Considerazioni lucide (circa) su Week 4 del 2024 NFL
Niente da fare, dopo quattro settimane questa NFL non ne vuole sapere di dirci chi sarà la padrona del 2024
Niente da fare, questa stagione non ne vuole sapere di diventare “prevedibile” - che sotto un certo punto di vista è un sogno che diventa realtà visto che “prevedibilità” raramente rima con “spettacolo”.
Pure questa settimana squadre meno quotate hanno preso lo scalpo a squadre troppo quotate. Pure questa settimana abbiamo assistito a un paio di infortuni capaci di ridefinire le gerarchie di un’intera conference e, perché no, pure della lega. Pure questa settimana l’imponderabile è diventato realtà costringendoci a sospendere verdetti per almeno altri sette giorni nella vana attesa di un minimo di chiarezza e coerenza.
A volte il football sa essere davvero un gioco semplice. No, non sto tentando di propinarvi l’ennesima citazione di Massimiliano Allegri - persona per la quale coltivo un’inspiegabile fissazione -, sto parlando dei “miei” maledetti Baltimore Ravens: era così difficile? Occorreva essere presi a pesci in faccia dai Las Vegas Raiders per mettere a fuoco l’ovvio, ossia che costruire il gameplan intorno ai propri migliori giocatori resta sempre e comunque il miglior modo per vincere in una lega in cui sostanzialmente vince (quasi) sempre chi ha più talento?
Nelle ultime due settimane i Baltimore Ravens hanno accumulato 79 portate, 49 delle quali affidate a Derrick Henry: indovinate un po’ cos’è successo.
Due vittorie contro avversarie di qualità. Anzi, una vittoria sofferta contro i Cowboys e una prova di forza impressionante contro i finora impressionanti Buffalo Bills.
Se non altro ho avuto modo di appurare che pure John Harbaugh di tanto in tanto sia capace di cambiare idea. Dopo aver dichiarato pubblicamente di non essersi andato a prendere Derrick Henry per mettergli il pallone in mano trenta volte a partita, Harbaugh ha fatto retromarcia optando per la saggezza e il buonsenso.
Dicevo, 79 portate nelle ultime due partite a fronte di soli 33 passaggi tentati da Lamar Jackson. No, Lamar Jackson non è tornato a essere un running back che viene protetto dall’incompetenza del proprio braccio destro, chi di dovere ha semplicemente realizzato che questa squadra sia costruita per correre, correre e correre ancora.
Da queste 79 portate Baltimore ha ricavato 545 yard, quasi 6.9 yard a portata e cinque TD: numeri che fanno girare la testa.
I Ravens avevano bisogno di riabbracciare la propria identità più volte rinnegata negli ultimi anni - specialmente nei momenti più delicati in assoluto. Dai 33 passaggi tentati Jackson ha raccolto 338 yard e tre touchdown confermandosi efficiente e letale - anche se fa male al cuore vedere Mark Andrews sempre meno coinvolto.
Era vitale ristabilire la corsa non solo per una questione identitaria, ma prima di tutto per com’è stato costruito questo roster. Con tre quinti dell’offensive line mutati rispetto al 2023 era naturale che nelle fasi iniziali della stagione Baltimore soffrisse in pass protection, e così è stato: affidandosi con maniacale insistenza al gioco di corse Baltimore ha sfruttato la fisicità di giovani inesperti come Vorhees, Faalele e Rosengarten indubbiamente più a proprio agio in run blocking.
Lamar Jackson non ha mai condiviso il backfield con un running back del calibro di Derrick Henry e per quanto ciò abbia permesso a gente come Gus Edwards di correre sempre con efficienza, le difese sono sempre e comunque rimaste concentrate su di lui: con un Henry del genere Jackson non è più la preoccupazione principale delle difese avversarie e, non a caso, le 7.5 yard a portata guadagnate finora costituiscono il miglior dato in carriera.
Contro Buffalo sono inoltre arrivati segnali finalmente incoraggianti da un reparto difensivo che è riuscito a mettere insieme quattro quarti di qualità evitando ogni possibile calo di concentrazione.
Sono davvero contento. Non mi sarei mai aspettato una vittoria del genere ed è fuori questione che vincere riscoprendo sé stessi sappia rendere ancora più dolce un successo che potrebbe aver dato senso a una stagione iniziata nel peggiore dei modi.
