harbaugh, fecero invece lo sgambetto agli Steelers delle tante B con il compianto Ryan Mallett under center.
Parliamoci chiaro, Baltimore è indubbiamente favorita, ma se c’è una partita in cui i favori del pronostico non contano assolutamente nulla è proprio questa. Nel corso degli anni abbiamo avuto modo di osservarli scervellarsi per regalare a Pittsburgh, una delle squadre più opportuniste della lega, la vittoria quasi sistematica: per qualche ragione sovrannaturale Pittsburgh riesce infallibilmente a tirare fuori il peggio da Jackson e dai Ravens in generale. Turnover, penalità, scelte scriteriate su quarto down e chi più ne ha più ne metta.
No, non basta la convincente vittoria di qualche settimana fa per spingermi ad affermare che abbiano debellato il virus Steelers: il 34 a 17 finale è alquanto ingannevole dato che Pittsburgh con poco meno di un quarto a disposizione si trovava sotto solamente di sette punti dopo lo sciagurato intercetto di Lamar Jackson.
E se Russell Wilson non fosse stato così ingordo in occasione del fumble di Ar’Darius Washington… chissà.
Nessuna delle due squadre può davvero permettersi di perdere una partita del genere in quanto una sconfitta getterebbe benzina sul falò alimentato dalle pigre narrative che vedrebbero Lamar Jackson come archetipo di “quarterback da regular season” - qualcuno cortesemente mi esponga il significato di questa locuzione -, mentre Pittsburgh nel silenzio garantito dall’impressionante serie di regular season vincenti sotto la guida Tomlin - che non ha mai chiuso un campionato con un numero di sconfitte maggiore a quello delle vittorie - scalpita dalla voglia di regalarsi la prima vittoria in postseason dal lontano 15 gennaio 2017.
Partita dalla quale sono genuinamente terrorizzato ma che, in caso di vittoria, darebbe ai Ravens una consapevolezza nei propri mezzi che potrebbe trainarli per tutto gennaio - anche se l’assenza di Zay Flowers si preannuncia essere disastrosa.
Pittsburgh, invece, non può davvero permettersi di perdere e condannare all’epilogo più mesto possibile una stagione fino a non troppo tempo fa esaltante.
Il football americano al suo meglio.
La scelta di Mattia: Pittsburgh Steelers. Vada a quel paese la scaramanzia: Baltimore Ravens.
Denver Broncos (7) vs Buffalo Bills (2), domenica ore 19:00
Sulla carta la partita dall’esito più prevedibile in assoluto.
Quella dei Denver Broncos di Bo Nix è stata una storia sensazionale, ma dato che articoli del genere rappresentano il contesto ideale in cui mettere i puntini sulle i… lasciatemi mettere qualche puntino sulle i.
Denver si è intrufolata ai playoff sfruttando magistralmente un calendario piuttosto facile come testimoniato dalla strenght of victory - la media delle percentuali di vittoria delle squadre battute durante la regular season - del 39.5% che precipiterebbe al 34% se si toglie dall’equazione il testa a testa con le seconde linee dei Kansas City Chiefs di domenica scorsa.
No, non sto in alcun modo dicendo che Denver non abbia meritato la qualificazione ai playoff, vi sto solo mettendo davanti a un paio di dati a loro modo eloquenti. Vale anche la pena farvi presente che l’ultimo quarterback rookie a uscire vincente dal proprio esordio ai playoff in trasferta fu Russell Wilson nella stagione 2012: un’era geologica fa.
Buffalo dalla propria non avrà solamente il determinante fattore campo, ma il Josh Allen più brillante di sempre e, in generale, l’attacco più bilanciato da quando under center c’è il futuro MVP - poi fra qualche giorno ne riparliamo con calma, promesso.
Allen conosce le Wild Card meglio di qualsiasi altro quarterback che vedremo in campo durante il weekend dato che si trova a tre miseri touchdown di distanza dal pareggiare il record all-time di Ben Roethlisberger per touchdown lanciati durante la prima settimana di playoff - Big Ben è al primo posto con 16.
