Considerazioni lucide (circa) su Week 7 del 2024 NFL
Visto il giorno, questa sarà un'edizione speciale delle considerazioni settimanali: oggi proviamo a mettere insieme un power ranking
Scusatemi.
Vi avevo avvertiti, ma fino all’ultimo ero piuttosto convinto che sarei comunque riuscito a pubblicare le considerazioni settimanali di martedì, come sempre, ma non ho proprio avuto il tempo materiale per farlo: lunga vita ai treni, da sempre e per sempre i migliori mezzi di trasporto mai messi al servizio dell’umanità.
A differenza dell’aereo, un viaggio in treno non ti mette in stand-by la vita per intere mattinate e pomeriggi, ma vabbè, immagino che un’ora e mezza di volo resti preferibile a decine su decine di ore di treno - anche se ti costringe a patire la sete e a sacrificare uno stipendio per un panino.
A Londra è andato tutto bene anche se visto il periodo mi risulta impossibile godere di ciò che, teoricamente, dovrebbe darmi piacere o anche solo pace.
Per farmi perdonare per il ritardo vi propongo qualcosa che ho sempre disprezzato, qualcosa di nuovo di cui non posso che vergognarmi, ossia un maledetto power ranking, l’equivalente di un cheeseburger del McDonald's degli articoli sportivi: non era in grado di riempirti la pancia nemmeno quando avevi cinque anni ma ciò nonostante lo consumi più che volentieri pur essendo consapevole che tre minuti dopo ti sarai già dimenticato di averlo ingurgitato.
Senza cincischiare ulteriormente, lanciamoci in questo assolo di futilità.
1) Kansas City Chiefs (6-0)
A questo punto i Chiefs mi demoralizzano. Non li ho mai visti così mortali e limitati in attacco, eppure continuano ad accumulare vittorie contro avversarie di qualità che, trovandosi di fronte i campioni in carica (bis) affronteranno la partita con la stessa passione con cui l’Armata Rossa difese Stalingrado.
Ormai lo avrete letto da qualsiasi parte, quindi vale la pena ribadirlo: Mahomes ha lanciato più intercetti (8) che touchdown (6) e ciò nonostante sono ancora imbattuti.
Situazione deprimente - per gli altri.
2) Baltimore Ravens (5-2)
Esattamente come i Chiefs continuano a inanellare vittorie di qualità. A differenza dei Chiefs esprimono un football celestiale - in attacco - non potendo tuttavia vantare un record immacolato. Lamar Jackson sta giocando da MVP, Derrick Henry macina yard su yard e l’aleatorietà con cui i ricevitori sfornano partite da 100 yard o segnano touchdown rende impossibile la vita alle difese avversarie.
A proposito di difese, serve qualcosa in più dal reparto di Zach Orr - anche se gran parte dei punti messi a segno dai Buccaneers sono arrivati in pienissimo garbage time.
3) Detroit Lions (5-1)
Jared Goff sta probabilmente giocando il miglior football della propria carriera: nelle ultime quattro partite ha completato quasi l’84% dei lanci tentati raccogliendo 9 touchdown a fronte di un misero intercetto.
Sanno vincere dominando come contro Dallas o in rimonta, anche se una squadra del genere non può permettersi di tentare il suicidio sportivo durante uno scontro divisionale dal peso specifico così elevato.
Sono completi, consapevoli e mediamente indemoniati.
4) Minnesota Vikings (5-1)
Hanno finalmente perso una partita ma non mi importa niente: nella reazione fatta vedere domenica contro Detroit ho individuato tutti i tratti tipici della grande squadra. Una squadra normale - ehm ehm, Dallas Cowboys - si sarebbe fatta sopraffare dall’ondata di punti segnati dai Lions nel secondo quarto, loro non si sono minimamente scomposti e hanno continuato a giocare il proprio (bel) football.
Saranno un problema per chiunque da qui alla fine dell’anno e a questo punto sono sempre più convinto che pure ai playoff potranno dire la loro.
5) Buffalo Bills (5-2)
Inquietato dalle difficoltà emerse nella prima metà contro dei modestissimi Tennessee Titans, ma genuinamente incoraggiato dall’acquisizione di Amari Cooper. Sono convinto che il loro reparto offensivo si trovi a poche settimane di distanza dall’inizio di una delle sue caratteristiche strisce di partite da minimo-trenta-punti-a-domenica.
6) Green Bay Packers (5-2)
Love deve ridurre al più presto il numero d’intercetti, ma c’è poco da fare, i Green Bay Packers non sono solamente belli da vedere, ma pure vincenti.