La cautela per i tifosi dei Commanders non è una scelta, ma un obbligo. Riassumere in un paragrafo ogni fallimento del ventunesimo secolo di quella che è velocemente diventata la franchigia meno rispettata della NFL mi risulterebbe impossibile, ma sostanzialmente ogni sorriso è stato seguito da almeno due pugnalate dritte al cuore: le cose, forse, potrebbero essere davvero cambiate nella capitale. Forse.
Chiedere a un loro tifoso di esaltarsi per un tutto sommato inutile 3-1 mi sembra sciocco, questi poveretti sono così traumatizzati da decenni di incompetenza e sfortuna che stanno aspettando l’inevitabile fregatura, ma ora come ora non esiste una squadra più divertente da guardare di quella allenata da Dan Quinn.
Oltre a Jayden Daniels, il vero MVP del loro avvio di stagione non può che essere il tanto infamato Kliff Kingsbury. L’ex allenatore dei Cardinals lo ha calato all’interno di un sistema nel quale appare a occhio nudo a proprio agio, un sistema che ne massimizza i punti di forza mascherando brillantemente le debolezze.
La parola d’ordine è efficienza - o anche ritmo. Daniels sta completando passaggi a ritmi forsennati - 82% di completi finora, una percentuale che da qualsiasi lato la si guardi non ha minimamente senso - grazie ai quali ha portato a casa punti a termine del 68% dei drive giocati finora, miglior dato dal 2000 a oggi nelle prime quattro partite di campionato: sì, i Commanders guidati da un rookie sono davanti al miglior Rodgers e al Brady dei tempi d’oro di New England.
La maturità di Daniels buca lo schermo. Dopo averlo visto correre come una trottola impazzita durante Week 1, ha accettato con serenità l’invito del proprio coach a correre di meno e, facendo leva su un gioco di corse efficiente, ha gettato in lavatrice il mantello di Superman realizzando velocemente di doversi fidare dei propri compagni: è raro che un ragazzo così giovane e con questi mezzi atletici accetti così velocemente di rinunciare alla hero ball fidandosi ciecamente del sistema offensivo in cui gioca. Domenica ha totalizzato lo stesso numero di portate di Jeremy McNichols, running back il cui coinvolgimento è da attribuire solamente all’assenza di Ekeler.
Non voglio permettere a una rondine di fare primavera, ma trovo alquanto incoraggiante che siano riusciti ad annullare l’esplosivo attacco degli Arizona Cardinals mettendo costantemente le mani addosso a Murray e tenendolo a bocca asciutta su terzo down. Se la difesa inizia a tenere il passo dell’attacco la situazione potrebbe farsi tragica per il resto della NFC, anche se voglio comunque restare cauto evitando di lanciarmi in chissà quale ragionamento sul loro futuro prossimo: viviamo ‘sto maledetto momento!
Penso che prima o poi i defensive coordinator avversari troveranno un modo per limitare Daniels e, in tal senso, non vedo l’ora di assistere alla sua risposta. Continuare a riadattarsi è la più grande sfida che ogni quarterback è chiamato ad affrontare nel corso della propria carriera.
Sia quello che sia, dopo interminabili decenni di desolante mediocrità il tifoso di Washington ha finalmente un valido motivo per attendere la domenica con trepidazione e già questa è una grandissima notizia.
Mi rifiuto di prendere chissà quanto sul serio la leadership in NFC East, immagino che prima o poi Dallas e Philadelphia decideranno di comportarsi da squadre serie cominciando a vincere con un minimo di consistenza, ma questi Commanders devono essere presi sul serio. Tifosi, godetevi il momento, ve lo siete meritato.
Non si deve ricorrere alla cautela esclusivamente per stemperare gli entusiasmi, ma pure per dare il giusto peso alle delusioni.
Dopo la vittoria sui New England Patriots di una decina di giorni fa avevo letto di tutto sui New York Jets. Una vittoria sofferta sui Titans e una passeggiata di salute su una squadra priva di un reparto offensivo sembravano davvero costituire tutto quello che serviva per parlare “del grande ritorno dei New York Jets e di Aaron Rodgers”: signori miei, diamo il giusto peso alle cose, per favore.
Sì, contro i Patriots Rodgers è stato chirurgico e preciso, ma vi prego, non soffermiamoci sui video al rallenty condivisi su Twitter in cui ci bagniamo vedendo la perfezione della sua spirale che buca l’aria: serve di più.
Keep reading with a 7-day free trial
Subscribe to matiofubol to keep reading this post and get 7 days of free access to the full post archives.