Considerazioni lucide (circa) su Week 5 del 2024 NFL
Quest'anno l'unico tipo di continuità alla quale siamo esposti riguarda per lo più la continuità nel perdere (o provarci)
Questo 2024 non ne vuole proprio sapere di farci capire qualcosa.
Dopo aver passato settembre a spellarci le mani al cospetto dei Bills, ecco che questi vanno a perdere - malamente - due partite consecutive, contro avversarie che, sulla carta, sono assolutamente al loro livello.
Siamo così abituati a parlarne a gennaio ben inoltrato che ormai li diamo per scontati, ma pure i 49ers di Shanahan stanno faticando più del previsto continuando a subire inaccettabili rimonte nell’ultimo quarto di partite per almeno tre quarti vinte.
Dopo esaltanti partenze da 3-0, sia Seahawks che Steelers hanno tutto d’un tratto disimparato a vincere collezionando sconfitte più o meno brutte che hanno repentinamente ridimensionato l’esaltante inizio di campionato - più per il record che per la qualità del gioco espresso.
Insomma, un po’ come i primi internati in Cecità di Saramago brancoliamo spaventati nel buio a caccia di certezze che possano permetterci di (ri)trovare l’orientamento in un mondo in cui all’improvviso si è spenta la luce: ogni volta che ci fidiamo abbastanza da appoggiarci a un corrimano ecco che questo inevitabilmente collassa facendoci sbattere la faccia sul pavimento. Che dolore.
Una parvenza di stabilità ci è eroicamente fornita da loro, le grandi delusioni che in un modo o nell’altro stanno facendo il possibile per metterci a nostro agio giocando davvero male e, soprattutto, perdendo settimana dopo settimana.
Oggi vorrei parlarvi proprio di loro.
Apriamo con i Las Vegas Raiders, squadra sul 2-3 che seppur non inguaiata come compagini di cui parleremo a breve sembra destinata al perpetuarsi di un vero e proprio vizio, quello della stagione buttata.
Per prima cosa permettetemi di inchinarmi al cospetto dei Denver Broncos che, contrariamente a quanto potessimo pensare, stanno giocando davvero bene - soprattutto in difesa - confermandosi una squadra estremamente rognosa e, finalmente, motivata.
Ciò detto, le condizioni in cui versa Las Vegas restano critiche - seppur non disperate.
Purtroppo Gardner Minshew resta tutto fuorché un quarterback con il quale si può vincere. È un fantastico quarterback-ponte, una versione più carismatica di Jacoby Brissett con un chilometraggio adeguato a gestire un attacco con competenza e cognizione di causa, ma decisamente con troppo poco talento per rendere ambiziosa la squadra che lo mette sotto contratto.
Las Vegas, infatti, lo paga come tale, una riserva di lusso in una lega in cui sempre più quarterback si infortunano. Il problema sta tutto nel fatto che chi prende decisioni gli abbia chiesto di essere titolare in una squadra con ambizioni che, a questo punto, fatico a decifrare: come si può parlare di competitività quando in dodici mesi ci si è rivolti ai vari Jimmy Garoppolo e Gardner Minshew?
Il front office ha provato a circondarlo di talento mettendogli a disposizione i vari Adams, Meyers, Tucker e il rookie Bowers, ma purtroppo non bastano ricevitori di qualità per elevare un quarterback con evidenti limitazioni come Minshew. Immagino che a breve si rivolgeranno a O’Connell, ma non credo che le loro prospettive siano destinate a cambiare.
La situazione diventa disperata nel momento in cui il miglior giocatore di un reparto che già arrancava viene - nuovamente - associato a rumori di mercato che questa volta lo vedrebbero davvero con un piede e mezzo fuori dalla porta.
Un’eventuale trade di Adams saprebbe di resa, l’ennesimo sventolamento di una bandiera resa bianca dalla mediocrità che attanaglia questa franchigia. Fanno bene a capitalizzare e ad assecondare le richieste di un giocatore che è stato tradito in tempo record - era approdato ai Raiders per giocare con Carr, prontamente spedito in Louisiana dopo una stagione - tentando di salvare l’investimento di qualche anno fa mungendo un paio di scelte al draft dall’ex ricevitore-uno di Aaron Rodgers, ma non erano questi i patti.