Non ho ancora ben chiaro se l’ottima prestazione del reparto difensivo contro Houston sia da attribuire alla sorprendente asetticità dell’attacco dei Texans senza Collins, ma se pure la difesa comincia a ingranare… ah sì, e ora che possono finalmente contare su un kicker con un curriculum legittimo smetteranno di lasciare per strada tre-quattro punti a partita.
Tre squadre della NFC North nei primi sei posti. Bene così.
7) Pittsburgh Steelers (5-2)
Mi inginocchio al cospetto di Mike Tomlin: ammetto di essere stato sorpreso dalla decisione di relegare in panchina Justin Fields dopo un inizio di stagione del genere, ma era chiaro che lui sapesse cose e puff, 37 punti in faccia a quella che dovrebbe essere una delle migliori difese della lega.
Se hanno davvero trovato un modo per segnarne trenta ad allacciata credo che fra non molto troveranno spazio sul podio - non su questo sito dato che quella che state leggendo è una one night stand.
8) Houston Texans (5-2)
Cibo per la mente dei miei amati lettori: negli ultimi due incontri Stroud ha lanciato complessivamente 278 yard.
Dall’altra parte c’erano i reparti difensivi dei Patriots - quelli che se ne sono presi 32 dai Jaguars - e dei Packers, non sicuramente la Legion of Boom o la difesa dei Ravens del 2000: Quanto possono soffrire l’assenza di Nico Collins?
Meno male che è tornato Joe Mixon, invece.
9) Washington Commanders (5-2)
È vero che dall’altra parte c’era il cadavere in decomposizione dei Carolina Panthers, ma segnarne 40 con il quarterback di riserva è tutt’altro che banale.
Qua passano le settimane ma i Commanders si stanno confermando essere una squadra vera che ha già raccolto la quinta vittoria del proprio campionato: se ad agosto mi aveste parlato di una stagione da cinque vittorie vi avrei parlato di successo clamoroso. Manca una settimana a novembre, vedete voi.
10) San Francisco 49ers (3-4)
La mia fiducia per Kyle Shanahan è a tratti irrazionale e finché c’è lui c’è speranza, ma questa sembra purtroppo destinata a essere una di quelle stagioni, l’odioso remake di quel 2020 che funesta ancora i sonni della fanbase.
Questa volta se non altro possono - per ora - contare sul quarterback titolare, ma la qualificazione ai playoff in questo preciso momento appare tutto fuorché una formalità.
11) Chicago Bears (4-2)
Erano in bye, vediamo come si comporteranno ora che il calendario diventerà ben più impegnativo.
12) Philadelphia Eagles (4-2)
Bella vittoria quella contro i New York Giants, ma trattandosi di una vittoria contro i New York Giants mi guarderei bene dall’annunciarne la guarigione.
Bravi ad aver preso Barkley e a cavalcarlo: mi sembra un’idea ben più saggia che addossare tutto il peso del reparto offensivo a Hurts.
13) Tampa Bay Buccaneers (4-3)
Non c’è nulla di male a essere sculacciati in mondovisione dai Baltimore Ravens, ma non ho idea di quali possano essere le prospettive del reparto offensivo senza il miglior Chris Godwin di sempre e, non si sa ancora per quanto, Mike Evans.
Immagino che ora si affideranno con consapevole disperazione al trio White-Irving-Tucker.
14) Atlanta Falcons (4-3)
Bruttissimo scivolone contro i Seahawks che li hanno annientati su tutte e tre le fasi del gioco.
Sono una squadra ancora tutto sommato “nuova” - anche se non è vero - e in quanto tale avranno bisogno di un po’ più di tempo per trovare la quadra, ma cadere di faccia così rovinosamente proprio nel momento in cui ci stavamo provando a convincere che fossero davvero grandi… molto Falcons.
15) Seattle Seahawks (4-3)
Dopo tre sconfitte finalmente il raggio di sole di cui avevano disperatamente bisogno.
Sono scettico, lo ammetto, non so quanto le tendenze autodistruttive dei Falcons - leggasi “essere i Falcons” - possano averli aiutati, ma i Seahawks visti domenica ad Atlanta hanno tutto il necessario per mettere in difficoltà davvero chiunque.
16) Denver Broncos (4-3)
Squadra disciplinata e tignosa, soprattutto in difesa.
Denver sta maturando sotto i nostri occhi e a questo punto della stagione sembra aver trovato la propria identità di squadra che ruzzola ai playoff con una decina scarsa di vittorie limitandosi a battere chi deve battere - per esempio i Saints di Rattler - e sgambettando qualche sedicente big che ha preparato la partita con troppa sufficienza.
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