Malgrado gli enormi cambiamenti dell’ultima offseason, Buffalo resta una squadra esperta e consapevole che, a differenza di Denver, conosce questi palcoscenici meglio delle proprie tasche. Allen, McDermott, la società e tutta la Bills Mafia sanno fin troppo bene che a questo punto dell’anno il problema risiede in una delle compagne di division dei Broncos, quindi credo che faranno valere il proprio delta di esperienza per liquidarli senza troppi affanni ché l’obiettivo è vendicarsi una volta per tutte dei Chiefs al Championship Game.
Mi aspetto altresì che Denver, consapevole di non aver nulla da perdere, approcci la partita con un piglio ultra-aggressivo che porterà Nix a cercare la profondità con assiduità: attenzione che coach Payton nella manica ha sempre un paio di trick play pronte. E attenzione alla seconda a un pass rush che nel corso della stagione ha raccolto ben 63 sack: la linea d’attacco dei Bills, di contro, è quella che ne ha concessi di meno. Numeri da ricordare.
Sono convinto che i ragazzi di McDermott terranno l’allerta al massimo perché poco più di un anno fa furono proprio i Broncos a fare un portentoso sgambetto ai Bills durante un Monday Night Football che finì per cambiare per sempre la traiettoria di questa squadra che, il giorno dopo la deludente sconfitta, mostrò la porta all’allora offensive coordinator Ken Dorsey: sì, se Joe Brady è riuscito a evocare il miglior Allen di sempre il merito va anche attribuito ai Broncos di Sean Payton.
La scelta di Mattia: Buffalo Bills
Green Bay Packers (7) vs Philadelphia Eagles (2), domenica ore 22:30
Poveri Eagles, i Green Bay Packers non c’entrano assolutamente niente con il prototipo del settimo seed che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni.
Green Bay non è infatti la classica squadra da nove-massimo-dieci-vittorie scivolata ai playoff per demeriti altrui - a partire da quelli di chi ha deciso di invitare una settima squadra i playoff -, ma è una mezza macchina da guerra condannata all’ultimo posto utile in conference dalla storica competenza della propria division, quella in cui due squadre hanno vinto almeno quattordici partite.
Cinque delle sei sconfitte dei Packers sono arrivate per mano della NFC North: a firmare la sesta ci hanno pensato proprio i Philadelphia Eagles all’esordio stagionale a San Paolo.
Di cose nel frattempo ne sono cambiate giusto un paio.
Philadelphia si è scoperta essere una grande squadra in tutto e per tutto, principalmente grazie a un reparto difensivo che dovrebbe essere condannato per cannibalismo. Noi tutti siamo infatti al corrente di quanto Green Bay ami muovere il pallone via terra, ma c’è da chiedersi se contro un front seven arcigno come quello di Philadelphia Jacobs riuscirà a produrre ai livelli dell’ultimo mese e mezzo. L’eventuale neutralizzazione del gioco di corse aumenterebbe la pressione sulle spalle di un Jordan Love a cui ultimamente è stato chiesto di fare decisamente meno rispetto alla prima metà di stagione: vi invito a tenere presente che Love si presenta all’impegno di domenica in condizioni fisiche tutt’altro che ideali. Credo che il suo primo obiettivo della giornata sia quello di evitare i turnover, spada di Damocle della sua altrimenti ottima stagione - anche se nella seconda parte è stato sostanzialmente impeccabile.
L’aspettativa comune è che scenda comunque in campo, ma potrebbe non essere al 100%.
Questi Eagles mi piacciono per davvero, soprattutto perché Barkley ha soffiato a Hurts il ruolo di deus ex machina del reparto offensivo di Philadelphia. Per assurdo la relativa “marginalità” - virgolette obbligatorie - potrebbe inchiodare Hurts ancora di più con le spalle al muro, dato che il minor volume di passaggi lo costringe a conseguire un’utopica perfezione per la quale ogni suo lancio deve portare al guadagno importante, alla big play sistematica di Brown o Smith.
Quanto appena delineato risulta a suo modo vero pure per i Packers, la quarta squadra in assoluto per passaggi che hanno portato a guadagni di almeno venti yard - ben 59: la secondaria degli Eagles è invece stata fenomenale a prevenire le big play aeree concedendone solamente 35.