Las Vegas voleva vincere e non solo non c’è riuscita, non s’è nemmeno avvicinata.
Il 2024 sta seguendo il canovaccio delineato negli ultimi anni, una controproducente mediocrità da 7-8 vittorie che le impedisce di assicurarsi scelte importanti al draft e che, non si sa come, illude i piani alti di trovarsi a un paio di giocatori dalla competitività.
No. A questi Raiders non manca solamente un quarterback, non si trovano a “un Russell Wilson dal potersela giocare alla pari coi Chiefs”, il gioco di corse è disastroso, la difesa imbarca ancora troppi punti dimostrandosi patologicamente incapace di mettere a segno giocate impattanti e, in generale, i Raiders appaiono senza direzione. C’è un po’ di talento qua e là - ehm ehm, Maxx Crosby -, ma si deve parlare di cattedrali nel deserto - similitudine appropriata se si tiene presente l’ubicazione di questa squadra.
Ripeto, il record non è malvagio - anzi, è addirittura migliore di quello dei Bengals e identico a quello dei ‘Niners, giusto per mettere sul piatto un paio di nomi pesanti -, ma l’inaccettabile prestazione di domenica mi ha detto tutto quello che devo sapere su una delle più grandi cause perse di questa lega: sarà l’ennesimo lungo anno di niente per i Raiders.
L’inspiegabile vittoria all’esordio contro i Cincinnati Bengals ci aveva illusi, ma almeno in questo caso la realtà ci ha messo poco tempo a tornare padrona: i New England Patriots sono esattamente quello che ci aspettavamo potessero/dovessero essere, una squadra all’inizio di una tanto dolorosa quanto necessaria ricostruzione martoriata da atavici problemi in attacco.
Guardare i New England Patriots giocare a football americano - in attacco - è come assistere all’eutanasia del proprio decrepito animale domestico: il tempo rallenta, l’impacciata lentezza nei suoi stanchi movimenti ti provoca una sincera commozione, ne faresti volentieri a meno e per andare oltre già sai che sciacquerai via l’inevitabile dolore pensando a un passato recente fatto di gioia condivisa.
L’unica cosa buona del reparto offensivo di New England risponde al nome di Rhamondre Stevenson che, in quanto tale, è stato recentemente panchinato a seguito di un inspiegabile caso di fumblite acuta - probabilmente causata da un’eccessiva esposizione allo schifo che lo circonda.
L’attacco dei Patriots è senza mezzi termini putrido. Segna a malapena 12 punti a partita, la linea d’attacco falcidiata dagli infortuni non è neanche lontanamente in grado di portare a termine il proprio lavoro e, curiosità statistica interessante, è anacronistico: New England sta guadagnando in media più yard via terra che via aria. E no, non stiamo parlando di un gioco di corse che può vantare un’efficienza comparabile a quella dei Ravens del 2019, ma di un passing game che non genera nemmeno 120 yard a partita: ahia.
La buona notizia è che si sapeva.
La cattiva sembra essere che Mayo, comprensibilmente già preoccupato per il proprio futuro come allenatore, potrebbe essere pronto a premere il grilletto e a gettare nella mischia Drake Maye. Per quanto ci è dato sapere Maye potrebbe avere lo stesso impatto di Patrick Mahomes, ma personalmente reputo stupido lanciare in campo una terza scelta assoluta in condizioni simili: Brissett sarà sì limitato, ma vi posso garantire che l’enorme numero di sack che sta incassando sia da attribuire in primo luogo all’inadeguatezza di una linea d’attacco che non è in alcun modo capace di proteggerlo - né di aprire chissà quale varco al povero Stevenson.
Sono già preoccupato per il futuro del rookie, anche se la speranza di non essere mai più testimone di scempi come quello visto domenica scorsa mi porterebbe ad accogliere con tiepido entusiasmo una scelta del genere.
Temo che i Cleveland Browns abbiano perso davvero ogni speranza.
I Marroni sono completamente rotti. Vi posso garantire che l’unico motivo per cui stanno perseverando con Deshaun Watson risiede nel sempre più scandaloso prezzo pagato per strapparlo alla concorrenza: questo, però, è alquanto comico.
Keep reading with a 7-day free trial
Subscribe to matiofubol to keep reading this post and get 7 days of free access to the full post archives.