Geno Smith è il nuovo quarterback dei Raiders
Analizziamo a caldo la trade che questa notte ha portato Geno Smith a riabbracciare Pete Carroll a Las Vegas
Ieri stavo preparando l’annuale anteprima del carosello dei quarterback quando, soddisfatto del mio lavoro (parziale), decido di chiudere il computer per dedicarmi alla mia nuova passione, F-Zero 99 sulla Nintendo Switch: faccio quello che devo fare, la sera si fa notte e mi corico a letto senza football americano nei miei pensieri.
Verso le sei di mattina apro gli occhi e, automaticamente, pure l’app di ESPN per controllare lo stato di caricamento dell’ennesimo capolavoro firmato da Nikola Jokic e dal niente i pastosi occhi si soffermano su qualcosa del genere “Geno Smith Las Vegas Raiders”: ebbene sì, relativamente dal nulla Raiders e Seahawks hanno imbastito una trade che ha portato Smith a Las Vegas in cambio di una scelta al terzo round (la pick numero 92) del draft d’aprile.
Qualche parola fa ho detto “relativamente dal nulla” perché se si parla di Geno Smith è necessario tenere a mente che il suo rapporto con Pete Carroll trascenda il prototipo di relazione fra allenatore e quarterback. I due sono legati da una sincera e indissolubile miscela d’affetto, rispetto, stima e riconoscenza: se non mi credete prendetevi un minuto per guardare questo breve video di NFL Films in cui lo stesso Smith discute dell’importanza di Carroll nella sua vita. Sì, vita, non carriera.
Proprio come il miglior psicologo, Carroll ha insegnato a Smith ad amare e percepire sé stesso in modo completamente differente, con maggior indulgenza e morbidezza che immagino abbiano giocato un ruolo fondamentale nella rinascita che gli ha permesso di scrivere una delle più belle storie di redenzione del ventunesimo secolo NFL.
Non mi aspettavo una trade del genere, anche se negli ultimi giorni Seattle è stata iperattiva sul fronte uscite mettendo alla porta gente come Tyler Lockett, George Fant, Rayshawn Jenkins e Dre’Mont Jones: tutto questo accogliendo la richiesta di D.K. Metcalf di essere messo sul mercato via trade.
Insomma, in casa Seahawks è in corso una mezza rivoluzione che può - e forse deve - essere vista come un insieme di mosse volto a rendere fertile il terreno - ossia liberare spazio salariale - per un eventuale colpo da novanta: con circa 62 milioni di dollari disponibili i Seahawks sono entrati di prepotenza nella top ten per spazio salariale.
Il colpo da novanta in questo caso risponderebbe al nome di Sam Darnold, quarterback che ha una certa familiarità con l’offensive coordinator Klint Kubiak.
Secondo la sempre ben informata Dianna Russini di The Athletic l’obiettivo di Darnold sarebbe quello di strappare un triennale, un contratto a medio-lungo termine che gli fornisca le garanzie economiche su cui non ha mai potuto contare fino a questo punto della carriera. È abbastanza chiaro che nell’ultima settimana Seattle abbia fatto quello che doveva fare per mettersi perlomeno nella posizione di partecipare all’asta.
Al momento la quarterback room dei Seahawks è formata da Sam Howell e Jaren Hall: non mi sento di escludere a priori la possibilità di vedere Howell under center a settembre - non dimentichiamoci che questo front office l’anno scorso sia andato a prenderselo da Washington con l’idea di guarirlo dalla turnoverite - ma salvo sappiano cose che a noi esterni non è dato sapere questo lo vedrei come un rischiosissimo passo indietro.
Infatti, mi pare altamente improbabile che il front office abbia deciso di premere il bottone rosso e detonare un roster che lo scorso anno, abbastanza inaspettatamente, ha vinto 10 partite. Le tempistiche sono alquanto bizzarre dato che una ricostruzione al secondo anno di un nuovo ciclo tecnico sarebbe decisamente desueta: credo che coach Macdonald abbia le idee ben chiare e, semplicemente, preferisca affidare la propria squadra a un quarterback diverso.
Un veterano a suo avviso capace di garantire il salto di qualità che li riporterebbe a essere stabilmente una squadra da playoff. La penuria di opzioni disponibili mi obbliga a pensare che questo quarterback veterano debba obbligatoriamente essere Darnold, anche solo per una mera questione anagrafica: non si può affidare il futuro della propria squadra a Rodgers, Wilson, Flacco ed eventualmente Cousins, tutti giocatori più vecchi di Geno Smith che a ottobre spegnerà 35 candeline.
State all’occhio che la prima tessera del domino under center ha toccato il suolo e, naturalmente, ha sconquassato l’effimero ordine che stavamo provando a studiare.
Sviscerata la trade dal punto di vista di Seattle ora possiamo finalmente spostarci a Las Vegas che, salvo catastrofi, può affrontare l’offseason con la consapevolezza di avere fra le mani il miglior quarterback da Derek Carr - non che sia questo gran complimento, ma è già qualcosa.
Carroll e il nuovo GM Spytek hanno optato per l’esperienza e la continuità, elementi che i Raiders non sono mai riusciti a coniugare negli ultimi anni. Le firme di Garoppolo e Minshew soddisfavano il criterio dell’esperienza, ma non sicuramente quello della continuità: la sopracitata affinità fra Carroll e Smith è a mio avviso di inestimabile importanza dato che i due si conoscono, si vogliono genuinamente bene e hanno dimostrato di poter lavorare ad alto livello insieme.