Testa a testa estremamente interessante fra due ottime squadre: potenzialmente la partita del weekend. Enfasi sul potenzialmente.
La scelta di Mattia: Philadelphia Eagles
Washington Commanders (6) vs Tampa Bay Buccaneers (3), lunedì ore 02:00
Partita che rubacchia spunti narrativi a quelle appena presentate.
Come fatto prima parlando della trasferta dei Broncos a Orchard Park, mi preme mettere nuovamente in risalto il fatto che l’ultimo quarterback rookie a vincere il proprio esordio ai playoff in trasferta fu Russell Wilson durante la stagione 2012.
Inoltre, proprio come Packers-Eagles questa altro non sarà che la rivincita del testa a testa con cui le due squadre in campo hanno dato il via alla propria stagione: quel giorno si imposero nettamente i Buccaneers, ma vale la pena ricordare che si trattava della prima partita di Jayden Daniels fra i professionisti.
Entrambe le squadre alternano momenti di brillantezza confondibile con onnipotenza a giri a vuoto che possono portare i Bucs a flirtare per tre quarti con l’esclusione dai playoff per mano dei Saints di Rattler (…) e, dall’altra parte, i Commanders a boccheggiare contro i Cowboys di Trey Lance.
Credo che negli spogliatoi di entrambe le contendenti venga spesso passata Hot N Cold di Katy Perry dato che fra una striscia di tre e cinque vittorie dei Commanders troviamo una serie di tre sconfitte consecutive, mentre le quattro L di fila raccolte dai Buccaneers a metà stagione - condite da una serie impressionante di infortuni a giocatori chiave - li hanno costretti a un finale quasi perfetto reso possibile anche dal contemporaneo collasso degli Atlanta Falcons. Alti e bassi, esaltanti momenti di forma a settimane in cui entrambe sembravano essere perseguitate dal malocchio.
Per questa ragione sono convinto che la chiave della partita sarà proprio la consistenza, vincerà chi sarà più costante - ma che profondità di analisi! - e ridurrà al minimo i giri a vuoto più o meno fisiologici all’interno di una partita di football americano. Credo che domenica si potrà vincere con la prudenza, spesso anche accontentandosi dei tre punti: soprattutto per Tampa Bay sarà fondamentale riuscire a salvare Baker Mayfield dai propri istinti peggiori che si traducono spesso in intercetti.
Per Washington sarà invece determinante rallentare il fenomenale gioco di corse dei Buccaneers da cui mi aspetto massicce dosi di Bucky Irving - con Rachaad White sempre minaccioso per cambiare il passo o come ricevitore: la run defense dei Commanders è indubbiamente l’anello debole di una catena sorprendentemente forte.
Le corse regalano dolori ai Commanders anche sull’altro versante della linea di scrimmage, poiché Kingsbury dovrà ingegnarsi per permettere a Robinson ed Ekeler di correre con maggior efficienza poiché sarebbe folle addossare a Daniels pure la responsabilità di muovere le catene via terra.
Nessuna pressione, ci mancherebbe, ma per regalarsi la prima vittoria ai playoff in quasi vent’anni Washington dipenderà, tanto per cambiare, dal fenomenale rookie selezionato con la seconda scelta assoluta all’ultimo draft.
La scelta di Mattia: Tampa Bay Buccaneers
Minnesota Vikings (5) vs Los Angeles Rams (4), martedì ore 02:00
Vincere quattordici partite e trovarsi costretti a giocare i playoff in trasferta - salvo scenari impossibili nei quali al Championship Game ci arrivano il sesto o settimo seed: la NFL è una lega ingiusta Beppe.
Non solo, i Minnesota Vikings entrano loro malgrado nella storia come prima squadra di sempre a prendere parte al weekend delle Wild Card nonostante le quattordici vittorie: per questo c’è senza dubbio da ringraziare la stagione da diciassette partite, in quanto prima il record apparteneva ai Tennessee Titans del 1999 che in barba a un sensazionale 13-3 furono costretti a ricorrere al Music City Miracle per avere ragione dei Buffalo Bills alle Wild Card.
Sia quello che sia, immagino che Minnesota scalpiti dalla voglia di riscattare l’unica sconfitta extra-Lions di un campionato che, indipendentemente da ciò che accadrà ai playoff, resta prodigioso.
Faccio davvero fatica a decifrare i Los Angeles Rams. Dopo un periodo in cui il loro attacco appariva fra i più bilanciati e pericolosi della lega, sono incappati in tre vittorie consecutive sotto i venti punti: in queste tre partite hanno accumulato quattro punti in più dei 44 scaricati addosso ai Buffalo Bills.
Stafford, in particolar modo, mi ha dato l’idea di essere troppo dipendente da Puka Nacua, o meglio, sono arrivato a questa conclusione basandomi sui 25 palloni ricevuti nelle vittorie su 'Niners, Jets e Cardinals: sapete invece chi si è smaterializzato nello stesso periodo? Cooper Kupp, che di palloni ne ha ricevuti cumulativamente quattro, quelli che un paio d’anni fa avrebbe acchiappato in poco più di un quarto.
Minnesota può vantare una delle migliori run defense della lega - secondi per rushing yard concesse - e anche per questo credo che sarà imprescindibile optare per un approccio radicalmente differente rispetto a quello delle ultime uscite in cui Stafford ha lanciato in media 153 yard. Giusto per intenderci, a ottobre li sconfisse con 279 yard e quattro touchdown - lanciandone uno in più in quella serata di quelli accumulati nelle prime sei partite della stagione.
L’esperienza di Stafford tornerà utile pure per neutralizzare l’arma più pericolosa a disposizione di Brian Flores, quella delle pressioni simulate e delle coperture mascherate - in soldoni con le difese di Flores non si è mai in grado di capire che tipo di copertura si stia affrontando in quanto nessuno si diverte di più a confondere un povero quarterback. Stafford sarà chiamato a prendere decisioni rapide e vincenti, cosa che gli era riuscita con buona frequenza a ottobre dato che in quell’occasione l’attacco dei Rams generò ben nove giocate da almeno 15 yard - secondo miglior dato della loro stagione.
La difesa di Los Angeles nella seconda parte di stagione si è espressa a livelli più che soddisfacenti, anche grazie all’esplosione di Jared Verse che se la vedrà con Cam Robinson, colui chiamato a metà stagione a rimpiazzare l’ottimo Christian Darrisaw: penso che questo sia uno dei matchup chiave di una partita che si preannuncia perlomeno appassionante.
[A causa degli incendi che stanno devastando Los Angeles la partita è stata spostata a Glendale nello stadio degli Arizona Cardinals.]
La scelta di Mattia: Minnesota Vikings
Le mie scelte la scorsa settimana: 12-4. L’unico football più scemo di quello di settembre è il football delle riserve di fine stagione: tutto sommato, visto il numero esorbitante di seconde e terze linee in campo, ho avuto davvero fortuna ad azzeccare così tanti pronostici.
Le mie scelte finora: 186-68 (73.23%). Vorrei dire di essere fiero di me, ma niente da fare, non sono in grado di regalarmi momenti Scanzi e per quanto possa sforzarmi a riempirmi la spalla di pacche… ho avuto fortuna per tutto l’anno.
Se avete tenuto traccia dei vostri pronostici mi farebbe piacere li condivideste con me nei commenti tenendo ben presente che percentuali di successo superiori alle mie saranno bollate come FAKE NEWS.
Grazie di tutto cari i miei lettori e care le mie lettrici, vi voglio bene.
Ti faccio i miei più sinceri complimenti perché in una lega imprevedibile come la NFL azzeccare il 73% dei pronostici è una cosa per super esperti.
Per quanto riguarda questi pronostici io nella mia ignoranza dico Rams e Commanders. Per il resto concordo
Non ho tenuto traccia dei miei pronostici di regular season perchè mi vergognerei troppo ad avere una percentuale che attesti la mia incompetenza. Ma.....
Come faccio oramai da tre anni, partecipo a questo "giochino":
https://fantasy.espn.com/games/nfl-playoff-football-challenge-2025/
e il mio pronostico per i quattro Divisional è:
AFC: Chiefs vs Chargers e Bills vs Ravens, mentre per la NFC: Lions vs Commanders e Eagles vs Vikings
Quindi sappiate che non ci azzeccherò di sicuro.....