Durante il 2024 Smith mi ha spesso lasciato perplesso alternando giocate da John Elway a intercetti da Brett Favre - quello del Championship Game coi Minnesota Vikings - e, per quanto non mi abbia mai convinto fino a fondo, occorre precisare che nel triennio sul Pacifico non abbia mai potuto contare su una protezione perlomeno adeguata.
Ciò nonostante Smith è stato spesso in grado di cavare sangue dalle rape imbeccando consistentemente i propri playmaker: nel 2022, l’anno della resurrezione, Smith ha completato quasi il 70% dei lanci tentati lanciando 30 touchdown a fronte di 11 miseri intercetti.
Nel 2024 i touchdown sono precipitati a 21 mentre gli intercetti sono saliti a 15, ma come già detto la protezione è stata perlomeno sospetta: solamente Bears e Texans hanno concesso un numero di sack maggiore dei 54 incassati dai quarterback di Seattle.
Smith non è stato sicuramente esente da colpe in quanto intercetti del genere sono inaccettabili, soprattutto se lanciati da un uomo con più di dieci anni di NFL nel curriculum, ma stiamo pur sempre parlando di Geno Smith, antitesi di perfezione se ne esiste una.
Nessuno si aspetta da lui l’efficienza di Tom Brady o l’esplosività di Josh Allen, ma se non altro abbiamo ancora negli occhi prove tangibili del fatto che in un contesto adeguato questo quarterback sia in grado di trascinare ai playoff la propria squadra.
Il problema, ora, sta tutto nel rendere adeguato un contesto altamente problematico.
La linea d’attacco dei Raiders non è poi chissà quanto meglio di quella dei Seahawks, anche se occorre mettere in evidenza che nelle ultime otto partite della scorsa stagione questo reparto abbia concesso solamente 9 sack, un numero oltremodo incoraggiante.
Con ogni probabilità daranno immediatamente un nuovo contratto a Smith - che durante l’ultima settimana ha negoziato invano con il front office di Seattle per il rinnovo - e con quattro scelte nelle prime 73 all’imminente draft dovranno pure trovare modo di aggiungere gente in grado di contribuire da subito: per esempio, con la sesta scelta assoluta potrebbero tranquillamente mettergli a disposizione Tetairoa McMillan, colui che al momento è unanimemente celebrato come il miglior ricevitore disponibile al draft.
McMillan affiancato ai vari Meyers, Tucker e Bowers darebbe vita a una batteria di ricevitori davvero intrigante.
Dovranno altresì trovare il modo di ravvivare un gioco di corse che ha patito terribilmente la partenza di Josh Jacobs. Nessuno durante il corso dell’ultima stagione ha guadagnato in media meno yard delle loro putride 79.8 a partita: per darvi l’idea, gli atipicamente penultimi New York Jets sono stati in grado di guadagnarne 91.8.
Sarà fondamentale mettere in piedi un running game perlomeno affidabile in quanto lo scorso autunno Smith ha sofferto terribilmente l’inefficacia del quintultimo gioco di corse della lega - 95.7 yard a partita.
Nel miracoloso 2022 Seattle guadagnò in media 120 yard a partita, un dato ben superiore alle 92 abbondanti del 2023 che, proprio come nel 2024, valsero loro il quintultimo posto in graduatoria: è forse un caso che il suo miglior anno a Seattle sia coinciso con quello in cui il gioco di corse è stato consistentemente efficace?
Non mi sento di precludere sorprese al draft, ma con questa mossa Las Vegas dovrebbe essersi garantita perlomeno un paio d’anni di stabilità nella posizione più importante del gioco: ora manca semplicemente tutto il resto, difesa compresa.
A 74 anni Pete Carroll non ha chiaramente tempo da perdere ed essendosi affidato al suo quarterback è lecito pensare che il progetto ingranerà più velocemente del previsto, anche se come già detto e ripetuto più volte, il lavoro da fare resta tanto.
Oserei dire tantissimo.
Un’ultima cosa: una scelta al terzo round del draft non costituisce un bottino un po’ troppo esiguo per un quarterback titolare? Fatemi sapere che ne pensate nei commenti che sono lì proprio per quello.
Sia quello che sia, la free agency deve ancora iniziare e ogni nostra possibile certezza è già evaporata.
Non ci sarà football giocato, è vero, ma grazie a un’imprevedibilità impossibile da comprendere da fuori questo resta uno dei periodi più esaltanti del calendario NFL.
Solo una scelta al terzo round... Beh stiamo parlando di un 36enne che ha ricostruito la sua carriera ma che è stato per l'NFL quello che Tomas Smid era stato per il tennis: quel tipo di giocatore contro cui vincevi solo se eri davvero uno di quelli bravi bravi. Un QB che ha presidiato spesso la soglia dell'accesso al corpo elite dei QB NFL.
Seattle doveva fare spazio, LA voleva il giusto veterano ed avrà fatto presente che nonostante l'affetto e la stima, il coach Carroll ne conosceva bene i contorni psicologici, prestazionali, agonistici... E che quindi ok ce lo prendiamo noi ma questo è il piatto di lenticchie che oggi serviamo a mensa.
In tre giorni mi sono visto passare davanti: lockett via, Metcalf richiede trade, Geno scambiato per una scelta. Mi dispiacerebbe per DK però posso dire, finalmente.
Almeno si prova ad andare avanti